Covid a Napoli, al Cotugno i pazienti seguiti con braccialetti elettronici

Covid a Napoli, al Cotugno i pazienti seguiti con braccialetti elettronici
di Ettore Mautone
Lunedì 8 Febbraio 2021, 09:05 - Ultimo agg. 14:38
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Telemedicina e innovazione varcano la soglia dell'ospedale Cotugno che sperimenta, tra i primi in Italia tra le mura ospedaliere, un sistema di controllo in remoto per tutti i reparti Covid-19. Esperienze simili si registrano solo in una Asl in Toscana e agli Spedali di Brescia ma solo per i controlli a domicilio. In questo caso invece sono monitorati 24 ore su 24, tramite un braccialetto elettronico connesso con le medicherie di ogni divisione, i malati ricoverati in ospedale. «I pazienti sono spesso anziani visitati due o tre volte al giorno ma non si può seguirli costantemente - spiega Maurizio Di Mauro, direttore generale dell'Azienda ospedaliera dei Colli - ora li dotiamo di un kit composto da 2 sensori wireless, un trasmettitore bluetooth per controllare non solo la saturazione e la frequenza respiratoria ma anche l'indice di perfusione e altri parametri vitali. I dati vengono poi trasmessi su una piattaforma controllata h24 da personale dedicato e formato garantendo un intervento tempestivo in ogni reparto qualora i parametri dovessero modificarsi in maniera improvvisa e pericolosa». Ciò consente di «ridurre il personale di guardia e di risparmiare sul consumo dei dispositivi di protezione individuale».


I REPARTI
«Le unità di reparto vengono trasformate in tante piccole rianimazioni - aggiunge Antonio Corcione, direttore del dipartimento di Anestesia e rianimazione del Monaldi - i malati di Covid a volte non sono molto presenti a se stessi, sono da soli in stanza e tolgono la maschera a ossigeno che dà loro fastidio oppure vanno incontro a peggioramenti nell'arco di poche ore. L'entrata nelle stanze dei malati viene centellinata in quanto medici e infermieri devono vestirsi dalla testa ai piedi. In questo modo invece il braccialetto invia costantemente i dati al sistema ricevitore con un allarme che scatta quando la situazione va oltre i valori limite». Al Monaldi inoltre c'è un gruppo di quattro informatici che sorvegliano da remoto tutti i device e se scatta un allarme avvisano a loro volta il personale sanitario di reparto. Un controllo doppio per maggiore sicurezza.

Il collegamento, tra sistema di rilevamento e ricevitore, avviene tramite il telefono. Al Cotugno due anestesisti girano ininterrottamente i reparti 24 ore su 24 per intervenire in caso di necessità tuttavia il numero dei posti letto (circa 220 del vecchio plesso, 65 del nuovo padiglione G e 70 al Monaldi) è tale da non consentire un monitoraggio continuo e ininterrotto di tutti i malati. Il prossimo passo sarà quello di estendere il controllo anche ai pazienti a casa, non solo i Covid in via di guarigione e in condizioni di salute più precarie, ma anche scompensati cardiaci, malati in attesa di trapianto, evitando così ricoveri prolungati, talvolta per mesi, consentendo invece interventi puntuali anche con prescrizioni telefoniche.

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IL PROGETTO
Il progetto partito al Cotugno coinvolge, al momento, i pazienti afferenti alla prima divisione e al pronto soccorso ma sarà esteso nell'arco di una decina di giorni a tutto l'ospedale e successivamente anche a pazienti cardiopatici seguiti al Monaldi. «Il sistema elettronico utilizzato nasce per il monitoraggio domiciliare dei pazienti colpiti da scompenso cardiaco - conclude Corcione - ma il sistema è stato adattato alla gestione dei pazienti Covid in ricovero ordinario. Si è scelto di utilizzare questa tecnologia perché per quelli in sub intensiva ed in intensiva già è previsto il monitoraggio costante dei parametri». La malattia da Sars-Cov-2 è una patologia subdola che può portare ad un rapido e repentino aggravarsi delle condizioni del paziente, l'obiettivo è invece agire tempestivamente fornendo le cure necessarie in maniera mirata. Un sistema che le Asl potrebbero agevolmente utilizzare per il controllo in remoto dei pazienti assistiti a domicilio anche tramite i medici di famiglia e le guardie mediche. I costi di un utilizzo su vasta scala sarebbero ammortizzati dagli enormi vantaggi clinici. «Se mai dovesse verificarsi una nuova ondata - conclude Di Mauro - il braccialetto sarebbe applicabile a tutti i pazienti di tutti i pronto soccorso della Campania anche in coda nelle macchine per scongiurare eventi avversi improvvisi scaturiti dal caos. Per questo abbiamo intenzione di dividere i pazienti ricoverati al Cotugno in tre gruppi, gravi, medio-gravi e meno gravi».

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