«La sua vita è servita a sacrificare quella delle persone di questa città». Daniela Di Maggio abbraccia il feretro di suo figlio, appena entrato in chiesa al Gesù Nuovo, mentre versa lacrime di rabbia e dolore. Prima dei funerali celebrati dall'arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, la mamma di Giovanbattista Cutolo, ucciso a 24 anni la notte del 31 agosto scorso, ha rinnovato il suo appello a scegliere da che parte stare per una Napoli più sana e più giusta. «Ha ammazzato una comunità intera quel balordo», urla piangendo mentre è china sulla bara bianca. Con lei l'ex marito e padre di Giogiò, Franco Cutolo, regista e scenografo teatrale, che ha preferito il silenzio e la sorella del 24enne, Ludovica, che ha affidato a Rosaria Troncone, compagna del papà, la lettura di un testo in ricordo del ragazzo. «Napoli sei tu, non è Mare Fuori, né Gomorra o Il boss delle cerimonie», il suo atto d'accusa.
«Non ti voglio descrivere perché non l'ho mai fatto: mi sono sempre limitata a dire mio fratello è la persona più sensibile che abbia mai conosciuto.
Nel corso dell'omelia il vescovo Battaglia ha parlato del «dolore abissale di una madre». In jeans e t-shirt bianca con la scritta «Giovanni vive» e disegnato un corno, come quello del figlio che lei ha imbracciato, capelli raccolti e occhiali scuri, mamma Daniela ha accolto il feretro di Giogiò al suo arrivo in chiesa poco dopo le 14: «Voglio giustizia per mio figlio. Questo è il momento del dolore ed è insopportabile», ha detto ai cronisti chiedendo rispetto per la famiglia e invitandoli ad ascoltarla al termine delle esequie. «Fatelo per lui che teneva tanto al rispetto della legalità». Circondata da parenti e amici la madre di Giovanbattista Cutolo, insieme all'ex marito e alla figlia, si è inginocchiata davanti alla bara prima dell'inizio del rito funebre. «Non è giusto che mi abbiano portato via Giogiò per colpa di un balordo», ha incalzato ricordando il 17enne che lo ha ammazzato con tre colpi di pistola e per il quale ha chiesto a gran voce «l'ergastolo». Tanti gli abbracci di istituzioni e artisti alla Di Maggio: oltre ai ministri della Cultura Gennaro Sangiuliano e dell'Interno Matteo Piantedosi, il sindaco Gaetano Manfredi con la moglie, il governatore Vincenzo De Luca, il magistrato e consigliere comunale Catello Maresca, lo scrittore Maurizio de Giovanni. Ma la richiesta della donna all'uscita dalla chiesa è una e chiara: «Pene giuste per ragazzi che non possono essere più chiamati così, ma criminali. Dobbiamo combattere e risvegliare le coscienze», ha aggiunto ricordando che «Napoli da oggi deve cambiare, altrimenti a cosa sarà servita la sua morte?». Poi l'annuncio: «Domani (oggi, ndr) andrò dalla premier Meloni perché lei mi è molto vicina. La morte innocente di Giovanbattista deve servire al riscatto dell'umanità. Ucciderlo è stato un crimine contro l'umanità».