Ore 23.40 di lunedì, Corso Vittorio Emanuele, non lontano dai giardinetti Mercadante: il 28enne Tommaso Iavarone affacciato al balcone di casa riprende la strada deserta in pieno orario di coprifuoco. A un certo punto si sente un frastuono assordante, oltre il curvone, e meno di un secondo dopo si materializzano nella videocamera del suo smartphone sei moto a tutta velocità, saette che sfrecciano lungo il Corso, sfidando in un colpo solo la sorte, il codice della strada, i divieti anti-Covid e la possibilità di incrociare una malcapitata ambulanza a sirene spiegate. Poi le moto scompaiono in un amen continuando la loro corsa e senza accennare rallentamenti.
Le moto percorrono più o meno 100 metri in 5 o 6 secondi al massimo.
«Si tratta probabilmente di un urban gp, di una specie di Gran Premio clandestino - commenta Francesco Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde - Lo suggerisce la velocità raggiunta dai sei veicoli, che erano sia scooter che moto. Inoltre la vicenda è stata registrata in orario di coprifuoco, e non è la prima volta che accade. Questa è la terza o quarta gara che avviene in città negli ultimi mesi. Le strade asfaltate, come lo stradone di Scampia, via Tasso o via Diocleziano, sono luoghi dove gli incivili spesso si divertono a organizzare queste gare criminali, pericolose per sé e per gli altri. Non vorrei che in questo caso, alla gara si aggiungesse il desiderio di sfidare le autorità che hanno disposto il coprifuoco dalle 22». «Abbiamo inviato il filmato alle forze dell'ordine - aggiunge Benedetta Sciannimanica, consigliera della Municipalità 1 - Servono controlli in strada continui, dissuasori di velocità, impianti semaforici e telecamere per evitare altre morti. Che si tratti di gare organizzate clandestinamente o di semplici raduni e scorribande è comunque grave andare a così forte velocità, soprattutto in tarda serata, in quella strada e in prossimità di una curva: è pericolosissimo, potrebbe essere investito qualcuno e abbiamo già pianto troppi morti a causa dell'alta velocità e dell'irresponsabilità».