Gomorra, i dubbi di De Laurentiis: «Entriamo però poi che faccio, metto a rischio 70 persone?»

Gomorra, i dubbi di De Laurentiis: «Entriamo però poi che faccio, metto a rischio 70 persone?»
Venerdì 18 Luglio 2014, 02:40 - Ultimo agg. 09:05
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NAPOLI - «Vai con la polizia a girare? E se ti bruciano, ti fanno un attentato, che succede poi?». Questo si chiedeva il manager organizzatore Cattleya Matteo De Laurentiis parlando con il socio di maggioranza della «Cattleya» Giovanni Stabilini quando la fiction Gomorra è entrata nella fase esecutiva.



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Brutta storia, quella emersa dalle indagini del pool anticamorra napoletano, alla luce delle conversazioni captati grazie a microspie sapientemente piazzate dai militari dell'Arma.



C'è ad esempio una intercettazione presente nella misura cautelare firmata dal gip Cimma, che risale al 19 luglio dello scorso anno, che sembra aprire lame di luce sui rapporti tra i manager della produzione cinematografica e quelli del clan vesuviano. È in questa occasione che Matteo De Laurentiis espone dubbi e perplessità al suo interlocutore, a proposito di pressioni che per la Procura di Napoli sono vere e proprie minacce estorsive: «Il rischio che noi corriamo - prosegue De Laurentiis - è questo, perchè io ci vado a girare, perché io non cedo al ricatto, vado a girare e ci entro. Ci posso entrare con la polizia, con i carabinieri di Torre Annunziata, mi hanno garantito che loro mi fanno entrare perché c'è un contratto e va bene. Però poi che faccio, metto a rischio 70 persone che ci vengono? Cioè qui non si parla di gente normale, eh!».





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