Vaccini, la road map in Campania: a maggio i 60enni, entro l'estate i nati nel decennio '61-'71

Vaccini, la road map in Campania: a maggio i 60enni, entro l'estate i nati nel decennio '61-'71
di Ettore Mautone
Venerdì 2 Aprile 2021, 23:41 - Ultimo agg. 3 Aprile, 18:22
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Vaccinare in fretta e il più possibile: è questo l’unico strumento che le regioni hanno per battere in velocità quel fulmine del Coronavirus che ora veste la maglia della variante inglese che non solo è più infettiva ma anche, a quanto pare, più letale se è vero che per la prima volta la Campania, pur a fronte di un calo complessivo dei contagi, per la prima volta dall’inizio della pandemia supera il tasso di letalità (nell’ultima settimana) registrato nella media delle altre regioni. 

A Napoli da giorni poi è un continuo alternarsi di una predominanza dei nuovi casi rispetto ai guariti e viceversa segno che non si riesce a consolidare l’abbassamento della temperatura epidemica. Se il virus colpisce di più le persone di mezza età quando sarà possibile vaccinarli tutti? Nel Lazio, tanto per dire, stanno già inoculando i 50enni e i 60enni. In Campania siamo invece fermi ancora agli over 80 e solo all’inizio delle immunizzazioni per la fascia di età che va dai 70 agli 80 anni. Quando si inizierà, dunque, a vaccinare le persone di mezza età che attualmente, insieme ai 60enni, sono le anagrafiche più rappresentate negli ospedali e affollano rianimazioni e degenze Covid? Le stime prevedono di completare entro metà maggio la vaccinazione con le due dosi dei 60-70enni per poi raggiungere, entro la fine dell’estate, il braccio di quelli nati nel decennio successivo, dal 1961 al 1971 in cui si va fortunatamente ad incrociare alcune delle categorie prioritarie già vaccinate come insegnanti, universitarie forze dell’ordine. 

Tutto però dipende dalle dosi di vaccino disponibili: attualmente il Lazio, per restare alla stessa regione che ci fa da esempio, con la stessa popolazione della Campania, ha ricevuto un milione e 250mila dosi, circa 250mila in più della Campania che però batte la Capitale per la percentuale di inoculazioni che sono attestate all’87,2 per cento, un punto in più. 

Le consegne sono dunque dirimenti: dopo lo stop di metà marzo, dovuto ai controlli di sicurezza di Ema e Aifa su AstraZeneca, attualmente la Campania è tornata a somministrare circa 25mila dosi al giorno ma deve raddoppiare a 50mila se vuole veder coronata l’aspirazione di aver coperto il 70 per cento della popolazione entro l’autunno.

Ieri le dosi di AstraZeneca erano quasi terminate ma già oggi arrivano i rifornimenti. In questo mese di aprile ne saranno consegnate 122.700 che serviranno a vaccinare con la prima dose altrettanti cittadini. Le fiale di Moderna restano residuali e per questo mese ci dovremo accontentare di una fornitura massima di 34.500. Vaccino quest’ultimo destinato a rifornire i frigoriferi dei medici di famiglia. A Napoli crescono le adesioni tra quelli disponibili a vaccinare a domicilio o a studio) anche perché nei luoghi scelti dalla Asl i camici bianchi non vogliono andarci. Prosegue infine l’incremento delle consegne di Pfizer che consentiranno di incrementare le involuzioni giornaliere potendo contare su un esercito di circa 123mila camici bianchi di cui il 25 per cento a Napoli.

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Il tutto mentre si aspetta l’arrivo di altri vaccini, in primis Johnson & Johnson, considerato essenziale per dare la spinta decisiva alla campagna vaccinale. Se davvero si punta, come ha sottolineato il presidente del Consiglio Draghi, a immunizzare tutta la popolazione entro l’estate allora bisognerà davvero correre. E non si potrà contare sui vaccini italiani, una speranza per sconfiggere definitivamente il Coronavirus, ma che richiedono tempi decisamente più lunghi. E allora bisognerà fare i conti con le fiale realmente a disposizione, far quadrare i numeri, non sprecare neppure una dose. Intanto le percentuali di adesione alla campagna sono incoraggianti: altissime tra medici, infermieri e personale sanitario, discrete e positive tra i docenti, anche universitari, e le forze dell’ordine, buone anche per gli over 80 e gli altri anziani. Per i pazienti fragili c’è qualche difficoltà in più che bisognerà affrontare e risolvere attraverso il coinvolgimento dei medici di medicina generale. Infine i farmacisti: quando si potrà portare il siero anche nelle farmacie, utilizzando la diffusione capillare di questi punti, allora davvero non ci saranno più ostacoli alla definitiva immunizzazione dei cittadini campani. 

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