Stadio Maradona, la gestione a De Laurentiis per altri cinque anni

Sindaco e patron al lavoro per il restyling dell'impianto di Fuorigrotta

La festa scudetto al Maradona
La festa scudetto al Maradona
di Luigi Roano
Venerdì 16 Giugno 2023, 22:59 - Ultimo agg. 17 Giugno, 18:03
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Con una Pec - addirittura del 21 dicembre dell’anno scorso - Aurelio De Laurentiis presidente della Ssc Napoli ha rinnovato in automatico la Convenzione del Maradona per i prossimi 5 anni. Il patron ha esercitato un suo dritto, infatti nella convenzione che sta per scadere il 30 di questo mese in premessa è precisato che «è rinnovabile per ulteriori cinque anni e, dunque, fino al 30 giugno 2028, giusta deliberazione di Consiglio Comunale numero 48 del 16 luglio 2019».

Insomma, si capisce ora perché De Laurentiis ha lanciato a campionato finito la sfida al sindaco Gaetano Manfredi di volere il Maradona in Concessione per 99 anni.

E la risposta dell’ex rettore che gli ha chiesto di presentare un project financing corredato dal piano finanziario. Intendiamoci, la discussione su questo tema non è stata ancora aperta ma non è lontano il giorno in cui i due protagonisti, sindaco e presidente, si siederanno allo stesso tavolo per discutere del futuro del Maradona. Del resto stando a quello che trapela nelle more del rinnovo automatico della Concessione dell’impianto di Fuorigrotta De Laurentiis - in una delle chiacchierata che si è fatto con Manfredi - ha chiesto la possibilità di utilizzare maggiori spazi all’interno del Maradona. La sostanza è che il tema è tutto da scrivere. 

De Laurentiis si è convinto che il Maradona e il Napoli sono una sola cosa, non possono essere divisi, ma bisogna metterci mano per lavori importanti «Per renderlo uno stadio moderno, ancora più sicuro e all’altezza della città» ripete spesso l’ex rettore. Servono però finanziamenti concreti dei privati, perché certo il Comune non può di tasca sua imbarcarsi in una avventura da una ottantina di milioni. Perché ha la casse sotto tutela del Patto per Napoli oltre che vuote e poi giustificare una simile spesa sarebbe difficile innanzi agli organi di controllo. Di qui l’apertura di Manfredi al patron di un project financing in cambio di una concessione la cui durata sarà simmetrica agli investimenti che eventualmente de Laurentiis volesse fare.

 

Il patron vuole un Maradona senza pista di atletica, con gli spalti vicini al terreno di gioco, ma soprattutto uno stadio vivibile non solo nei giorni delle partite ma per tutta la settimana. Museo, aree intrattenimento, parcheggi, ristoranti e via dicendo. Per Manfredi togliere la pista di atletica non è più un tabù «purché tutto vada fatto di concerto con chi pratica atletica e il Coni e indicando un’alternativa che potrebbero essere lo stadio Collana e l’Albricci».

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In questa chiave va letta la candidatura di Napoli - se la deve giocare con Saragozza - di “Capitale europea dello sport”. Si decide a settembre e se venisse scelta Napoli arriverebbero corposi finanziamenti per mettere a posto e costruire nuovi impianti sportivi per gli altri sport come il nuoto e l’atletica. Scacco matto per fare uno stadio solo per il calcio però lo si avrebbe se all’Italia venissero assegnati gli Europei del 2032. Napoli è uno degli stadi designati e con la kermesse europea il Maradona per forza di cose dovrebbe essere trasformato in uno stadio esclusivamente dedicato al Calcio. Manfredi l’argomento lo ha approfondito e all’indomani della “sfida” lanciata dal patron è stato puntuale nel delineare i possibili scenari. «Una cosa è la convenzione d’uso, che è legata all’uso dello stadio come è stato in tutti questi anni, e un’altra cosa è una concessione a lungo termine che segue norme e principi completamente diversi. Quindi l’apertura a De Laurentiis: «Se la Società presenterà un project financing sicuramente lo valuteremo perché è un’opportunità. Noi abbiamo anche le risorse degli Europei, che potrebbero arrivare, e dunque le due cose vanno in parallelo». 

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