Life for Gaza, Napoli grida «cessate il fuoco»

Concerto per seimila al Palapartenope

Life for Gaza al Palapartenope
Life for Gaza al Palapartenope
di Vincenzo Cimmino
Lunedì 26 Febbraio 2024, 15:03 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 07:33
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«Cessate il fuoco». 14 lettere. 14 persone. È con questo messaggio che seimila spettatori sono stati accolti al Palapartenope. Seimila sconosciuti uniti, per una sera, da un concerto, dalla musica. “Life for Gaza”. Che, a conti fatti, non è solo un concerto. Non è una semplice manifestazione. È “la” manifestazione per la pace. «Non è un concerto qualunque perché non è una guerra qualunque», l’inno della serata.

La manifestazione di chi vuole la pace. La manifestazione di chi è stanco di sentire la parola guerra. La manifestazione di chi non riesce a sopportare l’idea che altro sangue innocente venga versato. La manifestazione di chi chiede «cessate il fuoco». Un messaggio semplice, breve, intenso. Difficile da ascoltare, facile da pronunciare. Un messaggio da gridare cantando.

In seimila si sono ritrovati al Palapartenope. Giovani, coppie, famiglie, amici. Tutti lì per chiedere una sola cosa, la pace. Seimila biglietti terminati quasi subito. Un successo, un sold out. L’evento, promosso dalla Comunità Palestinese Campania e da Assopace Palestina, voleva sensibilizzare l’opinione pubblica. Ci è riuscito. In tanti, avuta la notizia della fine dei posti, hanno chiesto come aiutare comunque la causa palestinese. 

La risposta non si è fatta attendere. Così, mentre chi ha acquistato il biglietto vedrà l’importo devoluto a Medici Senza Frontiere e Palestinian Medical Relief, chi non è riuscito a prenderne uno potrà donare qualsiasi cifra. Come? È possibile esprimere la propria vicinanza aderendo alla campagna di donazioni ancora attiva sulla piattaforma web “Produzioni dal Basso” o visitando il sito internet www.pergaza.it. Oltre alla raccolta fondi ancora attiva, è possibile donare 1 euro mangiando una pizza Stop War alla pizzeria Pizza Social Lab adiacente al Palapartenope.

I cancelli del Palapartenope hanno aperto intorno alle 18. La sfilata del Frente Murgero Campano, terminata verso le 19.30, ha dato il via alla manifestazione.

Tante le testimonianze portate sul palco, tante le storie raccontate. Oltre ai tanti cantanti, c’è stata una grande partecipazione da tutto il mondo dell’arte. Sul palco sono saliti attori, poeti, fumettisti, scrittori, fotoreporter. Ma anche politici e attivisti. 

 

A condurre la serata sono state l’attrice Dalal Suleiman e la speaker radiofonica Sara Lotta. Tra gli artisti, invece, Fiorella Mannoia, Enzo Gragnaniello, Franco Ricciardi, Eugenio Bennato, i 99 Posse, Daniele Sepe, Dario Sansone, Ascanio Celestini, Marzouk Mejri, Alorem, Capone e Bungt Bangt e tanti altri. Hanno aderito, tra gli altri, Moni Ovadia, Piero Pelù, Sabina Guzzanti, Marisa Laurito, Alessandro Bergonzoni e Alan De Luca.

«Hanno bisogno di tutto, hanno bisogno di aiuto – dichiara Fiorella Mannoia – In questo momento è un popolo chiuso, prigioniero in una striscia dalla quale non può scappare. Credo che sia dovere di tutti noi aiutarli e fare entrare aiuti umanitari. Anche nella guerra c’è una forma di etica, anche se sembra un ossimoro, e mi pare che qui abbiamo disatteso tutto. Un popolo che paga una colpa non sua. Cerchiamo, a gran voce, di gridare fermatevi, cessate il fuoco».

«È importante schierarsi contro la guerra, contro il genocidio, contro lo scempio dei bombardamenti e della violenza. – commenta Eugenio Bennato – Mi sembra banale dire queste cose, ma è ancora più banale che ci siano politici che usano le armi per far valere le proprie ragioni. È qualcosa contro ogni etica. Secondo me, anche contro ogni utilità. Non è con le bombe che si risolvono le questioni. Vorrei proporre un sogno che sia la musica, che avvicina i popoli. La capacità della musica è avvicinare popoli lontani. Viva la musica popolare, abbasso tutte le barriere di questa terra».

«L’importante di questa manifestazione è che si trasmetta qualcosa all’opinione pubblica – aggiunge Enzo Gragnaniello – Gli artisti hanno una certa sensibilità, possono arrivare al cuore delle persone. È importantissimo questo momento per quello che sta succedendo. Un’ingiustizia allucinante. È importante».

«Quando un popolo è sotto le bombe, quando non c’è nessun paese nel mondo disposto a schierarsi apertamente a difesa dei diritti di quel popolo – sostiene Luca Persico, dei 99 Posse – tutto quello che resta a quel popolo sono gli artisti, i poeti, la società civile. Chi si indigna. Noi siamo qui per provare a far sentire la nostra voce».

«Per me è un onore essere qui. – conclude Dario Sansone – Laddove la musica può diventare qualcosa di concreto io devo esserci. È importante esserci perché, secondo me, è un momento in cui non ci si può nascondere davanti a quello che sta succedendo e a come ce lo stanno raccontando. È una situazione terribile a Gaza e io da napoletano, ma da uomo in primis, da uomo di cuore e di libertà, non posso nascondermi. Sono qui perché dobbiamo sostenere Life for Gaza e il popolo palestinese». 

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La serata è stata un tripudio di vita, di pace. C’è stata però anche tanta sofferenza. Sofferenza portata sul palco attraverso le testimonianze o in giro per il Palapartenope con le tante foto esposte. Una sofferenza che può smettere. Che deve finire. E a Napoli ha inizio questa nuova ondata di speranza. Questo «cessate il fuoco». 14 lettere. 14 persone. Tante vite da salvare. Troppe persone in pericolo.

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