Napoli, nuovi assunti nei reparti dell'ospedale Cardarelli ma le divise sono riciclate

Napoli, nuovi assunti nei reparti dell'ospedale Cardarelli ma le divise sono riciclate
di Melina Chiapparino
Mercoledì 6 Novembre 2019, 09:20 - Ultimo agg. 11:42
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Sono stati assunti dall'azienda ospedaliera Cardarelli ma per loro non ci sono le divise. È stato così il primo giorno di servizio degli operatori socio sanitari che, da ieri mattina, prestano servizio nella cittadella ospedaliera della zona collinare. Se da una parte, l'arrivo di nuove risorse nei reparti ha rappresentato una vera e propria boccata di ossigeno per l'ospedale, dall'altra sembra paradossale che per i nuovi assunti non ci siano neppure forniture di calzari o casacche da lavoro. Eppure è stato esattamente così per i 17 neo assunti che si sono dovuti accontentare di materiale riciclato.

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La maggior parte dei lavoratori ha indossato divise usate e abiti riadattati dal deposito, perché appartenuti a lavoratori in pensione o difettati e solo un paio di persone hanno ricevuto la divisa nuova ma, anche in questo caso, qualcosa non è andata per il verso giusto. I completi nuovi, infatti, erano di taglia superiore a quella che avrebbero dovuto indossare gli operatori. C'è stato chi seppure esile di costituzione, ha preferito indossare una taglia 56 pur di non avere materiale riciclato. Ma non è tutto. I 17 socio sanitari «orfani» di divisa, corrispondono alla prima «infornata» di assunzioni che proseguiranno oggi e nei giorni a venire fino all'introduzione di oltre 100 neo assunti per i quali si riproporrà lo stesso problema. Anzi, sarà sempre peggio. Anche le divise usate che sono abiti da lavoro sanificati e puliti ma appartenuti ad altri, finiranno.

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«I lavoratori, dopo l'assunzione, si sono recati alla lavanderia ospedaliera per ritirare le divise ma si sono trovati dinnanzi ad un muro - spiega Antonio Di Nardo del sindacato Cobas nonostante le richieste insistenti si è verificata l'impossibilità di ricevere effetti personali per carenza di divise e riforniture». Questo disagio rischia di procurare conseguenze ancora più complicate, dal momento che la divisa fa parte del protocollo igienico sanitario da assicurare ai lavoratori. La carenza di divise, inoltre, è il riflesso di una seconda emergenza. «Siamo al collasso perché continuano a mancare le lenzuola nei reparti - continua Di Nardo - in questi giorni le forniture sono composte dal 50% di materiale Tnt sintetico e 50% di cotone che sono una quantità insufficiente per garantire standard di qualità e le conseguenze come sempre, si riversano sui pazienti e sul personale ospedaliero». Per i Cobas, la responsabilità è senza dubbio «delle ditte che curano la lavanderia ma, considerando la gravità del problema, urge un tavolo di confronto con l'azienda Cardarelli per trovare soluzioni riparatrici» conclude Di Nardo.
 

 

Il problema vero è più complicato dell'emergenza di questi giorni. La vicenda riguarda la ditta American Laundry, assegnataria del servizio di lavanderia per conto del Cardarelli e di altri presidi Asl oramai in scadenza di contratto ma, soprattutto, azienda colpita da un'interdittiva antimafia che ha reso improponibile la proroga del contratto comportando la nuova assegnazione all'Hospital Service.

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Oggi si svolgerà l'incontro tra i lavoratori dell'American Laundry e gli altri attori della trattativa attraverso cui si dovrebbero salvaguardare i contratti dei lavoratori. Nel frattempo, Giuseppe Russo direttore sanitario del Cardarelli getta acqua sul fuoco. «In merito al rischio di una carenza di nuove divise si tratta di un rischio limitato a casi sporadici e del tutto insignificanti nell'ottica dell'assistenza- spiega Russo - la questione è legata alla ormai nota vicenda dell'American Laundry». «Benché la situazione non sia affidata alla gestione della direzione strategica del Cardarelli- aggiunge Russo - l'abbiamo seguita con attenzione ed è doveroso ringraziare ancora una volta il Commissario Prefettizio per la sua collaborazione».
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