Babygang, l’allarme a Napoli: «Il 20% di studenti in fuga dai banchi»

«In alcuni rioni registrate cifre record»

Babygang, l’allarme a Napoli: «Il 20% di studenti in fuga dai banchi»
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 17 Novembre 2022, 23:54 - Ultimo agg. 18 Novembre, 16:31
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Non è migliorata la situazione nel corso dell’ultimo anno di lavoro, ma sono stati approntati degli strumenti che potrebbero garantire una svolta. È questo il retroscena dell’incontro che si terrà questa mattina - prima a porte chiuse, poi davanti ai media - ai piani alti della Prefettura di Napoli.

Un anno di lavoro ha infatti garantito un censimento capillare in materia di abbandono dei banchi, indicato come uno dei fattori concatenati a tante altre emergenze cittadine, tra bullismo, baby gang, delinquenza di strada e mafiosa.

Stando a quanto emerso finora, in alcuni quartieri cittadini, la dispersione è giunta al 20 per cento, un dato su cui questa mattina saranno mostrate alcune slide sul percorso da compiere. Non è un caso che al vertice di stamani, all’interno di Palazzo di Governo, saranno presenti anche il procuratore per i minori Maria De Luzenberger e il direttore dell’ufficio scolastico regionale Ettore Acerra, oltre al presidente del Tribunale dei minori Giancarlo Posteraro

Uno scenario da guardare in controluce, come sempre accade quando ci si confronta con una realtà tanto complessa come l’emergenza giovanile a Napoli. Da un lato preoccupano i dati di alcuni quartieri o spaccati amministrativi - da Vicaria a Caivano -, dall’altro oggi abbiamo uno strumento valido con cui fronteggiare questo tipo di fenomeno: è il censimento dei giovanissimi che hanno abbandonato la scuola nel corso dell’ultimo anno (parliamo per lo più di elementari e medie), che hanno chiuso la loro esperienza con il mondo della formazione. Uno strumento decisivo, sembra di capire alla luce del lavoro svolto fino a questo momento, sotto il coordinamento del prefetto Claudio Palomba: questa volta non sono fantasmi.

Non sono semplici dati numerici, alla luce del fatto che in questi mesi è stata attivata una triangolazione tra ufficio scolastico regionale, Procura per i minori e i comuni di pertinenza. Di loro si sa molto, e non è poco. È una base di conoscenza da cui si cerca di partire per affrontare il problema nella sua complessità. È questo lo sfondo dal quale prendere le mosse. E c’è un altro aspetto che è stato tenuto in considerazione, anche alla luce di quanto registrato negli ultimi due anni, a partire dalla fine dell’esperienza del lockdown. 

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Dove c’è dispersione scolastica, è più facile che ci siano episodi conosciuti come babygang. Meno scuola, meno famiglia, più reati da parte dei minori. Facili preda delle organizzazioni criminali e di strada. Sono questi i punti che verranno affrontati attraverso le slide che verranno mostrate ai media. E non è tutto. Altro punto su cui battere, è la questione della rete di assistenti sociali sul territorio.

La media - come è noto - è afflittiva per il distretto di corte di appello di Napoli. Lo ha spiegato al nostro giornale, la scorsa primavera la stessa procuratrice De Luzenberger, che ha ricordato la mancanza di assistenti sociali da mandare nei quartieri difficili dell’area metropolitana: da Caivano e Arzano a Ponticelli, da Casavatore al rione Stella. È questo il probabile punto debole dell’intera azione di contrasto alla dispersione scolastica sul nostro territorio. Un fenomeno, quello della dispersione, che sembra comunque raddoppiato rispetto al periodo pre covid.  

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Nel corso dell’anno scolastico 2020-2021 sono oltre duemila i giovani di età scolare ad avere abbandonato le scuole; circa 700 sono quelli che sono stati bocciati per un numero eccessivo di assenze. Altro campanello di allarme da monitorare, nella prima mossa messa in campo dal governo Meloni per Napoli. 

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