Coronavirus in Campania, arrivano mascherine e farmaci con i mezzi dell'Esercito

Coronavirus in Campania, arrivano mascherine e farmaci con i mezzi dell'Esercito
di Adolfo Pappalardo
Sabato 28 Marzo 2020, 08:30 - Ultimo agg. 12:59
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Che qualcosa non abbia funzionato nella macchina é chiaro. Anche Domenico Arcuri, commissario straordinario all'emergenza Coronavirus, l'ha notato: qualcosa, qualche granello di sabbia, ha fatto perdere qualche giro alla macchina della Protezione civile che garantisce gli approvvigionamenti alle Regioni. Da qui, e dalla necessità di procedere più celermente, sarà ora l'esercito a occuparsi delle distribuzione in tutta Italia. Mentre Arcuri assicura il Mezzogiorno: «Abbiamo un occhio particolare alle regioni del Sud per dotarle prima possibile delle attrezzature sanitarie necessarie ad anticipare l'arrivo dell'epidemia, sperando che grazie alle misure prese settimane fa dal governo non arrivi con la stessa forza del Nord».
 

 

Ci sono discrasie tra i numeri in possesso alla Protezione civile e quelli in mano delle Regioni. Parliamo di attrezzature sanitarie ma soprattutto tute e mascherine che sembrano essersi dileguate per strada. Non arrivano come dovrebbero alle regioni e, peggio, non agli operatori sanitari che sono in prima linea contro questa guerra. Tanto che al commissariato straordinario hanno anche pensato di consegnarle direttamente alle aziende sanitarie. Una ipotesi anche per frenare le polemiche con i presidenti di regioni che lamentano di non avere, anche se richieste, mascherine, caschi e ventilatori. In parte qualcosa è andato storto ma, anche per rispondere alle critiche di tre giorni fa del governatore De Luca, la ratio rimane quella di spedire ventilatori e caschi dove c'è la vera emergenza. E, quindi, dove le terapie intensive sono sature di pazienti e non, vedi la Campania, dove non si è arrivati fortunatamente a questo e i posti di intensiva li stanno creando in questi giorni. «I proiettili e i carroarmati servono al fronte, non nelle retrovie e nei magazzini in attesa di essere usati. E il fronte ora è in Lombardia», dicono al commissariato dove non c'è certo voglia di mettere benzina sul fuoco delle polemiche. Anzi. Anche se Arcuri ieri sera tenta di sopire gli animi: «Stiamo concentrando il più possibile apparecchiature e dispositivi dove la crisi ha assunto una pervasività maggiore. Lo sforzo delle Regioni, in particolare di quelle in difficoltà per la vastità dell'emergenza va sostenuto. Tutte le Regioni verranno - dice - il prima possibile e nel modo più equo possibile dotate delle attrezzature e dispositivi che non sono in grado di acquisire direttamente». E il commissario nel frattempo fornisce i numeri. «Siamo passati da una media di 307.068 mascherine distribuite al giorno a una media di 2,8 milioni. Oggi (ieri, ndr) distribuiamo 4,1 milioni di mascherine, di cui 2,8 delle cosiddette Ffp2 e Ffp3 che servono al personale sanitario. Ora - spiega - consegniamo 136 ulteriori impianti di terapia intensiva, sono le apparecchiature che servono perché le persone ricoverate in terapia intensiva possano essere assistite: negli ultimi tre giorni ne abbiamo consegnate 242. Le terapie intensive, che erano 5343, sono oggi 8984. In questo periodo sono aumentate del 68 per cento».
 

«Per velocizzare le forniture di materiali e attrezzature ospedaliere verranno impiegati, oltre ai mezzi su gomma, anche gli elicotteri delle Forze Armate. Abbiamo appena concluso - dice Arcuri - un importante lavoro per velocizzare ed efficiente i tempi di consegna di questi materiali incidendo in modo significativo sui tempi di consegna alle varie strutture sul territorio». Verranno impiegati 14 autocarri (pesanti e leggeri) e 5 elicotteri AB412 del 2° reggimento Aves dell'esercito di stanza a Lamezia Terme. «Nelle prossime ore verranno schierati, sempre presso la base di Lamezia Terme, anche NH90 e CH47, elicotteri con maggiore capacita' di trasporto. La Difesa ha messo, inoltre, a disposizione strutture per lo stoccaggio di materiali in due caserme, a Bari e Lamezia Terme, ed altri centri di distribuzione saranno attrezzati e resi disponibili all'occorrenza su tutta la penisola», fa sapere il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. E nel frattempo i vertici delle Forze Armate hanno già allestito un piano trasporti terrestre ed uno aereo.
A cominciare da basi di stoccaggio (dove sia attivo già un servizio di sorveglianza) lungo i principali assi autostradali o in vicinanza di porti e aeroporti. 

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