Lockdown a Napoli, protestano gli ambulanti: «Perché ci hanno chiusi se siamo zona gialla?»

Lockdown a Napoli, protestano gli ambulanti: «Perché ci hanno chiusi se siamo zona gialla?»
di Giuliana Covella
Lunedì 9 Novembre 2020, 12:59 - Ultimo agg. 13:51
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«Siamo la voce di un’intera categoria che oggi in piazza rappresenta la zona flegrea con i Comuni di Quarto, Bacoli e Pozzuoli, che hanno chiuso con 4 aree mercatali da due settimane a causa della pandemia, ma anche la città di Napoli, anche se qui il sindaco non ha chiuso i mercati. Quello che vogliamo gridare è: basta giocare sulla pelle dei lavoratori». A parlare è Vincenzo Grillo, presidente dell’Unione Commercianti Aree Pubbliche, che questa mattina ha partecipato alla protesta in piazza del Plebiscito a nome della categoria degli ambulanti delle aree mercatali.

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La manifestazione è stata «un monito per tutti gli ambulanti alle chiusure dei mercati da parte di tutti i sindaci che hanno adottato questo provvedimento.

A prescindere dal mercato che è rimasto aperto o che è stato chiuso, tutti gli ambulanti - dice Grillo - devono rendersi conto che se si chiude l’attività per tutti i motivi legati al Covid-19, noi saremo penalizzati e disagiati come quelli che hanno avuto il “ristoro” nelle zone rosse dal Governo». «Quindi caro Governo, caro Governatore e caro Sindaco di qualsiasi Comune - continua a nome dei manifestanti il presidente di Unioncap - ci potete “algoritmare” con qualsiasi colore, ma se non apriamo ci dovete ristorare. Questo sarà il nostro slogan da oggi».

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Davanti alla sede della prefettura - a cui è stata indirizzata una lettera a firma di Grillo e di Gianpaolo Marcellini, coordinatore nazionale di Uninpresa Commercio su Aree Pubbliche - «contro il susseguirsi di emanazioni di ordinanze sindacali di chiusura dei mercatini settimanali in diversi Comuni» hanno manifestato pacificamente circa 550 operatori tra alimentari e non. «Chiediamo di essere legittimati a entrare nel contesto della cosiddetta zona rossa - aggiunge Grillo - perché non potendo lavorare, non beneficiamo tuttavia del decreto Ristori come le altre categorie. Sia chiaro, non siamo in cerca di sussidi, vogliamo solo lavorare». E sull’incertezza del futuro le difficoltà sono già evidenti in ciascuna famiglia di chi è sceso in piazza stamattina: «Come stiamo andando avanti? C’è chi ha il nonno in casa, chi la suocera, chi la mamma e chi stringe la cinghia, suddividendo ancora di più quel poco che si guadagnava finora», conclude Grillo.

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