Napoli, lo scandalo del pane invenduto buttato nella spazzatura: «Cambiare la legge»

Contenitore dei rifiuti ricolmo di pane
Contenitore dei rifiuti ricolmo di pane
di Gennaro Morra
Venerdì 4 Ottobre 2019, 18:09 - Ultimo agg. 20:31
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Grosse quantità di pane buttate nei bidoni dell’immondizia indifferenziata. A Napoli pare stia diventando un’abitudine smaltire in questo modo le pagnotte rimaste invendute. L’ultimo episodio si è verificato a via Lahalle, zona Arenaccia, come ha denunciato Francesco Emilio Borrelli su Facebook, pubblicando una foto scattata da un residente: «Qualche panificio con l'inclinazione alla cialtronaggine ha la bella abitudine di gettare il pane nei bidoni per la raccolta dell'indifferenziato in via Lahalle – si legge nel post del consigliere regionale dei Verdi –. Qualora dovessimo avere elementi certi sulla provenienza del pane, provvederemo a segnalare tale scempio alla polizia municipale».

Ma questo sarebbe solo l’ultimo di una serie di casi registrati in città nelle ultime settimane, che secondo lo stesso Borrelli ammonterebbero addirittura a venti. Immagini che provocano reazioni stizzite da parte dei cittadini, che non si spiegano come mai tutto quel pane venga buttato nella spazzatura, peraltro in modo illegale, invece di donarlo a chi non può comprarlo. «Bisognerebbe creare un tavolo di concertazione con le associazioni Onlus e le aziende zootecniche per trovare un accordo sulla materia e cambiare la normativa vigente, che non facilita la donazione del pane invenduto – sostiene Mimmo Filosa, presidente dell’Unione Panificatori Campania –. Si tratta comunque di un problema nazionale, come dimostra la recente decisione dell’Antitrust, che ha multato i marchi della grande distribuzione sulla questione del reso».
 
Infatti, l’Antitrust lo scorso dicembre aveva avviato un’indagine sui rapporti che intercorrono tra grandi supermercati e produttori di pane, giungendo alla conclusione che è illegittimo obbligare i panificatori a ritirare il prodotto rimasto sugli scaffali a fine giornata, restituendone il corrispettivo in denaro e accollandosene le spese di smaltimento. Un accordo troppo sbilanciato dalla parte della grande distribuzione, che lo scorso luglio l’Antitrust ha cercato di riequilibrare multando con 680mila euro le sei maggiori aziende che operano in Italia. Una cifra comunque irrisoria se si considera che nel 2018 i panificatori hanno dovuto restituire ai supermercati tra i 50 e i 60 milioni di euro, senza contare le spese di smaltimento del prodotto.
 
«Il pane è un prodotto organico e come tale bisognerebbe smaltirlo, ma anche lì la legge non è chiarissima – dice ancora Filosa –. E, in ogni caso, è un peccato che tutto quel pane finisca nell’immondizia, quando potremmo destinarlo alle persone più bisognose o alle aziende zootecniche, che potrebbero usarlo per nutrire i loro animali. Ma finché resteranno in vigore le attuali norme, donare il pane per noi sarà complicato».
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