Carabiniere eroe a Napoli: «Così ho salvato la vita a un bimbo»

Carabiniere eroe a Napoli: «Così ho salvato la vita a un bimbo»
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 26 Agosto 2020, 12:33
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«Quando mi sono accorto che quel bambino non riusciva a respirare più ho capito che non rimaneva molto altro tempo per salvarlo. Sono sceso dalla macchina, lui era già cianotico e la mamma si disperava senza riuscire a rianimarlo. E con una manovra appropriata sono riuscito a fargli espellere il boccone che gli ostruiva l'esofago». A parlare è Vito, militare dell'Arma fresco di nomina che ieri in una manciata di secondi ha salvato una giovanissima vita.

Quando si dice la Provvidenza: e in questo caso la Provvidenza vestiva la divisa di un carabiniere. Drammatiche sequenze, ieri mattina, in via dei Tribunali, dove un pranzo consumato in una risto-pescheria ha rischiato di finire in tragedia. Un bambino di nove anni che era a tavola con la madre, turista romana in visita a Napoli, ha rischiato di morire soffocato per un pezzo di polpo all'insalata che si era incastrato in gola.

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Se quel bambino è ancora vivo lo si deve all'intervento di un carabiniere di 23 anni che presta servizio presso la stazione San Giuseppe. Vito racconta al Mattino com'è riuscito a salvargli la vita in quelli che sembravano momenti interminabili. «Ero con un collega in servizio di pattuglia nel centro storico - spiega il giovane carabiniere nato a Bari e di prima nomina a Napoli - quando, all'altezza della risto-pescheria La tana della sirena, ho notato un trambusto tra i tavoli: una donna chiedeva aiuto e cercava, inutilmente dando colpi alla schiena del figlio, di fargli espellere quel boccone che lo stava soffocando».

«Erano le 13,05 - prosegue il militare - e ho intuito che a quel punto ogni secondo era prezioso per evitare il peggio. Sono sceso dall'auto di servizio e ho praticato al bimbo la manovra di Heimlich (una tecnica che prevede l'esecuzione di compressioni addominali al fine di far espellere all'individuo l'ostruzione che sta causando il soffocamento, ndr)».

In pochi secondi il piccolo ha espulso quel pezzo di polpo che gli sarebbe potuto costare la vita. «Il bambino si è immediatamente ripreso, ha iniziato a respirare regolarmente e ha riacquistato il battito cardiaco regolare». Tra le lacrime della mamma e l'applauso degli altri clienti del locale. «Ho poi saputo che in quel momento il padre del giovanissimo si era momentaneamente allontanato. Siamo rimasti per un po' sul posto, abbiamo chiesto alla signora se volessero essere accompagnata in ospedale, ma visto che la situazione era tornata normale lei ha preferito tornare in albergo. Poi, qualche ora dopo, via cellulare, abbiamo ricontattato la famiglia: ci hanno confermato che il bambino sta benissimo».

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«Ma non chiamatemi eroe, per favore - aggiunge il carabiniere che è in servizio alla compagnia Napoli Centro - ho fatto solo il mio dovere di uomo e di carabiniere». E spiega: «Nei corsi di preparazione per entrare nell'Arma si dà grande spazio anche alla formazione di fronte a situazioni in cui ci sono persone che rischiano la vita: siamo addestrati per ogni emergenza rianimativa». Al militare è giunta poco dopo anche la telefonata del comandante provinciale dell'Arma di Napoli, generale Giuseppe La Gala, che si è complimentato per la professionalità e la lucidità con la quale ha saputo operare mentre intorno a lui regnavano il caos e la disperazione. «Questo episodio - dichiara La Gala al Mattino - dimostra come i carabinieri sono sempre e comunque vicini alla gente.

E conferma il loro senso di dovere e lo spirito di abnegazione, sempre e comunque».

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