Fase 2 a Napoli, via alle messe ma un parroco chiude: «Stop ai minori di 14 anni»

Fase 2 a Napoli, via alle messe ma un parroco chiude: «Stop ai minori di 14 anni»
di Maria Chiara Aulisio
Martedì 19 Maggio 2020, 10:00
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Primo giorno di celebrazioni, ieri mattina, nelle chiese napoletane sulla base delle regole contenute nel protocollo d'intesa siglato lo scorso 7 maggio, tra la Conferenza Episcopale Italiana e il Governo, a Palazzo Chigi. Un vademecum condiviso in pieno dal cardinale Crescenzio Sepe con i vescovi della Campania e inoltrato - con qualche piccola modifica - a tutti i parroci della regione. Nessun dubbio sul da farsi: i sacerdoti hanno riaperto con le idee chiare e ben attrezzati - dal punto di vista sanitario - ad accogliere i fedeli. «È stata una grande emozione tornare a dire messa come prima - racconta don Enzo Papa, parroco nel Duomo - alla celebrazione delle 9 hanno partecipato una trentina di persone: distanze di sicurezza, guanti e mascherine per tutti. In ogni caso qui problemi di spazio proprio non ne abbiamo».
 

 

Dal centro storico in via Manzoni: nella parrocchia Corpus Christi e Regina del Rosario, padre Giuseppe Ferrara, accoglie una cinquantina di fedeli: «È stato bello vedere le persone di nuovo sedute tra i banchi. - racconta il parroco - Devo dire che tutto si è svolto in maniera ordinata e nel rispetto delle regole. Con le dovute distanze siamo riusciti a ottenere 94 posti a sedere, e non mi sembrano pochi». Don Giuseppe si è organizzato come si deve: a ogni fedele, prima di entrare in chiesa, con l'ausilio di un termoscanner, sarà misurata la temperatura: oltre i 37 gradi non si entra. Ma c'è chi ha voluto fare anche di più. Succede ad Arzano, nella parrocchia del Sacro Cuore. Don Alessandro Overa, in un video postato sulla pagina facebook della comunità religiosa, detta on line le sue regole per dare il via alle celebrazioni post-Covid. Numero uno: ingresso vietato ai minori di 14 anni. Non si capisce bene il perché, ma gli adolescenti non potranno partecipare alle celebrazioni religiose. Numero due: gli orari. Ovvero: da un minimo di 14 anni a un massimo di 30 libero accesso solo alla messa di mezzogiorno alla quale non potranno invece partecipare quelli che il sacerdote definisce adulti: a chi ha più di 30 anni sarà infatti riservata la cerimonia delle 8 o, in alternativa, quella delle 10. La salute prima di tutto, è il diktat di padre Alessandro che - garbatamente - suggerisce ai fedeli che prendono pillole, e dunque potrebbero avere qualche problema di bagno, di rimanere a casa perché ai servizi igienici della chiesa si potrà accedere solo in caso di grande emergenza.
 

È decisamente più flessibile padre Mario Ziello della parrocchia Santa Maria del Carmine alla Concordia, nel cuore dei Quartieri spagnoli. Qui - nel rispetto delle regole, ovviamente - entrano tutti, grandi e piccoli, pure i neonati, e ieri pomeriggio, a partecipare alla messa vespertina, non erano in pochissimi. Il sacerdote - dal pulpito - ha anche fatto riferimento alla sparatoria della sera precedente quando, tra quei vicoli, sono stati esplosi numerosi colpi di pistola: «Un brutto risveglio per la gente dei Quartieri - dice il prete - hanno sparato senza paura, si sono fermati solo all'arrivo dei carabinieri per ricominciare subito dopo». Ma don Mario non si scoraggia e tiene aperta la sua chiesa con la speranza di portare alla conversione un sempre maggior numero di persone. Torna a dire messa don Tonino Palmese, nella chiesa dell'Arciconfraternita, nel cortile dell'ospedale Vecchio Pellegrini dove, a partire dalla prossima domenica, riprenderanno anche le abituali celebrazioni delle 10. 

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