Ex Whirlpool Napoli, lacrime e commozione per i nuovi assunti: «È finito un incubo»

Nasce Italian Green Factory: «Il futuro ci riserva un nuovo inizio»

La firma degli ex operai Whirlpool
La firma degli ex operai Whirlpool
di Alessio Liberini
Lunedì 30 Ottobre 2023, 19:33 - Ultimo agg. 31 Ottobre, 07:14
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Gli operai entrano nell’ex stabilimento Whirlpool uno alla volta, tra selfie, abbracci e sorrisi. Prima della firma tremano braccia e gambe. Sui volti la tensione si scioglie a poco a poco per far spazio alla dovuta emozione del momento e le lacrime, questa volta, sono solo di gioia.

«È la fine di un incubo e di una sofferenza durata quattro lunghi anni» dice Bernardino Baldari, uno dei primi a sottoscrivere l’intesa con TeaTek, mentre tra le mani stringe il nuovo contratto che lo lega all’Italian Green Factory. «Quello che è accaduto a noi credo sia importante per tutto il territorio perché la giornata di oggi ci insegna che la lotta paga» chiarisce il metalmeccanico ricordando la sua “prima volta” in fabbrica risalente al marzo del lontano 1989: «Ora possiamo finalmente dire che incomincia una nuova storia». 

Difatti, dietro ogni singola firma apposta dalle 312 tute blu ci sarebbe una storia di dolore e riscatto degna di essere raccontata.

Molte le espongono, nel pieno delle lacrime, gli stessi lavoratori direttamente agli addetti al reclutamento che gli sottopongono gli atti da firmare. Ciro Esposito era appena ventenne quando entrò in quel capannone di via Argine per la prima volta nel ottobre del 1988 e stamane, a 56 anni compiuti, gli sembra di vivere un felice déjà-vu. «Prima di venire qui – spiega l’uomo – sono andato al cimitero per portare un fiore ai miei genitori. Alla vista del nuovo contratto non riuscivo a smettere di tremare: è stata un’emozione indescrivibile». 

 

Giovanni Fusco, rsu di fabbrica della Fiom e promotore di tanti picchetti operai, pensa alla sua piccola Serena che ad appena 7 anni di età è stata nel tempo una testimonial d’eccezione delle tante proteste che hanno fatto da sfondo agli oltre mille giorni di vertenza. «Ieri sera, appena ha saputo del nuovo contratto, ha iniziato a preparare dei coriandoli colorati ed ora mi aspetta a casa per fare il lancio dei coriandoli al mio rientro. Credo che questo sia il momento più bello che sancisce la fine di una lunga lotta».

Grazia Ferrigno, invece, a margine dell’assunzione ha gli occhi ancora gonfi e lucidi: «Sono lacrime di gioia – precisa la donna che da ragazzina è passata dalla scuola direttamente alla catena di montaggio quando aveva solo 21 anni – In fondo al cuore ho sempre sperato in un lieto fine ma non è stato semplice, non si vedeva mai una luce. Adesso però possiamo finalmente parlare di futuro».

Futuro che per gli ex dipendenti della multinazionale del bianco, scaricati nel 2019 dagli americani dell’elettrodomestico con una fredda “X” rossa posta su una slide, ha un nome ben preciso: si chiama Sofia ed ha solo sei mesi. È nata lo scorso 25 aprile - proprio a poche ore dall'annuncio dell’avvenuto trasferimento fatto dal commissario straordinario del governo della Zes Campania, Giosy Romano – ed è la figlia di Desiré Cocozza, la prima dipendente della ex Whirlpool a firmare oggi, accompagnata dalla sua bimba, il contratto di lavoro con l’azienda green. Desiré, 35 anni di cui ben 16 trascorsi in fabbrica a produrre lavatrici, è tra le tante donne combattenti della Whirlpool, quelle che non hanno mai gettato la spugna neanche nei momenti più complicati della vertenza. Proprio come la sua piccola Sofia, Desirè nello stabilimento di Ponticelli c’era entrata per la prima volta da minorenne, ereditando il posto di lavoro da sua madre ed ora che è anche lei una mamma può finalmente pianificare un futuro a Napoli per la sua famiglia: è questa l’immagine più rappresentativa di una giornata difficile da dimenticare per la storia industriale del capoluogo campano.  

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«Una rinascita» a tutti gli effetti la definisce invece Vincenzo Accurso, rsu Uilm ed anche lui volto storico della lotta operaia, rimembrando lo slogan che ha accompagnato manifestazioni, sit-in e mobilitazioni lungo tutto lo stivale: «Napoli non molla». «La nostra – motiva - doveva essere una lotta diversa da tutte le altre contro ogni cliché che descriveva i napoletani buoni solo a fare confusione. Abbiamo rivendicato fin dall'inizio una cosa soltanto: il diritto al lavoro che diventa diritto alla felicità». Diritto che ora i 312 ex operai della Whirlpool possono realmente vedere. Grazie al riassorbimento, ufficializzato con la sigla dei nuovi contratti, nel progetto partorito da Tea Tek che dopo un percorso di formazione sostenuto dalla Regione Campania li vedrà nuovamente impegnati a via Argine – non prima del 2025 – nella produzione di pannelli fotovoltaici.

«Con le assunzioni degli operai ex Whirlpool si chiude una vertenza lunga e difficile ma stavolta – assicura Felice Granisso, ad di Tea Tek - il futuro ci riserva un nuovo inizio, quello di Italian Green Factory che riassorbe tutte le maestranze e le formerà per lavorare in quella che sarà la prima fabbrica green 5.0 di Napoli e del Mezzogiorno».

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