Fondi di coesione, l'Anci: «Stop liti: sbloccate i soldi»

Il partito dei sindaci scende in campo

Fitto col prefetto Di Bari
Fitto col prefetto Di Bari
di Dario De Martino
Domenica 14 Aprile 2024, 10:56
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«Fate presto». Il titolo del "Mattino", diventato proverbiale, viene utilizzato per sottolineare l'urgenza dei sindaci campani di avere a disposizione i fondi sviluppo e coesione. Dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi al presidente dell'Anci Campania Carlo Marino fino al vicepresidente nazionale dell'Anci Ciro Buonajuto, l'appello è unanime: basta liti tra Governo e Regione, si lavori affinché i fondi vengano messi finalmente a disposizione, magari con i Comuni protagonisti. D'altronde parliamo di circa sei miliardi e mezzo destinati alla programmazione culturale, ad opere infrastrutturali e di messa in sicurezza del territorio, allo sviluppo produttivo e del turismo, solo per citare alcune materie. Insomma: risorse fondamentali per la Regione e soprattutto per i sindaci che con questi fondi potranno finalmente realizzare i progetti già pronti per le città.

L'appello

Il primo a lanciare l'appello, venerdì, era stato il sindaco di Benevento Clemente Mastella. Poche ore prima era arrivata l'ordinanza del Consiglio di Stato nella lite amministrativa tra ministero del Sud e Regione: sospensione dell'ordinanza del Tar Campania che aveva dato 45 giorni di tempo, scaduti il 6 aprile, al ministero per predisporre l'accordo con la Regione necessario a sbloccare i fondi. «Sarebbe utile che si imboccasse, invece che quella delle aule della giustizia amministrativa, la strada del dialogo e della mediazione istituzionale, in una forma di triangolazione, operosa e collaborativa, tra Governo, Regione e sindaci», le parole di Mastella che a Fitto e De Luca ha chiesto di «riallacciare il filo del dialogo tra le istituzioni, anteponendo ad ogni altra cosa il bene delle comunità che amministriamo». Parole che trovano la condivisione della maggior parte delle fasce tricolori campane. L'idea di rendere i sindaci protagonisti stuzzica in particolare il primo cittadino di Napoli Gaetano Manfredi: «Ho sempre sostenuto la necessità del dialogo istituzionale per giungere ad un accordo sui fondi Fsc così strategici per il nostro territorio. Il ruolo dei Comuni può essere utile in tal senso, per questo condivido la proposta del sindaco Mastella», dice l'inquilino di Palazzo San Giacomo che non ha mai condiviso la linea della «lotta armata», per usare le parole di De Luca, scelta dal governatore. Infatti non partecipò alla manifestazione a Roma organizzata dall'ex sindaco di Salerno, provocandone l'irritazione. Manfredi, inoltre, ricorda: «Già in sede di Anci, come sindaci delle grandi aree metropolitane, evidenziammo come le Città Metropolitane e i capoluoghi di provincia possano essere lo strumento operativo per favorire la conclusione di un'intesa così importante per realizzare opere e progetti».

Le voci

Condivide l'appello di Mastella anche presidente dell'Anci e sindaco di Caserta Carlo Marino: «I 280 comuni campani non riescono a chiudere la vecchia programmazione, con cantieri fermi e imprese che devono essere pagate. Il nostro grido è: "fate presto". Noi abbiamo fatto tutti gli adempimenti chiesti. Ora tocca a Governo e Regione fare la propria parte». E ancora, Marino aggiunge: «La vicenda Fsc si trascina da 18 mesi. Siamo già fuori tempo massimo, i Comuni campani stanno soffrendo e centinaia di loro rischiano il default. Pure il vicepresidente nazionale dell'Anci e sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto si allinea alle parole di Mastella: «Per noi i fondi Fsc sono fondamentali. Abbiamo troppe opere pubbliche pendenti. Risolvere questa vicenda significa sbloccare progetti importanti per le nostre comunità». Per Buonajuto, comunque, «De Luca, a prescindere dai modi, sta facendo una battaglia giusta. Non è una sfida giudiziaria, ma politica. E sollecito i parlamentari eletti nei collegi campani ad intervenire». Intanto ieri De Luca è tornato a parlare della questione: «Sui fondi di coesione il Consiglio di Stato non ha dato ragione al Governo. Ha sospeso i termini, che è una cosa diversa, significa "Prendiamoci altri due mesi per fare gli approfondimenti". Quindi hanno rinviato l'udienza di merito alla settimana dopo le elezioni europee, casualmente. Abbiamo già chiesto di anticiparla di almeno un mese. Noi abbiamo presentato il nostro programma l'11 ottobre e non abbiamo ancora capito perché stiamo fermi».
 

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