Covid, gli infermieri eroi a rischio licenziamento: in Campania sono 6.700

Covid, gli infermieri eroi a rischio licenziamento: in Campania sono 6.700
di Melina Chiapparino
Martedì 22 Marzo 2022, 22:59 - Ultimo agg. 24 Marzo, 08:09
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Futuro in bilico per gli “eroi” del Covid che, dopo due anni di impegno in prima linea, rischiano di tornare a casa. In Campania sono circa 6.700 i professionisti del comparto sanitario reclutati per potenziare l’assistenza ospedaliera, distrettuale e territoriale durante la pandemia, per i quali, il 31 marzo prossimo, scadranno i contratti. 

Nelle ultime settimane, in tutta la regione, si sono scatenate le proteste di medici, infermieri e operatori socio sanitari precari, reclutati per l’emergenza Covid: «Non serviamo più, ci mandano a casa». Si tratta di professionisti impiegati in tutti i settori dell’assistenza e considerati necessari per l’aumento del fabbisogno di cure causato dalla pandemia ma, di fatto, la loro presenza ha ridato ossigeno ai comparti ospedalieri che da anni soffrivano per la carenza di organico. In molti casi, i sanitari, hanno prestato servizio nei reparti di cure ad alto impatto, incluse le terapie intensive, fronteggiando le ondate pandemiche e, tra loro, non è mancato chi ci ha rimesso la vita. Dopo la proroga ricevuta a dicembre 2021 che ha esteso i contratti di tutti i precari collegati all’emergenza Covid, fino alla fine di marzo, solo una minoranza di aziende sanitarie locali ha prorogato la scadenza a fine giugno come nel caso dell’ospedale Cardarelli e dell’Asl Napoli 1 Centro, da cui rimangono fuori solo i 70 operatori della cooperativa Gesco (con contratti scaduti a dicembre). Una proroga, però, che non risolve il conto alla rovescia per l’estromissione dei precari ma la rimanda di qualche mese. Il comune denominatore delle mobilitazioni è la convinzione di «non dover tornare a casa perché necessari al mantenimento dei livelli essenziali di assistenza del servizio sanitario regionale». «Il personale ha garantito le prestazioni durante un periodo di estrema emergenza e sta continuando a fornire mano d’opera essenziale» ha sottolineato Grazia Serpe, delegata Fp Cgil per l’Asl Napoli 3 Sud dove è in ballo il destino di 540 infermieri e 134 operatori socio sanitari che andranno via a fine mese. L’istanza dei precari dell’Asl Napoli 3 Sud, rivendicata dagli avvocati Giovanna Russo e Daniele Sparano, è anche al centro di un documento congiunto tra Cgil, Fp Cisl, Uil fp, Fials, Nursing Up e la federazione dei Sindacati Indipendenti dove si legge che «non è possibile dare il benservito sapendo che vi sono attività da implementare come la riduzione delle liste di attesa, l’assistenza territoriale di prossimità, la ripresa di presidi ospedalieri». 

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Saranno decisive le prossime ore per una svolta che potrebbe essere indirizzata dalla «volontà generale del governo nazionale di prorogare fino al 31 dicembre 2022 i contratti» come annuncia Antonio Postiglione, direttore generale per la tutela della Salute in Regione, che specifica come il legislatore nazionale circoscriva questa possibilità «al fabbisogno del tetto di spesa».

In pratica, l’estensione dei contratti dovrebbe rientrare nell’obiettivo di costo ordinario ma questo non ha fermato la Regione Campania intenzionata «alla massima collaborazione e interpretazione delle norme per garantire a tutti la proroga». «L’istanza promossa dalla Campania, su richiesta della Protezione Civile Nazionale è la sopravvivenza di tutte le norme speciali» ha concluso Postiglione.

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