Avvocati Napoli, “buco” nelle casse: blitz della Finanza all'Ordine

Gli inquirenti hanno chiesto i verbali del Consiglio, le delibere con le nomine e gli estratti conto dei consulenti

Le scritte sul muro dopo la scoperta del buco milionario
Le scritte sul muro dopo la scoperta del buco milionario
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 12 Gennaio 2023, 23:57 - Ultimo agg. 14 Gennaio, 08:46
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Hanno chiesto le carte legate alla gestione amministrativa e finanziaria del Consiglio dell’Ordine degli avvocati. Hanno chiesto di conoscere tutti i particolari legati agli stipendi, ai regolamenti, alle delibere, ma anche alle discussioni assembleari.

Massima cordialità e rispetto reciproco, sono le prime ore della mattinata di ieri, quando gli uomini della Finanza bussano alle porte della sede storica del Consiglio dell’Ordine degli avvocati. Hanno tra le mani un decreto di acquisizione atti, come si conviente a un’istituzione pubblica, nel tentativo di verificare alcuni aspetti di una vicenda complessa e amara al tempo stesso: parliamo del buco di un milione e 900mila euro che è stato registrato negli ultimi mesi, dalle casse dello stesso organo forense. Siamo in piazza Cenni, nel cuore del Palazzo di giustizia di Napoli. Non passa inosservata la presenza - per quanto discreta - degli uomini delle forze di polizia giudiziaria. 

Indagano per conto della Procura di Napoli, si sono mossi sulla scorta di una delega firmata dal pm Danilo De Simone, magistrato in forza al pool reati contro la pubblica amministrazione. Si punta a verificare se c’è stata una distazione di soldi delle casse dell’Ordine. Una verifica doverosa, alla luce di quanto emerso nel corso degli ultimi mesi. Ricordate il caso? È una vicenda al centro di un esposto in Procura firmato dai consiglieri Imparato, Pappa Monteforte e Sifo, ed esposta in sede di Consiglio dallo stesso presidente dell’Ordine Antonio Tafuri. È stato il presidente Tafuri a sottolinerare una vicenda esplosa nella parte finale del suo mandato: parliamo del maxidebito che sarebbe stato provocato dal mancato versamento di imposte previdenziali e oneri fiscali. Una vicenda che è costato il licenziamento dell’ex direttore amministrativo, un dottore commercialista che da anni gestiva il ritmo economico dell’Ordine degli avvocati. Un licenziamento per giusta causa, rispetto al quale il diretto interessato - rappresentato dal penalista napoletano Luigi Sena - si dice pronto a presentare i propri motivi di ricorso.

Ma torniamo al sopralluogo di ieri mattina. In sintesi, gli inquirenti hanno chiesto i verbali del Consiglio, specie nelle ultime sedute, le delibere con le nomine, gli estratti conto dei consulenti, compresi quelli relativi alla definizione della cosiddetta “due diligence” per verificare se ci sono stati dei comportamenti scorretti nella gestione dell’Ente. Un intero mondo - sotto il profilo politico, amministrativo e assembleare - verrà passato al setaccio, tanto che i militari della Finanza hanno chiesto anche gli estratti conto delle liquidazioni del lavoro di consulenza disposto dal Consiglio. Ma conviene rimanere al lavoro di verifica disposto dall’organo di piazza Cenni. Come è noto, al lavoro il presidente dell’unione dei commercialisti Enzo Moretta, che ha tratto conclusioni abbastanza chiare: esiste una responsabilità contabile nel versamento degli oneri dovuti dall’Ordine.

Ed è sempre grazie alla due diligence, chè è stato approntato - almeno in nuce - una sorta di piano di rientro per abbattere il debito. 

Un piano che prevede una sorta di contenimento delle spese per i prossimi quattro anni, al netto di un possibile aumento delle rette annuali per tutti gli iscritti. Una ricostruzione che non esclude, ovviamente, una verifica da un punto di vista penale. Stando a quanto emerso finora, ci sarebbero interi anni non coperti dai versamenti, quanto basta a chiedere di verificare i ruoli di Agenzia delle Entrate e dell’Inps. Vicende che vengono seguite con attenzione da tutti gli iscritti, sia per le possibili ripercussioni sulle rette annuali, sia perché sono ormai alle porte delle scadenze elettorali. Come è noto, gli avvocati votano per il rinnovo della propria assemblea nel corso della settimana che va dal 30 gennaio al 4 febbraio, in un clima avvelenato dagli ultimi eventi. Lunedì prossimo scadono i termini per la presentazione delle liste, in tanti provano la scalata al Consiglio. C’è una novità che ha incentivato la partecipazione all’agone elettorale: sono 25 (e non più 15) i posti da consigliere dell’Ordine a disposizione, in uno scenario scandito da accorpamenti e accordi elettorali tra consuglieri uscenti e new entry. Proprio in questi giorni, ci saranno raduni, dibattiti, assemblee in cinema o al teatro, per dare voce alle liste in campo. Intanto, c’è attesa per le prossime mosse della magistratura inquirente. 

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