Accademia Belle arti, il pm scava nei messaggi del regista Incerti

Accademia Belle arti, il pm scava nei messaggi del regista Incerti
di Leandro Del Gaudio
Sabato 6 Febbraio 2021, 11:00 - Ultimo agg. 15:43
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Ci sono le chat, le conversazioni, l'intreccio di battute e icone, i chiarimenti e le mezze parole. Sono il terreno di confronto da cui dipende il nuovo filone di indagine a carico di Stefano Incerti, il docente dell'Accademia di belle arti, finito al centro di un caso - mediatico e giudiziario - che ha letteralmente terremotato l'istituto di piazza Bellini. Un caso controverso, anche alla luce degli sbocchi dell'inchiesta giudiziaria. Scagionato dal primo caso, Incerti si ritrova sotto inchiesta per una seconda di una nuova studentessa. E non è finita: c'è un altro docente che è finito sotto accusa (parliamo sempre di violenza sessuale), per la denuncia di un'altra giovane donna iscritta in Accademia. Due docenti indagati, due donne ritenute parti offese, mentre la Procura prova ad usare il bisturi. In che senso? Andiamo con ordine: ha chiesto e ottenuto l'archiviazione della prima denuncia a carico di Incerti, mentre ha iscritto nel registro degli indagati per calunnia la prima studentessa, che un anno fa aveva rilasciato interviste su presunte molestie oggi prive di riscontro (per lei, si attende la valutazione del giudice); mentre per un secondo caso, restiamo fermi alla denuncia di un'altra studentessa, una delle quaranta universitarie ascoltate in questi mesi. Stando a quanto emerso finora, il secondo docente sotto inchiesta si chiama Salvatore Crimaldi ed è accusato per un fatto del 2017. In sintesi, una alunna sostiene di essere stata palpeggiata durante una lezione di disegno. Una violenza sessuale a tutti gli effetti - se dovessero emergere riscontri -, mentre la difesa di Crimaldi (rappresentata dal penalista napoletano Gaetano Inserra) chiarisce il proprio punto di vista: «Un fulmine a ciel sereno, nella vita di una persona perbene, pronto a difendere la sua dignità professionale e il suo decoro».

Inchiesta condotta dal pm Cristina Curatoli, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Raffaello Falcone, ci sono punti controversi, ancora tutti da definire.

Torniamo al caso Incerti, alla sua storia di regista pluripremiato e alle denunce che gli sono piovute addosso: difeso dai penalisti Lucilla Longone e Maurizio Sica, Incerti non ha avuto neppure il tempo di tirare un sospiro di sollievo per la sua archiviazione dal primo caso, che ora deve organizzarsi per replicare alle nuove accuse. Chi lo tira in ballo? Un'altra studentessa che fa riferimento ad un'altra probabile liaison intrecciata con il docente. Restiamo alle poche tracce emerse finora. Siamo nel 2015, quando si sarebbe verificato un approccio ritenuto violento. Un palpeggiamento. Come si difende il prof dalla seconda accusa? Anche in questo caso, dovrebbero svolgere un ruolo decisivo le chat tra i due, tra il docente e la sua studentessa, che confermerebbero quanto meno l'esistenza di una relazione di amicizia. Decisivo a questo punto è stabilire se c'è stato un rapporto intimo tra i due e se tutti i momenti della loro eventuale passione sono stati condivisi in modo consenziente. Decisivo è capire se il docente ha fatto leva sul proprio ruolo, sulla sua posizione gerarchica, per ottenere prestazioni sessuali o comunque per assoggettare la giovane allieva. Al momento i pm, per questo secondo caso, gli hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini, l'atto che anticipa una probabile richiesta di rinvio a giudizio. Un anno dopo l'esplosione del caso (ripetiamo: mediatico e giudiziario) del me too universitario a Napoli, si torna al punto di partenza: a quelle voci dal di dentro, ma anche a quelle chat, vale a dire le conversazioni dal 2015 ad oggi, che potrebbero bastare a stabilire una linea di demarcazione netta tra uno stupro e una calunnia.

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