Maltempo a Napoli, voragine ai Ponti Rossi. La rabbia degli sfollati: «Vogliamo tempi certi»

Gli operai di Abc in azione a via Masoni
Gli operai di Abc in azione a via Masoni
di Antonio Folle
Giovedì 14 Novembre 2019, 18:38 - Ultimo agg. 21:38
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Attesa e rabbia per gli sfollati di via Ulderigo Masoni a Napoli dove, nella notte tra martedì e mercoledì, una maxivoragine ha rischiato di inghiottire un palazzone abitato da un centinaio di persone. L'odore di gas in alcuni momenti è ancora ben evidente anche se, stando a quanto assicurano i tecnici, non dovrebbero esserci problemi su quel fronte. Le ruspe e gli operai stanno lavorando alla massima velocità possibile per ripristinare la fognatura collassata ma, almeno per il momento, non si può azzardare alcuna ipotesi circa il rientro in casa delle oltre cento persone coinvolte nel crollo. La Protezione Civile ha diramato ben cinquanta ordinanze di sgombero, a carico dei residenti di due palazzi e dei proprietari di alcuni negozi che affacciano proprio sul tratto di strada sul quale le squadre di Abc si stanno alternando a ritmi febbrili. 
 

A tenere banco ora è la sorte degli sfollati. I Vigili del Fuoco, secondo la prassi consolidata in casi del genere, stanno fornendo assistenza ai residenti accompagnandoli in casa a prelevare pochi effetti personali. Durante la fuga precipitosa nel cuore della notte, infatti, molte persone hanno fatto appena in tempo a indossare un paio di jeans. Forti le polemiche tra i cittadini che continuano a chiedere al sindaco de Magistris di recarsi sul posto per rendersi conto della situazione. Questa mattina il comandante della Polizia Municipale Ciro Esposito e l'assessore Rosaria Galiero hanno effettuato un primo sopralluogo nel centro di accoglienza allestito all'interno della scuola Nicolini.
 
 

Nel campo-base allestito con brandine all'interno della palestra però solo due persone hanno effettivamente preso alloggio. La quasi totalità dei residenti dei due palazzi sgomberati hanno trovato ospitalità presso amici e parenti. Una scelta, di fatto, obbligata. La macchina dei soccorsi e dell'assistenza si è mossa a fatica e il tragico evento ha messo a nudo una enorme serie di carenze sul fronte della gestione delle emergenze. Solo nel tardo pomeriggio di ieri il presidente Poggiani ha trovato un accordo con l'istituto Nicolini per l'allestimento del centro di accoglienza temporaneo, cosa che il numero uno del parlamentino di via Lieti non ha mancato di sottolineare con una lieve nota polemica diretta probabilmente proprio contro palazzo San Giacomo
 
 

«Siamo stati una giornata intera a chiedere al Comune dove andare - hanno denunciato i residenti - ci hanno risposto che non avevano alloggi disponibili e che dovevamo arrangiarci da soli. Chi ha potuto si è fatto ospitare, qualcun altro ha preso alloggio in albergo. Quasi in serata ci è stata comunicata la possibilità di dormire nel centro di accoglienza allestito nella scuola Nicolini. Però a quell'ora tutti avevano praticamente già provveduto autonomamente, ne tantomeno quelli del Comune potevano pensare che potessimo restare in strada dalle 3 del mattino alle 20 della sera successiva. Adesso - proseguono ancora i cittadini - siamo di nuovo qui ad aspettare di capire quando potremo ritornare nelle nostre case. In tutto questo non abbiamo ancora visto il sindaco de Magistris. Ci aspettavamo di vederlo, almeno per rendersi conto di persona dei danni che abbiamo subito e per portare una parola di conforto a persone che si sentono abbandonate».

Tanti i problemi di via Masoni. A cominciare proprio dalla frana che, lo scorso mese di settembre, ha coinvolto una porzione di strada a circa cinquecento metri dal punto dove si è verificato il crollo delle scorse ore. «Abbiamo chiesto anche all'assessore Galiero di accelerare e soprattutto di fare in modo che i lavori vadano avanti 24 ore su 24 - ha affermato Carmen Manzi del Comitato Linea 10 - perchè solo in questo modo potremo essere sicuri di rientrare al più presto nelle nostre case. Vogliamo ringraziare Fulvio Frezza e Ivo Poggiani che sono sul posto e si stanno dando da fare - prosegue - ma è evidente che la macchina dei soccorsi poteva e doveva muoversi con maggiore celerità».

Mentre ancora proseguono le necessarie verifiche statiche sul palazzo abitato da 33 nuclei familiari - gli oscillometri sono stati installati solo nella tarda mattinata in alcuni appartamenti che hanno problemi di apertura e chisura delle porte - infuria la polemica anche sul recente rifacimento della strada. Via Masoni era stata completamente riasfaltata meno di un anno fa. Sono in molti a chiedersi come sia stato possibile consentire il rifacimento del tappeto d'asfalto senza un preventivo controllo sulla tenuta delle condutture fognarie sotterranee che, in molti casi, risalgono al dopoguerra. 

Su una vicenda che ha ancora tantissimi angoli oscuri, però, è arrivato un barlume di luce. Un gran numero di commercianti di via Masoni - salumerie e tavole calde in testa - si sono messi a disposizione gratuitamente per fornire pasti caldi agli sfollati. Un gesto di solidarietà che è stato particolarmente apprezzato da chi, si spera solo per pochi giorni, ha praticamente perso tutto. 
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