Napoli, disabile prigioniero in casa per tre anni: balcone invaso dagli alberi

Napoli, disabile prigioniero in casa per tre anni: balcone invaso dagli alberi
di Giuliana Covella
Giovedì 10 Dicembre 2020, 10:00 - Ultimo agg. 10:20
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Da tre anni senza uscire sul balcone, perché il terrazzo era invaso da rami e foglie. Così tre sere fa sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per restituire un po' di vivibilità a un giovane disabile. A denunciare l'accaduto è Luisa De Maria, mamma di Luigi, 23 anni, affetto da autismo, costretto a rimanere chiuso in casa perché gli veniva negato l'accesso sul balcone al primo piano dell'appartamento dove abita in via Arenaccia. Una vicenda dovuta all'assenza di manutenzione degli alberi di basso fusto, divenuti poi di alto fusto col passare del tempo. Fino a quando, esasperata, la madre del 23enne ha chiesto aiuto ai pompieri che sono intervenuti lunedì sera sfoltendo le piante e liberando il terrazzo. 

Un vetro dietro al quale non riusciva a intravedere più nemmeno le auto in corsa. Un vetro che era diventato una barriera tra l'interno dell'appartamento al primo piano del civico 149 di via Arenaccia e il mondo esterno.

Perché a impedirgli non solo la visuale, ma anche di affacciarsi al balcone erano quei rami e quelle foglie che da tre anni entravano dentro casa. Eppure Luigi, 23 anni, disabile con disturbo autistico e affetto da una grave forma di alopecia che ha abbassato le sue difese immunitarie, ha dovuto vivere in quest'arco di tempo come un recluso, perché quegli alberi non venivano potati da anni. A denunciarlo è sua madre, Luisa De Maria, 53 anni, che stanca di sentirsi ripetere dalle varie istituzioni preposte che prima o poi sarebbero intervenuti, poche sere fa ha inviato una segnalazione ai vigili del fuoco. «Sono tre anni che non viene fatta la potatura degli alberi - tuona - mio figlio paradossalmente è stato fortunato ad aver aspettato tutto questo tempo, ma ci sono tante famiglie che hanno ancora rami, foglie e insetti fin dentro casa. Ho chiesto più volte di intervenire agli uffici competenti, ma hanno sempre fatto orecchie da mercante. Così dopo un passaparola con amici del Vasto, siamo arrivati a chiedere aiuto a un ex assessore municipale e ai vigili del fuoco, che lunedì ci hanno liberati e hanno restituito a mio figlio un balcone dal quale non si affacciava più». 

A mobilitarsi per Luigi è stato Armando Simeone, ex assessore all'ambiente della quarta Municipalità e portavoce del Comitato Lenzuola Bianche: «Già durante il primo lockdown mi sono attivato in casi del genere, dato che Comune e Municipalità vivono difficoltà per le potature per cui si affidano a ditte private o cooperative perché non riescono in questo momento a sopperire. Data l'urgenza per questa famiglia ho concordato l'intervento con il vigili del fuoco e con Asia che ha provveduto a rimuovere dal marciapiede le falciature dell'albero. Finalmente questo ragazzo potrà riaffacciarsi al balcone». Sul posto i pompieri del distaccamento orientale 2B col caposquadra Domenico Laizza e Salvatore Sapvone, che ha raccolto la segnalazione dalla sala operativa: «Siamo intervenuti per un albero pericolante, ma soprattutto per il disagio vissuto da questa famiglia per sfoltire la pianta e liberare il terrazzo. Era doveroso andare oltre le nostre competenze in segno di solidarietà, dato che Comune e Protezione civile hanno già altre emergenze da affrontare in questi giorni». Sul caso interviene Marco Gaudini, presidente commissione ambiente del Comune: «Questo avviene quando non si riesce a fare un'adeguata manutenzione nel tempo. In tal caso si tratta di alberi che dovrebbero arrivare ad un massimo di 3 metri di altezza, che invece hanno raggiunto i sette».

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