Napoli, dal Cardarelli all'Ospedale del Mare Sos pronto soccorso: «Siamo allo stremo»

Napoli, dal Cardarelli all'Ospedale del Mare Sos pronto soccorso: «Siamo allo stremo»
di Ettore Mautone
Martedì 4 Maggio 2021, 00:00 - Ultimo agg. 5 Maggio, 09:35
4 Minuti di Lettura

Cardarelli e Ospedale del mare: sos pronto soccorso a Napoli. La città è in zona gialla sul fronte dell’epidemia da Sars-Cov-2 e gli effetti del lungo lockdown iniziano a vedersi nei reparti Covid sebbene molto gradualmente, con alti e bassi che si susseguono a giorni alterni, ma sono le prime linee ordinarie a soffrire di più ora. Qui è iniziato a suonare l’allarme rosso da una decina di giorni a causa di un vero e proprio iperafflusso di malati sfociato nel caos del primo maggio e dell’ultimo weekend. Gli scogli con cui sono costretti a misurarsi medici, infermieri ed operatori sono il doppio canale di ingresso, lo screening pre Covid e i percorsi di accesso separati. Un sistema ingolfato a causa anche dei posti letto centellinati a valle dei reparti di urgenza a causa del distanziamento che vige nelle unità ordinarie con stanze quasi sempre singole e interi reparti sottratti all’assetto ordinario per fare posto alle unità Covid. Il doppio fronte (Covid e non Covid) delle attività di cura rallenta gli accessi e logora la forza lavoro, dilata i tempi e ingolfa i percorsi.

«In città la gente è tornata a uscire in maniera massiccia, riemergono gravi incidenti» spiega un medico che al Cardarelli si affanna a misurare i parametri vitali di un giovane finito, dopo una scivolata in moto, sotto il paraurti di un’auto.

Il suono delle sirene avverte dell’arrivo, col 118, di un altro traumatizzato. Dietro, in una macchina, c’è un anziano riverso sul sedile privo di sensi per una sincope. Il lavoro dei camici bianchi è senza soste, febbrile. Alle spalle dei locali del triage la solita fila di “letti tecnici”, barelle e poltrone, il filtro delle cure sul territorio e a domicilio è di là da organizzare. Aumento dei gravi traumi e politraumi da incidenti, in condizioni di gravità, delle patologie ordinarie trascurate per mesi e tanti pazienti alle prese con i postumi dell’infezione da Covid-19. Ecco le cause di una marea che si alza soprattutto nei fine settimana. A est della città è in ginocchio anche l’Ospedale del mare: ieri pomeriggio erano 50 i pazienti in pronto soccorso, altri 24 erano fuori in attesa di valutazione e la medicina di urgenza alle prese col solito pienone. La mancanza di un direttore sanitario di presidio di ruolo, il team del pronto soccorso privo di guida (c’è solo un incaricato) da quando il primario Vittorio Hezel è in malattia, sedute operatorie centellinate per le eccellenze che vanta l’ospedale a causa della penuria di anestesisti i principali nodi da sciogliere. 

Video

Intanto anche gli altri pronto soccorso della città soffrono: come il Cto dove di notte manca il turno di ortopedici, il San Paolo che con circa 100 accessi al giorno, di cui il 50 per cento gravi e da ricoverare, è anch’esso in affanno, il Pellegrini sommerso dal bacino di utenza del Loreto e del San Giovanni Bosco attualmente Covid center. «Una situazione difficile in tutti i Pronto soccorso dell’intera della Regione - sottolinea Antonio Eliseo, responsabile del Nursing up, sindacato degli infermieri - dalle segnalazioni la maggior parte delle Aziende non ha stilato un Piano di gestione del sovraffollamento. Servono uomini e maggiori spazi per una migliore separazione dei percorsi. Gli organici sono all’osso e il piano di potenziamento della rete territoriale a cinque mesi dalla sua approvazione è ancora al palo». Sul piede di guerra anche l’Anaao: la delegazione del Cardarelli è pronta a dare battaglia sul progetto di riorganizzazione del pronto soccorso proposta dal manager Giuseppe Longo. L’appuntamento è per domani: conferenza stampa presso la sede di piazza Borsa. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA