Napoli Est, orto e bellezza nell'ex discarica di Barra: la rigenerazione grazie ai volontari

Rinasce lo spazio comunale in via Odissea: realizzati un giardino didattico e un laghetto

Da discarica a area verde
Da discarica a area verde
di Alessandro Bottone
Sabato 25 Marzo 2023, 18:22 - Ultimo agg. 18:56
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Da discarica ad area verde restituita alla collettività. Rinasce lo spazio comunale in via Odissea a Barra, quartiere nella zona orientale di Napoli, grazie al progetto di rigenerazione urbana portato avanti da volontari e residenti. La sfida dal basso, attraverso la natura, ha permesso di riconsegnare decoro a un angolo di Napoli Est prima abbandonato e prosegue per creare opportunità e coinvolgere giovani e famiglie.

Per farsi un'idea dell'importante sforzo necessario a recuperare l'ampio terreno è utile dare uno sguardo alle immagini satellitari. Per anni è prevalso il degrado con una fittissima vegetazione interrotta soltanto dai sentieri creati da chi lo ha utilizzato spontaneamente. Poi è arrivato il cantiere per la costruzione delle nuove palazzine che hanno accolto le famiglie dell'adiacente "campo evangelico", complesso di fatiscenti casette per il quale si attendono la bonifica e la successiva riqualificazione.

A conclusione dei lavori l'area è stata affidata a cittadini e associazioni per essere valorizzata.

 

L'opera dei volontari ha permesso, in pochi mesi, di rigenerare il terreno di via Odissea creando un orto, un giardino didattico e un laghetto secondo la tecnica della fitodepurazione. E, naturalmente, piantando tante essenze e diversi alberi. Ci sono oleandri, melograni, tigli e diverse specie di ginepro. In oltre tremila metri quadrati si distinguono anche lavande, olmi, pioppo tremuli, roveri, querce farnia, quercia bianca, Giuggiolo, gelso bianco e nero, platani, yucche. Non mancano anche quattro alberi di Giuda, un canforo, banani, platani insieme a esemplari di altre specie. Alcuni sono arrivati dalle donazioni, altri comprati direttamente dai volontari. A operare, da tre anni, sono gli attivisti di GEA, associazione no-profit guidata dall'attivista ambientale Roberto Braibanti. A curare quotidianamente il terreno - affidato gratuitamente all'associazione da parte del Comune di Napoli - ci sono anche alcuni cittadini che risiedono nelle abitazioni a ridosso dello spazio posto a due passi da via Bartolo Longo e dell’ospedale del Mare di Ponticelli.

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«Il “Bosco di via Odissea” è un esperimento di rigenerazione urbana a basso costo e dal basso che, se completato, potrebbe diventare un modello esportabile che somma dentro di se sia una valenza ambientale e sanitaria insieme a una sociale», afferma Roberto Braibanti, presidente di GEA, che evidenzia: «Perché se le aree verdi sono fondamentali per il benessere psicologico e fisico di chi ci abita vicino e, quindi, servono come il pane nelle periferie esse hanno dentro di se anche la possibilità di “insegnare" ai giovani a saper riconoscere la bellezza e soprattutto a frequentarla e farla loro contrastando così attivamente il degrado ambientale, e quindi sociale, che è alla base di ogni devianza delinquenziale», evidenzia l'attivista che intende coinvolgere in tale sfida i giovanissimi del territorio. Lo spazio rigenerato è a due passi dalle palazzine del "lotto O" - per tanti "lotto zero" - e in un'area di Napoli Est ad altissima densità abitativa e con numerose famiglie che vivono in condizione di fragilità socio-economica. L'attività portata avanti nel bene pubblico può rappresentare una opportunità di crescita e riscatto per tante famiglie, per tanti altri un'occasione di svago e intrattenimento.

C'è una ulteriore sfida che l'associazione sta portando avanti proprio in queste ultime settimane con il recupero del terreno posto accanto quello già rigenerato. Lo spazio, anch'esso comunale, è stato interessato da complessi interventi di bonifica da parte della cooperativa ‘La primavera 3’ che hanno permesso di rimuovere quintali di verde infestante. Eliminati i rovi sono emersi materiali di ogni genere da smaltire: alcune roulotte, un container, carcasse di veicoli, mobili, ingombranti e rifiuti vari. Altri potrebbero essere nascosti dai metri di verde infestante ancora non lavorati. «É fondamentale che quest’area sia recuperata per farne un unico parco, ed esempio di riforestazione urbana a Napoli Est. Gea come associazione del terzo settore sta provando a dimostrare che è possibile cambiare lo status quo con l’alleanza tra associazioni, istituzioni e cittadini», spiega Braibanti.

Se anche quest'ultima area fosse pienamente recuperata si potrebbe creare un parco di circa novemila metri quadrati da restituire ai residenti e aprire a nuove occasioni di coinvolgimento dal basso per la cura dei beni pubblici.

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