Coprifuoco a Napoli, terzo giorno di protesta contro le chiusure. Mobilitazione al Vomero: «Sciopero fiscale»

Coprifuoco a Napoli, terzo giorno di protesta contro le chiusure. Mobilitazione al Vomero: «Sciopero fiscale»
di Antonio Folle
Lunedì 26 Ottobre 2020, 06:30 - Ultimo agg. 19:04
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Terzo giorno di protesta per i napoletani. Ieri sera cittadini, commercianti, ristoratori, pizzaioli, associazioni civiche e comitati sono scesi di nuovo in strada per dire no alle ipotesi di lockdown in Campania - per ora scongiurate dopo l'intervento diretto del governo - e contro il Dpcm firmato dal premier Conte e che prevede la chiusura di bar e ristoranti alle 18, una mazzata terribile per una economia già provata. Per la manifestazione di ieri, cominciata intorno alle 21, sono scese in piazza oltre duemila persone che hanno fatto sentire ancora una volta il loro dissenso contro il governatore - preso di mira dalla maggior parte dei cori - e hanno sfidato il coprifuoco scattato ufficialmente alle 23. 

Nonostante il gran numero di persone che hanno sfilato per le strade del quartiere collinare non si sono verificati incidenti con le forze dell'ordine che hanno presidiato la manifestazione in assetto antisommossa.

Un importante segnale e, allo stesso tempo, una sonora risposta alle violenze scatenate da alcuni estremisti infiltrati nelle manifestazioni di venerdì sera e di sabato pomeriggio.  

 

Dopo il raduno a piazza Vanvitelli il folto gruppo di manifestanti ha sfilato lungo l'aristocratica via Scarlatti e ha raggiunto via Luca Giordano dove ha incontrato un secondo corteo che arrivava da piazza Medaglie d'Oro. I due gruppi di manifestanti si sono uniti e hanno proseguito in direzione di piazza degli Artisti dove, dopo un comizio improvvisato, la manifestazione ha proseguito il suo cammino verso piazza Medaglie d'Oro. 

«Il virus non è il nostro solo nemico - tuonavano i rappresentanti dei manifestanti - ma il governo di Roma e il presidente della Regione stanno dimostrando di essere i nostri veri nemici. De Luca ha decretato il lockdown senza nemmeno preoccuparsi di capire se esistevano coperture economiche per chi sarebbe rimasto senza lavoro. A Roma - l'ira di alcuni pizzaioli che si sono uniti alla manifestazione con tutti i dipendenti al seguito - annunciano cassa integrazione da subito quando ci sono persone che aspettano la precedente cassa integrazione da maggio. Questi signori - proseguono i manifestanti - non sono più credibili e annunciamo che nei prossimi giorni continueremo a scendere in piazza per far sentire la nostra voce, e lo faremo come stasera, pacificamente, per dimostrare che, a differenza di quello che dice De Luca, non siamo camorristi, ma persone che rivendicano i loro diritti».  

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Dopo una sosta a piazza Medaglie d'Oro - durante la quale i manifestanti hanno rumorosamente invitato i vomeresi a scendere in piazza al loro fianco - il corteo, al grido di «Regione, Regione» si è incamminato verso piazza Leonardo, dove si sono verificate le uniche tensioni della serata. I manifestanti, infatti, pretendevano di raggiungere palazzo Santa Lucia per una nuova manifestazione di protesta. Ferma l'opposizione da parte dei funzionari di polizia che hanno sbarrato la strada riuscendo, allo stesso tempo, a calmare gli animi più esagitati. La manifestazione, dopo lo screzio di piazza Immacolata, è andata via via disperdendosi.

La manifestazione di ieri sera con ogni probabilità farà da apripista ad altre manifestazioni che potrebbero caratterizzare le prossime settimane. Con l'ultimo Dpcm molti ristoratori hanno denunciato la distruzione completa della loro economia. Molti hanno simbolicamente riconsegnato le chiavi dei loro negozi e hanno invitato i loro colleghi ad atti di disobbedienza civile e allo sciopero fiscale. 

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