Miracolo di San Gennaro tra selfie e balli, ​boom di turisti per il prodigio di Napoli

Assalto al Duomo, tutti armati di cellulare. Ma c'è delusione per l'assenza di bancarelle

Turisti armati di cellulare in Duomo
Turisti armati di cellulare in Duomo
di Antonio Menna
Mercoledì 20 Settembre 2023, 00:00 - Ultimo agg. 21 Settembre, 08:00
4 Minuti di Lettura

In alto i vostri cellulari, ecco il sangue di San Gennaro. A metà della mattinata di ieri, in una via Duomo per la prima volta senza bancarelle, quando la reliquia è già sciolta, si spalancano le porte della cattedrale e migliaia di persone in attesa sul sagrato, frenetiche e sudate, quasi tutti turisti, mentre polizia e carabinieri si fanno da parte, entrano nella Basilica, e si fiondano dritte al centro della navata, dove nel frattempo si è avvicinato il corteo di prelati portando avanti e indietro le sacre ampolle, alzandole, accostandole alle persone, e arrivando a ridosso delle transenne. Ma nessuno dei turisti col fiatone, arrivato lì giusto in tempo, ha intenzione di farsi il segno della croce. Tutti vogliono fare una foto.

Si alzano, così, centinaia di mani con gli smartphone accesi, luminosi, puntando dritti e tutti verso la reliquia. Qualche braccio sposta un altro braccio, qualcuno da dietro urla ma solo perché vuole infilare il suo cellulare. La scena è un po’ inquietante. Sembra una ressa da saldi del Black Friday. «Quando ci ricapita?», dice una signora di mezza età dall’accento veneto al marito, che a un certo punto abbassa il braccio con una smorfia di dolore. Due ragazze, intanto, tentano il colpaccio: un selfie sorridente mentre alle loro spalle si alzano le ampolle. Non è facile cogliere l’attimo esatto, inquadrare alla perfezione i due volti raggianti, le dita aperte in segno di vittoria, e la reliquia col sangue sciolto. Ma dopo qualche istante, guardando il cellulare, le due giovanissime esultano. Ce l’avranno fatta. La storia per Instagram è salva: geolocalizzazione Duomo, hashtag #sanguesciolto

 

Intanto all’esterno della cattedrale, due anziani musicisti, in abiti di scena, suonano la tammorra e il putipù, con canti folcloristici tipici.

Ma intorno a loro esplode una piccola festa. Del resto è tradizione che lo scioglimento sia salutato con musica e canti, come buon segno per la città. Alcune turiste si mettono a ballare in circolo. Saltano, ridono. Un uomo con una maglietta nera e la scritta “stai sciolt’”, prende un paio di nacchere e danza accanto a loro. Intorno si forma il solito gruppo con i cellulari in alto. Anche qui, c’è da scattare e condividere sui social. Si fermano tutti a guardare. Un gruppo di anziani tedeschi quasi si incanta, si guardano tra loro, ridono, si danno di gomito, sembrano dirsi: ecco, i napoletani, come sono festosi. In realtà a ballare sono loro, i turisti. I napoletani stanno nei negozi, ad aspettare i clienti. O sono i due musicisti in costume, che evidentemente lavorano. Di lato, il banco per le informazioni turistiche è vuoto, mentre sul sagrato, un poco alla volta, dopo la ressa per entrare e il lento deflusso, si fa il vuoto.

Video

La festa è finita? È ora di pranzo, le vetrine cominciano a mostrare i fritti, volano i primi cuoppi mentre gruppi sparsi di visitatori lasciano via Duomo e si tuffano in parte nei due Decumani e in parte nel vicolo di Forcella. «Ma è solo religiosa, la cosa?», domanda una ragazza dall’accento lombardo che si stacca da una comitiva, alla proprietaria di un piccolo punto ristoro. «Questo è, succede tutto nella chiesa, quello è un santo», risponde lei, allargando le braccia. «Io sapevo che c’era una festa di piazza», insiste la ragazza. Si inserisce un anziano signore: «a San Gregorio fanno la festa di San Gennaro, ma stasera». La giovane vorrebbe qualche informazione in più ma nessuno è in grado di dargliene. Così torna tra gli amici mentre in mezzo alla folla una guida turistica agita proprio l’immagine di San Gennaro, aperta a tutto schermo sul suo cellulare, per richiamare il gruppo. A via San Biagio dei Librai, nessuno dei negozietti e delle bancarelle di souvenir espone oggetti con San Gennaro. Impazzano calamite, apriscatole, apribottiglie, poster, foto, magliette, foulard, tovaglioli, statuine di Maradona. Poi corni rossi di tutte le dimensioni e le forme: quello piccolo, quello grande, quello medio, quello a braccialetto, alla collana, all’anello, perfino al collare del cane, quello di cioccolato (che si mangia, precisa un cartello). Qualche Totò, qualche Pino Daniele, qualche Troisi. Ma San Gennaro, proprio no. «Non si vende», dice mesto e sincero, un ambulante.

© RIPRODUZIONE RISERVATA