Bollette, le voci (preoccupate) dei napoletani: «Non si può più andare avanti»

Bollette, le voci (preoccupate) dei napoletani: «Non si può più andare avanti»
di Alessio Liberini
Lunedì 29 Agosto 2022, 18:59 - Ultimo agg. 30 Agosto, 07:55
4 Minuti di Lettura

Sono facce provate e sconsolate quelle dei napoletani alle prese con il caro bollette. I rincari odierni sulle tariffe di acqua, luce e gas hanno infatti messo alle corde commercianti o semplici cittadini che si dicono stremati dai rialzi. Per molti il rientro dalle vacanze si è trasformato in una vera e propria doccia fredda. Il motivo? L’arrivo delle utenze da pagare che quest’anno sono raddoppiate o, in alcuni casi, addirittura triplicate.

«Ormai non si può più andare avanti – spiega rammaricata la ristoratrice Anna mentre attende l’arrivo delle bollette per casa e negozio – siamo con le spalle al muro. Se non cambierà qualcosa saremo costretti anche a chiudere l’attività». Per Daniele, titolare di un ristorante nei pressi di piazza Municipio, «l’orizzonte è totalmente buio». «Siamo nel marasma totale – denuncia allarmato l’uomo -  È aumentato tutto, non solo i costi energetici, ma gli stipendi sono sempre gli stessi anzi il potere di acquisto delle persone è leggermente diminuito».

Come sempre, osservano all’unanimità i cittadini partenopei, a pagare le spese più onerose di questo nuovo aumento saranno le famiglie più fragili.

Sono in tanti, già in questi giorni, che si privano anche di banalissime azioni domestiche per evitare ulteriori salassi nel portafoglio.

«Cerchiamo di accendere il meno possibile il condizionatore – dice Graziella - sto facendo anche meno lavatrici, asciugatrice non ne parliamo proprio ormai non la faccio più. Cerchiamo di contenere il più possibile ma non è semplice».

«Dobbiamo pur sopravvivere così non si riesce ad andare avanti – evidenzia amareggiato Guido, un commerciante del centro storico, chiedendo alle istituzioni di «levare almeno le accise» - rispetto allo scorso anno le bollette sono raddoppiate più del cento per cento». 

In questo scenario preoccupante in molti chiedono un aiuto, urgente, dallo Stato al fine di sopravvivere a questo periodo di grande difficoltà. Su tutti ci sono i piccoli commercianti. Quelli che dopo i duri tempi delle chiusure per la pandemia provavano ad intravedere un po’ di luce in fondo ad un tunnel che sembra però ancora lungo.

«Pensavamo in una ripresa – chiarisce Bruno, titolare dello storico bar Nilo famoso in tutto il mondo per essere la casa dell’altarino contenete il capello “miracoloso” di Maradona – ma l’aumento delle utenze è davvero un grosso problema. Già mi è arrivato il triplo rispetto la bolletta mensile di agosto 2021. Passare dagli ottocento euro che pagavo l’anno scorso a più di duemila è una spesa insostenibile».

Video

Contestualmente sono numerosi i commercianti che di questo passo si dicono pronti a chiudere le loro attività già dal prossimo inverno. «Questo mese mi è arrivata la bolletta della luce di 4mila euro l’anno scorso era giusto la metà: 2mila». Tuona spaventato un altro barista che preferisce restare anonimo: «La situazione è grave. A gennaio rischiamo di dover abbassare la serranda». 

Aumenti che, manco a dirlo, ricadono ad effetto domino anche sui consumatori. Per capirlo, ad esempio, basta fare un giro per Napoli dove anche il tradizionale rito del caffè al banco ha subito incrementi dovuti agli aumenti degli ultimi tempi. L’immancabile espresso partenopeo è arrivato a schizzare anche nella forbice che va da un euro e dieci fino ad arrivare ad un incredibile prezzo di un euro e cinquanta. Quando fino a pochi anni fa la stessa tazzina costava sugli ottanta centesimi. 

Fortunatamente, nonostante le difficolta dovute al boom delle spese, sono in tanti a restare sotto la fascia, considerata massima, di un euro per un buon caffè napoletano. «Certi prodotti non li possiamo più aumentare – precisa Bruno – il caffè già è arrivato ad un euro a quanto lo vogliamo mettere? Gli altri prodotti già sono aumentati tutti. Ora speriamo solo in un aiuto dello Stato. Ma che sia un aiuto vero non come i ristori del Covid che a molti non sono neanche mai arrivati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA