«Il futuro del Sud e il ruolo del Mediterraneo»: stretta di mano (e frecciatine) tra Fitto-De Luca

Il saluto tra il ministro e il governatore dopo le tensioni

Raffaele Fitto
Raffaele Fitto
Venerdì 5 Aprile 2024, 09:31 - Ultimo agg. 6 Aprile, 08:02
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Oggi e domani è in programma a Napoli (Gallerie d’Italia, via Toledo 177) la seconda edizione di #AgendaSud2030: Dove l’Europa incontra il Mediterraneo. Un’occasione di confronto, promossa dalla Fondazione Merita, sul futuro del Sud Italia e del suo ruolo nel Mediterraneo.

Partecipano, tra gli altri, i ministri Raffaele Fitto, Antonio Tajani e Adolfo Urso, il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, i sindaci di Bari Antonio Decaro e Napoli Gaetano Manfredi. Conduce il direttore del Mattino Francesco de Core

Dopo scontri a suon di dichiarazioni e di atti ufficiali, come denunce, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ed il ministro per gli Affari europei e per il Sud, Raffaele Fitto, hanno preso parte all'evento. Il primo ad arrivare è stato De Luca, seduto in prima fila, poi Fitto che ha preso parte al tavolo dei relatori. Al termine dell'evento c'è stata una stretta di mano tra il ministro della Coesione e del Sud e il governatore campano. Lasciando la sala il ministro Fitto si è avvicinato alla prima fila dove è seduto De Luca e i due si sono stretti la mano. Fitto si è poi allontanato.

Fitto, nel suo intervento ha detto di «evitare sempre la polemica per la costruzione delle soluzioni», sottolineando che sui fondi di sviluppo e coesione «il Governo porta avanti l'interlocuzione allo stesso modo con tutte le regioni italiane». Fitto ha spiegato che quello che è cambiato è il meccanismo che è stato invertito: «prima c'era un finanziamento assegnato oggi ha invertito l'accordo di coesione prevede una intesa tra governo e regioni». Ad oggi «sono state sottoscritte 17 intese con le regioni e altre ne faremo». De Luca aveva presentato un esposto-denuncia in sede di giustizia amministrativa, contabile e penale contro il ministro Fitto in merito al blocco dei fondi Fsc «Per me l'approccio è molto semplice e istituzionale. Io non partecipo ad un dibattito che per me è surreale, si lavora nei siti istituzionali, nel merito dei provvedimenti e sono di carattere tecnico, sarebbe assolutamente inopportuno trasformarle in soluzioni o confronti di carattere politico» ha spiegato. «Non do aggiornamenti oggi - ha detto Fitto quando è giunto alla sede dell'Unione Industriali di Napoli - perché parteciperei a un dibattito che per quanto mi riguarda è surreale. E' in corso, come noto, una interlocuzione di carattere tecnico fatta dal punto di vista formale e sostanziale con le Regioni con le quali stiamo definendo questo percorso, non esiste per quanto mi riguarda alcun approccio politico, il mio approccio è istituzionale e guarda alla sostanza e alle questioni, non alla spettacolarizzazione degli scontri.

Sinceramente non mi appartengono, non ne sarei capace. Mai come in questo caso l'azione è finalizzata fortemente a questo. Abbiamo sottoscritto 17 accordi, stiamo lavorando con Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia per chiudere gli ultimi quattro. Le norme sono note, il lavoro che stiamo facendo è nell'interesse di tutto il Paese. Non interessa altro».

«Fitto sa bene, e se non lo sa glielo ricordo io, che se c'è un governo e un'istituzione che non fa ideologismi ma che si interessa solo dei problemi concreti delle proprie comunità è la Regione Campania. Le bandiere di partito e di coalizione a ma non interessano nulla, a me interessa creare lavoro per i nostri giovani e tutelare la dignità di Napoli e della Campania» ha detto il governatore a margine del convegno. «Vi pare normale - ha aggiunto - parlare di Fondi sviluppo e coesione e invece di cominciare dalla Campania si inizia dalla Valle d'Aosta: è una cosa demenziale ed offensiva per la dignità di Napoli e della Campania non solo per il peso politico che ha la Campania, ma anche perché la Campania è l'area di maggiore sofferenza sociale d'Europa. Era doveroso iniziare il lavoro dalla Campania». «Non mi alzo la mattina per fare polemiche, è per la vita evangelica, anche io da laico, maggiormente in questa giornata dove sto trascorrendo un onomastico un po' triste, ma le Regioni complesse andavano affrontate per prime, non per ultime, anche per rispetto di Napoli e della Campania che è l'area di più vasta sofferenza sociale d'Europa» ha proseguito De Luca«Sono d'accordo sul fatto che bisogna garantire coerenza tra Pnrr, programmi europei e fondo Sviluppo e Coesione, ma la competenza del Governo nazionale non va oltre questo. Il piano sviluppo e coesione della Campania lo fa la Campania, non il Governo nazionale. Oggi scadevano i termini fissati dal Tar Campania con i quali, senza entrare nel merito della vicenda, aveva prescritto al Ministero della Coesione di iniziare entro 45 giorni l'iter. Mi sarei aspettato che, mantenendosi fedele a questa prescrizione, andassimo a rapida conclusione, invece il Ministero ha fatto ricorso al Consiglio di Stato. Una delle motivazioni è la non competenza del Tar Campania e l'altra è che, siccome il piano della Campania è complesso, i tempi devono essere più lunghi, ma il cronoprogramma del Ministero andava capovolto. Proprio perché ci sono Regioni complesse andavano affrontate per prime, non per ultime», ha concluso De Luca, aggiungendo: «Nessuno di noi è interessato a polemiche inutili e men che mai la Regione Campania, che si caratterizza per due linee: burocrazia zero e problemi concreti, non ideologici. I rilievi critici fatti dal Ministero e dal Governo sono: abbiamo concluso con tutte le Regioni tranne con una, ma non hanno detto la differenza di rapporti con la Campania. E' probabile che sia il Governo a differenziarsi. Non ho avuto modo di criticare il ministro per l'atteggiamento irrispettoso del Governo quando a Roma 500 sindaci sono andati per avere un chiarimento dal Ministero e hanno trovato le porte dei Ministeri sbarrati e tutto il Governo in fuga. E' ancora una democrazia e occorrerebbe un minimo di rispetto».

