Case, boom di occupazioni a Napoli:
è allarme a Chiaia e Soccavo

Case, boom di occupazioni a Napoli: è allarme a Chiaia e Soccavo
di Leandro Del Gaudio
Sabato 18 Dicembre 2021, 10:38 - Ultimo agg. 19 Dicembre, 09:11
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C'è un mondo intero in quelle carte. E c'è un'intera epoca storica, va dal dopo terremoto agli ultimi giorni di cronaca cittadina. Mercoledì mattina, a porte chiuse, si torna a parlare di abusi, anzi, di occupazioni abusive del patrimonio cittadino. Case prese di mira, assalto a strutture dello Stato (parliamo di edilizia popolare post terremoto per lo più), legittimi assegnatari in perenne attesa. Una galassia di abusi, su cui sta provando a fare chiarezza il prefetto di Napoli Claudio Palomba, deciso a non cedere di un passo rispetto alle forme più eclatanti di arroganza. Ma proviamo a ripercorrere le mosse definite in questi giorni per fronteggiare un fenomeno che investe l'intera area metropolitana. Ci sono abusi e abusi, sembra di capire. Sono migliaia gli immobili presi di mira (ripetiamo: parliamo di area metropolitana), in uno scenario dove non è facile distinguere i livelli di responsabilità.

C'è chi ha abitato una casa da abusivo, nella quale per anni sono state pagate le utenze, al punto tale da meritare una sanatoria; c'è chi ha acquistato una casa sotto banco, attraverso il sistema della voltura (particolarmente diffuso nella periferia orientale), che consiste nell'entrare nello stato di famiglia di una persona anziana, per poi occuparne definitivamente il domicilio; c'è chi invece ha usato la forza. E basta. Solo la forza. Come avvenuto in alcuni contesti cittadini, lontani dallo scenario criminale della nostra conurbazione: parliamo di Pizzofalcone, dove di recente è esploso il caso del cosiddetto palazzo della camorra; ma anche di alcune zone di Vicaria Mercato e di Stella San Carlo all'Arena. Anche qui storie irregolarità più o meno tollerate, che si sono consumate nel corso di diverse generazioni.

Ma proviamo a quantificare il numero di target su cui procedere nei prossimi mesi, di fronte all'esigenza di dare una risposta istituzionale: una quarantina gli sgomberi a Pizzofalcone; ce ne sono una cinquantina tra Soccavo e Rione Traiano, alcune decine da mettere a segno in altri contesti rionali (a ridosso della zona del Mercato, ma anche nei pressi di piazza Carlo III).

Spiega il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, tra i primi a denunciare l'arroganza di alcune famiglie nei confronti di soggetti più deboli: «La situazione degli alloggi popolari a Napoli e provincia è molto complessa.

Non tutti gli occupanti abusivi sono uguali. Li potremmo dividere in più categorie. La prima è quella dei criminali e camorristi. Soggetti che con la violenza occupano alloggi popolari o pubblici sia per metterci i propri affiliati, sia per utilizzarli come basi di spaccio o per nascondere armi sia per sub affittarli al fine speculativo. Un giro di affari che impegna interi clan e vale decine di milioni di euro di profitti all'anno. La seconda categoria riguarda invece gli occupanti abusivi che sono entrati nelle abitazioni senza violenza, casomai pagando al nero soggetti criminali, e non hanno alcun diritto di stare all'interno di esse e frequentemente ne fanno un uso speculativo.

La terza è quella degli occupanti abusivi che sono entrati negli alloggi in modo irregolare (ma senza violenza) che hanno i requisiti per poter ottenere una casa popolare ma che o non hanno fatto domanda al comune di residenza o pur avendone diritto e avendo fatto regolare richiesta non hanno ancora ottenuto l'alloggio. Infine ci sono gli occupanti abusivi di edifici pubblici abbandonati o peggio pericolanti su cui va fatto un discorso totalmente a parte. Per dare una regolata al sistema da tempo alla deriva e in parte in mano alla camorra è necessario fare alcune cose immediatamente: in primis rifare i bandi per i legittimi assegnatari. Fermare le sanatorie indiscriminate e riservare la possibilità di restare nelle abitazioni a coloro che hanno i requisiti. Infine procedere senza riluttanze con gli sgomberi delle case occupate». Pochi giorni fa, sono partite le diffide a Pizzofalcone alle famiglie che hanno occupato il palazzo del demanio. Dopo Natale, si attendono iniziative istituzionali.
 

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