Covid a Napoli, mamma positiva racconta il parto: «Al Policlinico ho trovato i miei angeli»

Madre e figlio, mano nella mano
Madre e figlio, mano nella mano
di Emma Onorato
Lunedì 22 Marzo 2021, 17:33 - Ultimo agg. 20:30
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Con un post pubblicato su Facebook, Martina Tucci, una giovane napoletana di 29 anni, condivide la toccante storia legata alla recente nascita di suo figlio. Il racconto enunciato sui social inizia con la descrizione del momento in cui Martina esegue l'ultimo monitoraggio fisiologico della gravidanza; un tracciato che registra già delle importanti contrazioni: il piccolo Roberto è pronto a nascere. È stato già tutto pianificato, il parto deve avvenire presso una clinica privata, la Clinica Sanatrix; qui Martina si è già ambientata, ha il suo ginecologo e la stanza assegnata. Una comunicazione inattesa sconvolge i suoi piani: risulta positiva al tampone molecolare, la giovane donna ha contratto il coronavirus. La notizia desta forte timore in lei, la destabilizza, d'un tratto viene assalita da paure ed incertezze. Teme per la salute del suo bambino. Inizia a ridurre ogni minimo sforzo che possa provocare dolori o contrazioni e culla la speranza di ritardare il parto per riuscire a negativizzarsi prima del momento, ma il piccolo in grembo è già pronto a venire al mondo. 

Sabato 13 marzo Martina saluta il marito Antonio e la figlia e inizia la procedura per gestanti positive affette da Covid-19 presso il Policlinico di Napoli: «Qui ho trovato i miei angeli», dichiara Martina. La giovane donna prova un'infinita gratitudine indirizzata al personale medico e all'intera squadra che le è stata vicino, supportandola e incoraggiandola al fine di affrontare al meglio il momento del parto: «Solo al pensiero ho i brividi - racconta Martina - mi hanno assistita delle giovani donne, tre ostetriche e due ginecologhe, che reputo eccezionali. Il travaglio, per fortuna, è durato solo poche ore; durante questa fase mi hanno sostenuta con gesti e parole. Mi dicevano di non mollare, che ce l'avrei fatta, che sono una donna forte e che non avrei dovuto ricorrere al parto cesareo. Ricordo perfettamente la scena dove mi veniva accarezzata la schiena per alleviarmi i dolori. Successivamente mi hanno accompagnato in sala parto e qui ho vissuto un'esperienza memorabile; a guidarmi è stata la forza d'animo che avevo dentro: un parto naturale bellissimo». Martina mette in risalto l'alta professionalità del team e al contempo esalta la grande capacità di comunicarle un forte calore umano. Un calore capace di scacciare ogni forma di paura, in grado di alleggerire il contesto e lo stato di salute in cui si trovava, riuscendo a colmare perfino l'assenza della madre e del marito. Martina ha dato alla luce Roberto durante la notte del 13 marzo 2021, ma ha dovuto aspettare quattro giorni prima di vederlo e conoscerlo per la prima volta. «Sono stata avvolta da un'esplosione di emozioni - confida Martina - non riuscivo a credere che fosse mio figlio. Ho ancora molta paura, ho paura anche di guardarlo perché temo di poterlo contagiare, quindi sono estremamente meticolosa».

Il piccolo Roberto è in compagnia della nonna e vede la madre solo in occasione dell'allattamento; Martina è scrupolosa e rispetta tutte le misure di prevenzione necessarie: prima di allattare utilizza la doppia mascherina ed indossa indumenti sterilizzati. La madre non può trascorrere molto tempo in contatto col figlio e tale restrizione le crea difficoltà a realizzare che è diventata mamma per la seconda volta; per lei non è facile elaborare la maternità lontana da Roberto. Il piccolo neonato sta bene, è in compagnia della nonna, l'unica a non aver contratto il virus. Per adesso il marito e la figlia di Martina vedono il piccolo Roberto solo attraverso le fotografie e un monitor. 

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Per Martina è stata dura non poter vedere e abbracciare il figlio alla nascita, non poterlo avvicinare da subito al suo petto, ma attraverso il racconto di questa storia vuole lanciare un messaggio di forza a tutte quelle donne che si ritrovano nella sua stessa situazione; Martina ricorda che ogni donna nasconde dentro di sé un'immensa forza, una forza di cui spesso non si è consapevoli ma che si esterna nei momenti più bui. La giovane donna, infine, rivolge un appello ed invita ad avere fiducia nel personale medico e negli operatori sanitari. Ora lei guarda al futuro con ottimismo, un ottimismo ispirato dallo sguardo del suo nuovo bambino.

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