Campania, l'appello dei pescatori:
«Il mare è tutto, liberate i nostri gozzi»

Campania, l'appello dei pescatori: «Il mare è tutto, liberate i nostri gozzi»
di Domenico Ambrosino
Mercoledì 6 Maggio 2020, 08:23
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«Il mare è tutto. Il fatto di non poter uscire con i gozzi per pescare a largo ci si fa sentire doppiamente prigionieri». I pescatoridiportisti isolani sono amareggiati. Delusione e proteste per l'ultima ordinanza del presidente della Regione Vincenzo De Luca che non comprende, fra le attività consentite dalla fase due, l'uscita in mare dei pescatori.

A Procida sono ben 420 i piccoli diportisti, autorizzati dall'autorità marittima circondariale, possessori di un gozzo con cui si recano a pescare sui banchi prospicienti le isole del golfo. Sono per la maggior parte ex marittimi in pensione, una vita a bordo delle navi, che il mare ce l'hanno nel sangue e che a causa del virus vivono con difficoltà questo periodo di astinenza forzata. In altre regioni, vedi la Puglia, il problema ha trovato soluzioni differenti. Infatti l'ordinanza emessa il 10 aprile scorso dal presidente Michele Emiliano, consente lo spostamento di persone, all'interno dello stesso comune o verso altro comune per lo svolgimento in forma amatoriale dell'attività di pesca. Il provvedimento prevede sia la pesca da terra, sia in acque interne, sia in mare. Essa deve essere svolta da persona abilitata all'esercizio della pesca sportiva.

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A bordo dell'imbarcazione non debbono esserci non più di due persone. Da qui l'accorata lettera di Maurizio Visobello, studente universitario, al presidente De Luca per chiedergli uno specifico intervento a riguardo. «Alcune regioni scrive Visobello si sono già adoperate a che la pesca sportiva rientri tra le attività sportive consentite. In Campania ciò non è previsto. Nell'ultima ordinanza della Regione nulla viene specificato a riguardo. Orbene, signor presidente, io trovo assurdo che non si possa andare a pesca. Ho degli amici che soffrono tantissimo questa mancanza. Credo, addirittura che in un periodo difficile come quello che stiamo attualmente vivendo, consentire tale attività possa essere un toccasana per la mente e per il corpo. Spero quindi che lei provveda facendo chiarezza e consentendo di andare a pesca anche in Campania».

Sulla stessa lunghezza d'onda l'intervento dell'ex deputato e già sindaco di Procida Luigi Muro che chiede l'apertura della pesca ai diportisti procidani. «Non si comprende - scrive Muro perché nell'allentamento delle misure di clausura imposta dal virus non si è inteso comprendere la pesca sportiva o diportistica che il 99% dei procidani, possessori di gozzi e mezzi nautici similari, praticano da sempre. È un'attività questa che accomuna ed è praticata da persone di tutte le età, che rientra nel dna dei procidani, e che consente facilmente l'adozione di opportune precauzioni».

La Regione ha risposto con un chiarimento specificando che la pesca, rientrando nel novero delle attività sportive individuali, può essere esercitata, secondo quanto previsto dall'ordinanza regionale, fino al 10 maggio prossimo, dalle ore 6,00 alle ore 8,30. Il problema travalica i confini del mare locale per approdare anche in altre realtà. È il caso della Regione Liguria dove il consigliere regionale Claudio Muzio ha depositato un ordine del giorno chiedendo al presidente Toti di valutare la possibilità di includere nella sua prossima ordinanza la pesca sportiva e ricreativa fra le attività consentite nel territorio regionale. Al presidente Toti viene anche chiesto a farsi promotore di un'iniziativa in sede di conferenza StatoRegioni, finalizzata a sollecitare il governo a procedere in tempi brevi in questa direzione.
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