Terremoto a Napoli, gli effetti sul turismo: ​fino al 20 per cento di cancellazioni

«Terremoto, si può viaggiare?»: la mappa del rischio sui media stranieri e sui siti delle ambasciate

Titoli allarmanti sui media stranieri
Titoli allarmanti sui media stranieri
di Gennaro Di Biase
Giovedì 5 Ottobre 2023, 00:00 - Ultimo agg. 07:25
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Bradisismo e turismo. Dopo la dichiarazione del sindaco Gaetano Manfredi, che ha definito «il rischio strutturale molto basso», aggiungendo che «è necessario lavorare tutti insieme per fare in modo che questa crisi non porti danni alla comunità, alle persone, alla socialità e all’economia», arrivano oggi gli appelli a «evitare allarmismi» da parte di ristoratori, commercianti e albergatori.

Eppure, si registrano i primi forfait. Circa il «15% dei vacanzieri sta procedendo con le cancellazioni all’ombra del Vesuvio» e nella zona di Pozzuoli-Cuma, «si arriva già a un 20% di disdette per ristorazione ed eventi». In particolare, le disdette arrivano dall’estero. Il giornale Times Uk titola così un articolo delle ultime ore: «Terremoto a Napoli 2023: è sicuro viaggiare e come posso annullare le mie vacanze?». Nel pezzo si fornisce una mappa che indica «Campi Flegrei, Vomero e Arenella ad alto rischio», cioè in zona rossa. 

I numeri dei flussi di settembre hanno dimostrato che l’incoming in città è destagionalizzato. Vale a dire che il volano dell’economia partenopea, oggi più che mai, è il turismo. In questo senso vanno interpretati gli appelli delle associazioni in relazione alla questione bradisismo. Quanto ai dati, per adesso, la Sezione Turismo dell’Unione Industriali denuncia una «media del 15% di cancellazioni da parte dei turisti». Fioccano i forfait anche nei b&b, specialmente da parte dei turisti stranieri, che si informano online, e a distanza. Confesercenti parla invece di «calo progressivo e disdette comprese tra il 10 e il 20% nella zona flegrea, tra Cuma e Pozzuoli, per ristoratori e cerimonie.

A Pozzuoli, per esempio, il calo di presenze nei pubblici esercizi è del 20%».  

 

Cresce, insomma, la preoccupazione degli imprenditori. «Va fatta chiarezza, ma senza fare allarmismi – spiega Gianna Mazzarella, presidente della Sezione Turismo dell’Unione Industriali di Napoli – Si tratta di un fenomeno tipico di una terra vulcanica, anche se sono gli scienziati a dover fornire risposte. La città continua comunque a vivere, in ogni suo aspetto e conveniamo con il sindaco Manfredi, se dice che queste attività non preludono a un’eruzione. Abbiamo iniziato a registrare le prime cancellazioni da parte dei vacanzieri in arrivo a Napoli, un 15% dei prenotati per il prossimo weekend: il fenomeno si è avviato e speriamo che venga gestito al meglio anche a livello di comunicazione, così da farlo rientrare».

«Non dobbiamo cadere nell’errore commesso con Casamicciola l’anno scorso – interviene Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania – dove per una sola zona in pericolo è risultata a rischio tutta l’isola d’Ischia, con gravi danni per le attività turistiche. Napoli è sicura, a oggi. Il bradisismo è concentrato in una zona precisa e ha cause scientifiche che gli esperti stanno spiegando. I turisti non hanno da temere. Nell’area flegrea le entrate sono già inferiori del 20%. La preoccupazione sta iniziando a incalzare. In caso di calo ulteriore delle presenze bisognerà creare una forza comune e pensare a misure ad hoc nei confronti dei ristoratori di zona. Per esempio, una cassa integrazione per i dipendenti. Se la situazione non si modificherà, il calo di incassi aumenterà». 

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Dal Times ai siti dell’ambasciata austriaca: gli allarmi piovono dall’estero. «Facciamo attenzione a non eccedere con le campagne mediatiche che ingigantiscono tutto, quando si parla di Napoli, soprattutto a livello nazionale – fa notare Massimo Di Porzio, presidente di Confcommercio Napoli – I video di calcinacci caduti da un edificio fatiscente, l’altro giorno, hanno fatto il giro dei tg nazionali. È fondamentale approntare piani di evacuazione, ma non bisogna creare panico o ne risentiranno i flussi turistici. Il bradisismo conta fasi di espansione e poi rientra nella normalità. Lo abbiamo già visto nei decenni scorsi. E il fenomeno è localizzato. Turismo e food costituiscono i principali introiti della città, metterli a rischio senza motivi scientifici danneggia tutti».

«Il bradisismo è sempre esistito nell’area flegrea – dicono dalla presidenza di Aicast – Lo abbiamo già vissuto negli anni ’80. Vanno evitati la disinformazione e l’allarmismo ingiustificato. Se ci fosse pericolo, saremmo i primi a evacuare». «Non bisogna creare eccessivi allarmismi che potrebbero produrre danni per l’intera economia - spiega il presidente di Federalberghi Napoli Salvatore Naldi - bisogna lavorare affinché venga garantita la massima sicurezza. Per questo i piani di evacuazione devono essere chiari ed attuabili. La viabilità e la qualità delle strade diventano essenziali sia per la vita di tutti i giorni sia per eventuali situazioni straordinarie». 

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