Taxi a Napoli, stop a nuove licenze: «Ma per 4 passeggeri su 10 il servizio resta un’odissea»

È scontro tra sindacati e consumatori dopo che il Tar ha dato ragione al Comune

Taxi a Napoli
Taxi a Napoli
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 29 Novembre 2023, 23:55 - Ultimo agg. 30 Novembre, 07:30
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Taxi e licenze: no a nuove auto bianche in città. Il Tar dà ragione al Comune, ma i tempi di attesa per i cittadini restano alti. Dopo la decisione del tribunale amministrativo regionale, che ha avallato la posizione degli avvocati di Palazzo San Giacomo contro un ricorso presentato da due «tassisti precari» per la mancata concessione di nuove licenze, interviene Federconsumatori Campania, invocando più tutele per l’utenza: «Servirebbero almeno 300 taxi a Napoli - spiega il presidente Giovanni Berritto - per diminuire i disagi». Diversa, invece, la posizione dei sindacati, con l’Orsa Taxi che concorda «con il non aumento delle licenze» e attribuisce il problema delle lunghe attese alla necessità «di aumentare la velocità commerciale delle auto bianche». Nel concreto, però, nei giorni clou del boom turistico permanente all’ombra del Vesuvio, quasi «un utente su due» non trova un taxi. 

I numeri parlano chiaro, in questo senso: 4 utenti su 10 non trovano un taxi a Roma, Milano e Napoli (che hanno rispettivamente 7692, 4853 e 2364 bianche).

In città, quattro mesi fa, si è arrivati al 48,7% di richieste inevase. Proprio in quest’ottica, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) aveva inviato una segnalazione ai Comuni delle tre metropoli: «L’analisi dei dati e delle informazioni ricevute ha messo in evidenza una strutturale e crescente inadeguatezza dell’offerta di servizi taxi rispetto alla domanda». In sostanza, poche licenze in rapporto ai residenti e al territorio. A Napoli, dove ci si trovano solo 2,6 taxi ogni 1000 abitanti (contro i 2,8 di Roma e i 3,5 di Milano), le ultime licenze risalgono al 1998. Il rapporto taxi-residenti resta dunque il più basso, nonostante un aumento delle richieste, più che raddoppiate tra marzo e luglio 2023 (da circa 144 mila a circa 291 mila. Più che quadruplicate le richieste non soddisfatte: da circa 31 mila a circa 142 mila).

Il Tar, però, si è espresso in senso contrario all’Agcm: «La pianta organica del Tpl non di Linea del Comune di Napoli - si legge nella sentenza - è stata definita quando il numero della popolazione residente era di gran lunga maggiore di quello attuale, con un numero di taxi per abitante minore rispetto a quello attuale e con una maggiore offerta di Tpl attuale rispetto a quella presa a riferimento per la pianta organica». Ancora: «Il Comune ha dimostrato che il rapporto tra taxi e numero di abitanti è diminuito rispetto al periodo in cui è stata predisposta la pianta organica del Comune di Napoli, essendosi passato da un rapporto di un taxi per ogni 549 abitanti nel 1989 ad un rapporto di 1/408 abitanti. La città di Napoli ha, nel corso degli anni, perso ulteriori abitanti, tanto è vero che, nelle ultime statistiche, i residenti risultano essere appena 913.462». 

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Eppure, le richieste di corse sono aumentate esponenzialmente. Alla base dell’impennata c’è il boom turistico permanente, con la destagionalizzazione del flusso di visitatori che naturalmente sfugge al calcolo dei taxi basato sul solo numero di residenti. È proprio su questo che interviene Berritto: «Secondo noi il problema esiste eccome - spiega il presidente di Federconsumatori Campania - tanti utenti aspettano per ore i taxi, ne servirebbero di più. Napoli infatti è diventata meta di un turismo che prima non c’era: quindi vanno aumentate le auto bianche rispetto a quanto stabilito nei decenni scorsi, a nostro avviso. Sappiamo che la questione è articolata: esistono in città problemi di viabilità e una carenza di corsie preferenziali che rallentano anche il servizio pubblico. Ma a Napoli servirebbero dai 300 taxi in più a salire». Opposta la posizione di Rosario Gallucci, segretario nazionale Orsa Taxi. «Il problema non è la carenza di taxi - dice - Per far fronte ai grandi flussi turistici, che negli anni scorsi non esistevano, va rivisto il regolamento e ridotto il traffico. Vanno ampliate le turnazioni lavorative e servono più corsie preferenziali. Si aumenti la velocità commerciale delle auto bianche attivando le ztl, e non togliendole come negli ultimi anni».

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