Napoli, cortometraggi su bullismo e bulimia realizzati dagli studenti di due istituti comprensivi della VI Municipalità

Il progetto, avviato lo scorso febbraio, ha visto protagonisti allievi normodotati e disabili degli istituti “Cavalcanti” e “Solimena”

La locandina del progetto
La locandina del progetto
di Nunzia Marciano
Sabato 20 Maggio 2023, 21:08
3 Minuti di Lettura

Dare l’opportunità agli adolescenti - tra cui studenti diversamente abili - di parlare con le immagini e di portare il cinema in un quartiere che ne è orfano: è stato questo l’obiettivo del progetto cinematografico “C'era una volta... San Giovanni”, che accende i riflettori su Napoli Est, partito lo scorso febbraio, che ha coinvolto l’Istituto Comprensivo “Madre Claudia Russo - Solimena” e l’Istituto IPSEOA “I. Cavalcanti” di San Giovanni a Teduccio, i cui studenti, 25 della Solimena e 25 del Cavalcanti, hanno realizzato interamente due cortometraggi dedicati al bullismo e alla bulimia.

I lavori saranno presentati martedì 23 Maggio alle ore 9.30 all’IPSEOA “I.

Cavalcanti” (Via Taverna del Ferro n. 4 - Napoli), con l’intervento degli studenti, delle loro famiglie, dei docenti che hanno organizzato e coadiuvato i lavori e delle due società esterne che hanno fornito il supporto tecnico. Alla manifestazione interverranno, tra gli altri: Lucia Fortini, assessore alle politiche sociali e giovanili della Regione Campania; Maura Striano, assessore alla scuola del Comune di Napoli; Angelo Melone, console onorario della Repubblica democratica del Congo; Alessandro Fucito, presidente della VI municipalità di Napoli; Ettore Acerra, direttore generale USR Campania; Anita Rubino, dirigente psicologo ASL NA1; Carmela Libertino, dirigente Scolastico IPSEOA “Ippolito Cavalcanti”; Antonietta Maiello, dirigente I.C. “Solimena”.

Dalla sceneggiatura alla distribuzione dei ruoli come attori, registi, operatori di ripresa, costumisti, scenografi e fino al montaggio, i protagonisti sono stati gli studenti che, opportunamente formati, hanno avuto anche l’occasione di scoprire vocazioni nascoste e di poterle coltivare: «Questo progetto ha consentito il riavvicinamento al mondo scolastico di chi ne aveva preso le distanze, anche soltanto per la curiosità di capire cosa fosse il progetto stesso ed ha reso possibile nuove forme di apprendimento che incontrano anche i bisogni degli adolescenti, abitualmente ammaliati dal linguaggio delle immagini. Il corso sul linguaggio cinematografico e audiovisivo ha consentito anche una conoscenza del territorio di appartenenza e rappresenta una opportunità da spendere nel mondo del lavoro.

La scuola resta presidio territoriale indiscutibile per agganciare giovani e non nel processo di costruzione del sé e delle proprie conoscenze», commenta la Libertino, a cui fa eco il  Prof. Umberto Di Capua, coreferente del Progetto insieme alla Prof.ssa Anna Borrelli e alla Prof.ssa Anna Esposito: «A questo progetto hanno partecipato anche studenti con problematiche di disabilità e ciò ha permesso a tutti di collaborare su un piano unico, rispettando le potenzialità e le capacità di ciascuno, senza produrre né giudizio, né distanze. Le opportunità di tali attività progettuali consentono anche a noi docenti di relazionarci in una maniera nuova con i nostri studenti: si lavora in una condizione di parità nel rispetto dei ruoli ma condividendo sempre le scelte, i propositi e gli obiettivi da raggiungere; e questo piace molto agli alunni». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA