Coronavirus a Napoli, il Tribunale diventa «zona rossa» e gli avvocati sono pronti allo sciopero

Coronavirus a Napoli, il Tribunale diventa «zona rossa» e gli avvocati sono pronti allo sciopero
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 29 Febbraio 2020, 13:33 - Ultimo agg. 17:33
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Il Palazzo di Giustizia  sembra essere diventata la zona rossa di Napoli. Il Coronavirus sembra davvero essere passato di qui, nella cittadella giudiziaria del Centro direzionale: dopo il caso del legale risultato positivo al virus, scattano le prime misure per fronteggiare l'emergenza. 

Nella notte un altro avvocato sottoposto al tampone è risultato positivo. Ma circola insistentemente, tra i togati, la voce - non ancora confermata ufficialmente - che ci sarebbero altri due colleghi infettati. Se ne saprà di più nel pomeriggio.
 

 

Intanto da parte degli avvocati si leva alta la richiesta di sospendere tutte le attività giudiziarie a Napoli: il Consiglio dell'Ordine degli avvocati presieduto da Antonio Tafuri è riunito in seduta permanente da ieri, in un luogo diverso dalla sede istituzionale che si trova proprio nel Tribunale. Gli avvocati chiedono la chiusura degli uffici giudiziari, e si appellano al presidente della Corte d'Appello De Carolis ed al procuratore generale Riello. 

Entro le 15 gli stessi avvocati potrebbero decidere l'astensione da tutte le udienze. E, tra i legali napoletani, c'è anche chi ha deciso di investire della questione direttamente il governo, mettendo in mora il ministro Guardasiglilli Bonafede chiedendogli un intervento immediato in una situazione nella quale sembra regnare il caos. 
 

Questo il documento degli avvocati: «A seguito della positività accertata di un avvocato di Napoli e della probabile positività di almeno altri sei avvocati napoletani, il Consiglio dell’Ordine degli avvocati ritiene indifferibile l’adozione della misura drastica della sospensione precauzionale dell’attività giudiziaria negli uffici di Napoli, in quanto è altissimo il rischio di una diffusione del virus a centinaia di frequentatori del palazzo di Giustizia, ossia di un ambiente totalmente chiuso, areato unicamente con l’aria condizionata e accessibile solo mediante l’uso di ascensori quasi costantemente affollati fino al limite della portata massima. La mancata adozione di reali e concrete misure di cautelarappresenta un vero attentato alla salute pubblica cui il Consiglio dell’Ordine reagirà adeguatamente qualora le Autorità competenti, anche di fronte all’evidenza della crisi, dovessero perseguire nella inattività. Il Consiglio, riunito da ieri in seduta permanente, adotterà già oggi le decisioni necessarie».

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