Ci sono le chat, le conversazioni, l'intreccio di battute e icone, i chiarimenti e le mezze parole. Sono il terreno di confronto da cui dipende il nuovo filone di indagine a carico di Stefano Incerti, il docente dell'Accademia di belle arti, finito al centro di un caso - mediatico e giudiziario - che ha letteralmente terremotato l'istituto di piazza Bellini. Un caso controverso, anche alla luce degli sbocchi dell'inchiesta giudiziaria. Scagionato dal primo caso, Incerti si ritrova sotto inchiesta per una seconda di una nuova studentessa. E non è finita: c'è un altro docente che è finito sotto accusa (parliamo sempre di violenza sessuale), per la denuncia di un'altra giovane donna iscritta in Accademia. Due docenti indagati, due donne ritenute parti offese, mentre la Procura prova ad usare il bisturi. In che senso? Andiamo con ordine: ha chiesto e ottenuto l'archiviazione della prima denuncia a carico di Incerti, mentre ha iscritto nel registro degli indagati per calunnia la prima studentessa, che un anno fa aveva rilasciato interviste su presunte molestie oggi prive di riscontro (per lei, si attende la valutazione del giudice); mentre per un secondo caso, restiamo fermi alla denuncia di un'altra studentessa, una delle quaranta universitarie ascoltate in questi mesi. Stando a quanto emerso finora, il secondo docente sotto inchiesta si chiama Salvatore Crimaldi ed è accusato per un fatto del 2017. In sintesi, una alunna sostiene di essere stata palpeggiata durante una lezione di disegno. Una violenza sessuale a tutti gli effetti - se dovessero emergere riscontri -, mentre la difesa di Crimaldi (rappresentata dal penalista napoletano Gaetano Inserra) chiarisce il proprio punto di vista: «Un fulmine a ciel sereno, nella vita di una persona perbene, pronto a difendere la sua dignità professionale e il suo decoro».
Inchiesta condotta dal pm Cristina Curatoli, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Raffaello Falcone, ci sono punti controversi, ancora tutti da definire.