«La centralità del Sud nel Mediterraneo acquista maggiore significato ora che la guerra in Ucraina ha allontanato Occidente e Oriente. Il nostro seminario vuole sottolineare il nuovo ruolo a cui è chiamata l’Europa, che passa per l’Italia e per il Sud. Se riusciremo a spendere nei prossimi due anni le risorse del Pnrr gli effetti sul Sud si toccheranno con mano. Per questo c’è bisogno di una forte struttura di missione in grado di dialogare con tutti i centri di spesa» ha sottolineato l’ex ministro Claudio De Vincenti, presidente onorario della Fondazione Merita. 

«Il Sud Italia, con la sua posizione geografica privilegiata e la sua ricca storia culturale, può e deve giocare, ora più che mai, un ruolo fondamentale nel favorire la cooperazione e lo sviluppo tra l'Europa e le sponde del Mediterraneo». Lo ha detto Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, nell'intervento introduttivo del convegno. Gros-Pietro ha sottolineato che nel corso della due giorni «verrà esplorato un Mezzogiorno che non è sufficientemente conosciuto, ricco di dinamismo e di voglia d'impresa, un Mezzogiorno che il nostro Gruppo bancario sta sostenendo attivamente, e devo dire con soddisfazione, nella consapevolezza che la crescita del Sud fa crescere l'intero Paese. Il Mezzogiorno - ha proseguito - non è affatto il deserto industriale che talvolta viene falsamente dipinto: se fosse uno Stato sarebbe al 7° posto tra i Paesi manifatturieri d'Europa per numero di imprese, con una marcata concentrazione in settori chiave come l'aerospazio, l'automotive, l'agroalimentare, l'abbigliamento- moda e il farmaceutico. Il suo tessuto produttivo si sta irrobustendo: a fine 2023, le società di capitale attive nel Mezzogiorno erano oltre 408mila, il 30 per cento del totale italiano». Il presidente di Intesa Sanpaolo ha posto l'accento, in particolare, sulla "significativa" presenza di imprese innovative che - ha evidenziato - «noi di Intesa Sanpaolo sosteniamo attraverso il nostro Innovation Hub, il Laboratorio ESG, Agritech e Terra Next, ma il rilancio del Mezzogiorno nel contesto Euro Mediterraneo conta anche sull'economia marittima, sull'energia e sul turismo»

«Io non sono contrario al ponte sullo Stretto di Messina ma mi chiedo quale priorità abbia realizzare questa infrastruttura che ti porta su un'isola dove c'è ancora un binario unico ferroviario e dove in auto ci metti 4 ore per fare 50 chilometri» ha detto il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, intervenuto in collegamento video al convegno promosso da Merita in corso a Gallerie d'Italia a Napoli. «Se vogliamo dare competitività al Paese - ha aggiunto - bisogna fare ciò che serve per creare lavoro».

«La storia del Pnrr è una storia di successo ed è l'unico caso in cui viene citata la performance dei comuni italiani, Noi il nostro lavoro lo abbiamo fatto». Così Antonio Decaro, presidente Anci nazionale e sindaco di Bari, in video collegamento con le giornate di 'Merita' in corso a Napoli. «La commissione europea anche sulle politiche dei fondi di coesione vorrebbe trasferire il modello Pnrr e noi siamo d'accordo - ha aggiunto - del resto al livello territoriale del comune si può vedere l'interazione tra Pnrr e fondi di coesione». «Noi il nostro lavoro come comuni lo abbiamo fatto ma bisogna lavorare in squadra», ha aggiunto.

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