Procura di Napoli, Gratteri incontra gli aggiunti: «Pronto a fare squadra»

Prima giornata per il nuovo procuratore

Nicola Gratteri
Nicola Gratteri
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 28 Settembre 2023, 23:22 - Ultimo agg. 30 Settembre, 16:04
4 Minuti di Lettura

È stato il suo primo incontro con la sua futura squadra. È durato una manciata di minuti, appena il tempo di un caffé e di una stretta di mano con quelli che saranno i suoi compagni di viaggio nei prossimi anni. Sono le tre e mezza di ieri pomeriggio, caldo estivo, in Procura arriva il nuovo capo Nicola Gratteri, fresco di nomina di Csm. È stato accompagnato dal magistrato napoletano Giuseppe Lucantonio, per anni pm e aggiunto a Napoli, oggi procuratore generale a Catanzaro. Ed è stato il pg Lucantonio a presentare Gratteri all’attuale vicario, l’aggiunto Sergio Ferrigno, all’ex vicario Rosa Volpe, ma anche agli altri aggiunti della Procura di Napoli: erano presenti, all’ottavo piano, Sergio Amato, Simona Di Monte, Raffaello Falcone, Pierpaolo Filippelli, Alessandro Milita, Antonio Ricci (quest’ultimo proveniente da Vallo della Lucania e prossimo ad assumere l’incarico di aggiunto a Napoli). 


Clima disteso, immediatamente cordiale, al riparo da inutili formalismi, chiaro l’obiettivo: creare sin da subito le condizioni ottimali per lavorare assieme e per dare slancio all’azione investigativa sul territorio. È stato lo stesso procuratore a ricordare la sua disponibilità totale ad ascoltare ogni pm del suo ufficio, con l’obiettivo di fare gruppo nel contrasto alle illegalità del territorio.  Nei prossimi giorni, dunque, Nicola Gratteri si insedierà a Napoli. Come è facile immaginare la sua sarà una vita blindata, come in Calabria. Come è noto, il procuratore Gratteri vive sotto scorta. Qui a Napoli, andrà a vivere in una caserma della polizia del centro cittadino, un luogo destinato a rimanere anonimo per evidenti ragioni di sicurezza. Ma quando avverrà l’insediamento ufficiale del magistrato calabrese? Ottobre, probabilmente nella terza settimana del mese. Forse il 20 ottobre, quando Gratteri sarà atteso in aula, dinanzi al presidente del Tribunale Elisabetta Garzo, al cospetto degli altri vertici della giustizia napoletana. Un giuramento al quale potrebbe essere presente, salvo colpi di scena, anche il procuratore nazionale (ed ex procuratore di Napoli) Gianni Melillo.

Una presenza importante anche per sgomberare il campo da ogni equivoco su vecchie competizioni sull’asse Napoli-Roma. Come è noto, l’ex procuratore di Napoli l’ha spuntata un anno e mezzo fa per la Dna, in una corsa a due proprio con Gratteri, che in questi giorni si accinge invece a prendere la guida della Procura partenopea. Ma non è la prima volta che i due magistrati si incontrano, sotto il profilo professionale, come emerge anche da alcune indagini condotte in questi anni. Siamo in piena emergenza Covid, quando scattarono gli arresti contro gruppi imprenditoriali accusati di aver trafficato carburanti, abbattendo i costi del fisco e riciclando soldi di dubbia provenienza: un’inchiesta condotta dalla Procura di Roma, di Napoli (all’epoca guidata da Melillo) e dalla Procura di Catanzaro di Gratteri.

Un modus operandi che fa leva sulla condivisione e sulla sinergia degli approcci. Ed è stato lo stesso neo procuratore partenopeo a ribadire l’importanza del lavoro di squadra da parte di tutte le componenti dell’ufficio napoletano, anche al netto di interpretazioni forzate di stralci della sua audizione resa a giugno dinanzi alla commissione del Csm.

Video

Ma quali saranno le prime mosse del nuovo procuratore. Chi lo conosce sa bene che c’è innanzitutto una esigenza di studio, di approfondimento dei fenomeni criminali e delle caratteristiche presenti nel distretto di Corte di Appello di Napoli. Non solo camorra, non solo consorterie camorristiche, ma anche una criminalità predatoria che terrorizza cittadini inermi, come accaduto in via delle Repubbliche marinare la scorsa settimana con i clienti di un bar fermi di fronte alle armi puntate dei rapinatori; per non parlare del fenomeno delle “stese” tutto napoletano, che rappresenta un pericolo costante per i cittadini del territorio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA