«Cinghialoni sì, cinghialoni no»: è caos sul web dopo le ultime ordinanze della Regione

«Cinghialoni sì, cinghialoni no»: è caos sul web dopo le ultime ordinanze della Regione
di Delia Paciello
Domenica 3 Maggio 2020, 17:59 - Ultimo agg. 18:22
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Cinghialoni sì, cinghialoni no: è questo il dubbio dei campani. L’ordinanza di Vincenzo De Luca che riapre ai runners e toglie gli orari per le passeggiate cancellando le sue stesse dichiarazioni di solo qualche ora prima ha creato un po’ di subbuglio. Ma in tanti a Napoli hanno preso la palla al balzo approfittando subito per qualche uscita di gruppo, dimenticando il concetto di distanziamento sociale e la questione congiunti: mascherina e via per le strade più trafficate della città, come verso Bagnoli, a via Napoli o a via Caracciolo. Il mare mancava a tanti, e così non hanno aspettato neanche il 4 maggio e il via ufficiale alla fase due: la nuova normalità è già avviata da qualche giorno. Sui social però è nata la questione: «A sto punto è via libera a tutto. Era stato così rigido e in poche ore ha dimenticato? Non vorrei aver fatto tanti sacrifici per nulla»; «Chissà cosa succederà: i contagi veri li vedremo fra un mese, ora gli asintomatici potranno contagiare liberamente senza controlli»; «Alla fine anche i cinghialoni per strada?». La questione dei cinghialoni tra l’altro aveva fatto tanto parlare le piazze virtuali di tutta Italia: qualcuno ha parlato di body shaming, di attacco agli anziani che vogliono fare attività fisica denigrandoli. Altri hanno identificato il suo discorso con affermazioni sessiste: «Belle ragazze toniche che corrono con vestiti aderenti» che affiancano i cinghialoni, ecco la parte sotto accusa.
 

 

Insomma l’oratoria dello sceriffo ha fatto tanto discutere il web, ma a molti anche il suo repentino cambio di rotta è sembrato strano. De Magistris lo ha definito «schizofrenia istituzionale», altri invece populismo in vista di un possibile ritorno al voto a breve, anche a luglio come lo stesso governatore auspica. Fatto sta che lo sceriffo ha guadagnato numerosi consensi durante l’emergenza coronavirus anche per il pugno duro con cui ha contenuto i contagi in Campania, adottando misure restrittive dure e aumentando i controlli. Ora però il tanto amato presidente della Regione ha allentato le sue stesse misure e per alcuni suoi sostenitori in maniera troppo repentina già da qualche giorno: la gente ormai gira liberamente e crea assembramenti. «Questo per cavalcare l’onda dell’Italia stanca di stare a casa», afferma qualcuno. Per altri invece la colpa degli assembramenti a Napoli è del sindaco che ha diminuito i controlli delle forze dell’ordine e la gente si riunisce per le strade. «Almeno dovrebbe chiudere le vie più frequentate», chiede qualche cittadino. Ma ci vorrebbe anche buon senso per affrontare la fase due. E invece siamo ancora alla fase uno e già è caos.

E poi la questione sui nuovi arrivi dal Nord: per qualcuno De Luca non è stato abbastanza rigido, non si è imposto abbastanza. «Doveva fare tamponi a tutti coloro che arrivano da altre regioni»; «Dovrebbe controllare ogni arrivo e imporre la quarantena», è la voce del popolo del web. E poi c’è la denuncia social degli assembramenti, la paura del contagio ma allo stesso tempo la voglia di tornare alla lontana normalità ormai perduta. La confusione fa parte anche degli umori stessi degli italiani davanti all’improvviso pericolo, una situazione del tutto nuova dove purtroppo non esiste certezza, nessuno possiede la verità su come sia meglio affrontare l’emergenza.
 

Ognuno dice la sua, e si sa, i social servono a questo. Però qualcuno al governo certamente studia con l’aiuto di esperti la situazione tenendo in considerazione tutti fattori, dalla salute pubblica al danno economico. E la troppa autonomia delle regioni per molti non può giovare: «Non hanno abbastanza conoscenza della situazione globale e bisognerebbe seguire linee guida sicure»; «Continuare con le limitazioni e aprire in maniera graduale non giova a nessuno: l’unica logica che porta a una scelta simile è quella di un reale pericolo per la salute. Perciò non corriamo», si legge sul web.

Ma il coronavirus per tanti è diventato un modo per fare politica e esprimere opinioni senza avere i dati a disposizione ma abbracciando la corrente dei pareri degli italiani. E allora sciolto il dubbio sui cinghialoni, che potranno per ora correre solo nella fascia oraria mattutina tra le 6,30 e le 8,30, restano tante questioni ancora vive per i campani, e non solo. L’unica cosa che può salvarci, a quanto pare in questa fase due, è il buon senso. «Che Dio ce la mandi buona», è la preghiera del web. 

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