Carcere di Poggioreale, detenuto impiccato alla finestra della propria cella: salvato dagli agenti

Decisivo l'intervento degli agenti di polizia penitenziaria

Il carcere di Poggioreale
Il carcere di Poggioreale
di Giuliana Covella
Sabato 27 Gennaio 2024, 08:30 - Ultimo agg. 15:09
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Un suicidio sventato nel carcere di Poggioreale. Sarebbe stato il quarto, in ordine di tempo, avvenuto all'interno della casa circondariale Giuseppe Salvia, ma per fortuna il tempestivo intervento degli agenti di polizia penitenziaria ha evitato il peggio. A darne notizia è stato il segretario regionale Campania Con.si.pe Luigi Castaldo. L'episodio è avvenuto nel tardo pomeriggio di giovedì, quando un detenuto napoletano di 30 anni si è impiccato alla finestra della propria cella con le lenzuola. Rapido intervento del personale di turno che, sentito il rumore dello sgabello durante un controllo, si è reso conto di quanto stava accadendo. «Ancora qualche secondo e avremmo avuto il quinto detenuto morto dall'inizio dell'anno - dichiara Castaldo - è sempre più insostenibile il carcere nelle attuali condizioni: troppi detenuti e tra loro troppi psichiatrici». Per il sindacalista «urge una riorganizzazione dell'attuale sistema penitenziario: poco personale di polizia penitenziaria, poche figure sanitarie specialistiche, pochi educatori, psichiatri e personale amministrativo. I tanti ritardi - conclude - fanno di Poggioreale una polveriera umana». 

Su quella che è una vera e propria emergenza sociale, che dall'inizio dell'anno ha già registrato la tragica fine di tre detenuti nel carcere di Poggioreale, che si sono tolti la vita per motivi che sono al vaglio degli inquirenti (a cui si aggiunge la morte di un altro recluso, Alexandro Esposito, 32enne di Secondigliano trovato senza vita nel reparto Napoli ai primi di gennaio e per la cui morte s'indaga per omicidio), a far sentire la loro voce sono anche attivisti e associazioni.

Come Antigone, che snocciola dati allarmanti sulla situazione più generale delle carceri in Italia: «29 morti nel 2024, di cui 11 sono suicidi». Mentre tra le vie di Napoli da ieri sono apparsi manifesti funebri con la scritta “Carceri o cimiteri?”, un chiaro messaggio provocatorio per accendere i riflettori sul tema. L'intento dei manifesti, come spiegano dal centro sociale Ex Opg Je So' Pazzo, è di «denunciare ciò che succede nel carcere napoletano e riportare all'attenzione di tutti che, dall'inizio del 2024, sono già 9 i suicidi nelle carceri italiane, di cui tre solo in quello di Poggioreale». 

Gli attivisti hanno esposto anche il manifesto “Andrea, Mahmud, Luciano (i tre detenuti che si sono tolti la vita da inizio anno). Morti sotto la custodia dello Stato”, sottolineando che i suicidi sono «il simbolo di tutte le disfunzioni del sistema carcerario: sovraffollamento, mancanza di personale e privazione di ogni diritto e tutela per i detenuti che sono trattati quotidianamente come bestie, piuttosto che come esseri umani». Per quanto riguarda poi, nello specifico, il carcere di Poggioreale, «ci sono solo due psichiatri a fronte di 2.100 detenuti - rimarcano - Gli esperti hanno visto le proprie ore di lavoro dimezzate l'anno scorso, tutto ciò a fronte di un aumento costante della popolazione detenuta con gravi problemi psichici. E la risposta del Governo a questa situazione, comune a molte carceri d'Italia - aggiungono gli organizzatori dell'iniziativa - è la creazione di nuovi reati e il totale menefreghismo. I suicidi vengono considerati incidenti inevitabili, mentre sappiamo che non sono incidenti». 

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