Il cuore di una giovane donna - età 38 anni - messo al sicuro dal rischio infarto. Un caso «risolto con la consulenza del dottor Ai».
Non è il racconto da un ospedale del futuro, dove si possono immaginare macchine e medici in carne e ossa che lavorano gomito a gomito nella vita di tutti i giorni. Ma succede oggi, in Italia, nel laboratorio di emodinamica di una struttura sanitaria: l'intelligenza artificiale permette allo specialista di vedere qualcosa che a un primo esame era praticamente invisibile. È un caso esemplificativo che fotografa la rivoluzione hi-tech in corso in medicina.
A riportarlo è Giovanni Esposito, presidente Gise e direttore della Uoc di Cardiologia, Emodinamica e Utic dell'Azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli.
«Di recente mi è successo di avere una giovane paziente che aveva dolore ed era andata già più volte in ospedale. L'abbiamo sottoposta a coronarografia e sostanzialmente sembrava non avesse nulla - spiega l'esperto - allora abbiamo deciso di approfondire con ulteriori esami di diagnostica per immagini e dall'analisi dell'imaging avanzato con l'intelligenza artificiale abbiamo scoperto che aveva una dissezione coronarica, in pratica lo strato più interno del vaso era lacerato».
«Il che - chiarisce Esposito - ovviamente comporta una diagnosi importante perché la dissezione coronarica, se non si intraprendono tutte le procedure necessarie, può portare anche alla chiusura del vaso stesso e all'infarto».
Un caso di prevenzione hi-tech. «La donna protagonista ha 38 anni.
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