Ferrari intestate a prestanomi, ecco la centrale del riciclaggio da Napoli a Colonia

«Gli affari del clan Polverino in Germania»

Ferrari intestate a prestanomi
Ferrari intestate a prestanomi
di Viviana Lanza
Venerdì 15 Dicembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 16 Dicembre, 07:20
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Ripulivano soldi provenienti da narcotrafficanti simulando noleggi, ma di fatto vendendo Ferrari, Porsche, Lamborghini, Audi a chi non voleva o non poteva comparire come proprietario dei bolidi. Un'indagine della Guardia di finanza, coordinata dalle Procure di Napoli e Cagliari, ha alzato il velo sul business milionario realizzato sull'asse Napoli-Germania da un gruppo che vantava tra i propri clienti professionisti facoltosi di tutta Italia e personaggi della criminalità organizzata di Marano, Secondigliano e Scampia. Tra le intercettazioni agli atti dell'inchiesta spunta anche il nome del neomelodico Tony Colombo, che non figura tra gli indagati di questa inchiesta. 

Il nome di Tony Colombo compare in una telefonata tra quelle intercettate dai finanzieri sulle utenze del gruppo di presunti riciclatori. Nella conversazione si ascolta un tale Tonino affermare di essere un personaggio pubblico e chiedere un'auto di prestigio in leasing a Gaetano Gargano che illustra le condizioni di acquisto non modificabili perché lui in Germania effettua una sorta di finanziamento personale del 30% per poter prendere l'auto.

Secondo gli investigatori, quel Tonino è il più noto Tony Colombo. Nel complesso sono diversi i nomi famosi tra i clienti del gruppo finito sotto inchiesta, tra i quali figurano anche medici e amici di imprenditori di fama internazionale. Sono otto i personaggi chiave dell'inchiesta che conta una quindicina di indagati e punta la lente sui reati di associazione per delinquere, riciclaggio, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni con l'aggravante della transnazionalità.

Il gip Nicola Marrone, accogliendo le richieste del pm della Dda di Napoli Giuseppe Visone, ha firmato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Gaetano Tufo e Pasquale Coppola e agli arresti domiciliari per Gaetano Gargano, Alfredo Tufo e Salvatore Baiano. Coppola risulta titolare della ditta di noleggio auto con sede a Erftstad, in Germania. Attraverso l'intermediazione dei Tufo, secondo l'accusa titolari di una ditta di Marano che sarebbe stata di fatto la sede secondaria della ditta tedesca, simulavano contratti di noleggio per vendere auto a clienti facoltosi che non volevano risultare intestatari di auto di lusso o a camorristi e loro amici che avevano bisogno di arginare la legge. Attraverso i falsi noleggi, secondo l'ipotesi investigativa accolta dai gip di Napoli e Cagliari, si offriva ai clienti della ditta tedesca un vero e proprio servizio di schermatura per dissimulare la titolarità di beni di elevato valore ed eludere l'applicazione di sequestri e misure di prevenzione. La ditta tedesca di Coppola, napoletano trapiantato in Germania, risulta intestata alla moglie di questi e con la collaborazione della figlia avrebbe effettuato numerose e articolate operazioni di riciclaggio. L'inchiesta nasce da una costola di un'indagine della squadra mobile di Cagliari su un gruppo criminale capeggiato da sardi e campani, dedito alla vendita in Sardegna di tonnellate di droga (hashish in particolare) proveniente dalla Campania: l'indagine ha già portato a sentenze definitive di condanna e alla confisca di beni per oltre 20 milioni di euro, eseguita dai finanzieri del capoluogo sardo, e ha quindi ispirato il filone investigativo che a Napoli ha consentito di ricostruire canali e meccanismo del riciclaggio degli ingenti proventi del narcotraffico. Sequestrati alla ditta tedesca di autonoleggio 9 immobili, 132 veicoli e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 4,2 milioni di euro. 

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