Un'altro componente della banda è risultato irreperibile. Le indagini sono iniziate nel marzo 2016, dopo l'arresto a Dolcedo (Imperia) di un uomo di origini campane bloccato subito dopo avere ritirato del denaro da un ufficio postale usando dei documenti falsi. Il gruppo, utilizzando 18 diverse carte d'identità contraffatte, ha messo a segno 25 colpi. Le accuse nei loro confronti sono di associazione per delinquere, ricettazione e falso documentale.
La banda - composta da persone originarie del Napoletano - era organizzata in modo da fornire anche assistenza legale ai componenti che finivano in arresto.
Il capo della banda aveva, tra l'altro, il compito di reclutare i cosiddetti «incassatori», cioè coloro che con i documenti falsi si recavano nelle Poste per ritirare il denaro. C'era chi li accompagnava negli uffici dove «operare» - preventivamente selezionati - e chi, infine, distribuiva i guadagni. Tutti i componenti la banda sono stati individuati anche grazie all'esame dei filmati dei sistemi di videosorveglianza e ad intercettazioni telefoniche e ambientali.