Crollo impalcatura a Napoli, il racconto di Marisa: «Ero in quell'auto, sono viva per miracolo». La Procura apre due inchieste

"Il ponteggio è venuto giù un attimo dopo il mio passaggio, l'ho visto nello specchietto retrovisore"

Nel cerchio l'auto guidata da Marisa Bertoldi
Nel cerchio l'auto guidata da Marisa Bertoldi
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 18 Gennaio 2023, 23:00 - Ultimo agg. 20 Gennaio, 09:29
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Ha sentito quel fracasso, come migliaia di specchi che crollano al suolo, poi ha notato davanti a sè decine di persone che guardavano verso l’alto. Ha rallentato a stento, poi ha guardato nello specchietto retrovisore. E ha visto quella scena del crollo dell’impalcatura di tubi Innocenti, alle sue spalle, appena pochi secondi dopo aver superato una sorta di linea d’ombra.

Marisa Bertoldi, 54 anni, vomerese doc, moglie di un giornalista Rai e madre di due figlie, è la protagonista (involontaria) del video che ha fatto il giro del web.

Martedì mattina, intorno alle 12.30, era lì alla guida dell’auto marrone che percorre in discesa via Falcone, incrociando il furgone che invece procede in salita, verso la collina del Vomero. Oggi, a distanza di un giorno, ha ripercorso mille volte quella scena e al Mattino racconta: «Sono miracolata, non c’è dubbio. Sarebbe bastato rallentare la corsa di qualche secondo e sarei stata investita dal crollo di quell’ammasso di ponteggi travolti dal vento. Appena ho realizzato che ero scampata a una morte certa, ho sentito il sangue gelarsi, penso di aver percorso diversi metri alla guida dell’auto in questa condizione. Miracolata, sopravvissuta a una morte certa».

Una ricostruzione da parte della 54enne napoletana destinata - con ogni probabilità - ad entrare come testimone nell’inchiesta su quanto avvenuto al Vomero martedì scorso. Indagini in corso, conviene fare chiarezza. Sugli episodi di martedì ci sono due indagini, entrambe condotte dai pm del pool coordinato dal procuratore aggiunto Simona Di Monte. Riflettori puntati su via Falcone e su piazza Cavour, dove sono avvenuti gli episodi più gravi: per il ponteggio crollato, l’ipotesi investigativa è di crollo di edificio (nella misura in cui l’impalcatura - una volta che viene allestita - è ritenuta parte integrante dell’intero immobile); stessa ipotesi per quanto riguarda l’albero crollato in piazza Cavour, dove si punta a fare chiarezza su un’altra brutta cartolina napoletana: quella del tronco che rovina, con tutto il suo peso, su un’auto in sosta. Due eventi miracolosi, solo per caso non drammatici, su cui si attendono i primi esiti investigativi.

Video

Andiamo con ordine, a partire da quanto emerso sulla storia di Falcone: il ponteggio sembra essere regolare, legato a un lavoro di restyling sotto il regime del cosiddetto bonus facciate. Si punta ad acquisire le carte dell’appalto e ad ascoltare la versione del direttore dei lavori, a proposito della scadenza dei permessi. Quanto è costato il lavoro? Chi lo ha realizzato? Probabile che il cantiere fosse in fase di smantellamento, anche alla luce del fatto che la facciata dell’edificio sembra definita. Inchiesta sull’episodio di piazza Cavour, qui sono due i profili di indagine: crollo e omissioni al vaglio degli inquirenti. Inevitabile, trattandosi di uno spaccato pubblico, una domanda: la condizione di pericolo dell’albero caduto era stata segnalata? Verifiche che fanno i conti anche con un altro aspetto, nel tentativo di accertare eventuali interventi di manutenzione disposti in zona: a quando risale l’ultimo sopralluogo dei giardinieri? C’è stato un tentativo di mettere in sicurezza quella piazza? 

 

Domande che saranno i pm ad esplorare, nel corso di due fascicoli che verranno condotti in parallelo. Ma torniamo a quel video che sta facendo il giro del web. Le urla di alcuni condòmini, gli attimi di angoscia per quelle auto che circolano in strada, senza immaginare che sulle loro vite incombe una sorta di mannaia. Marisa Bertoldi non ha dubbi, nel sentirsi miracolata: «Sono vomerese doc, percorro quella strada da sempre, sia in auto che a piedi. Quando sono arrivata all’altezza di quel palazzo andavo a una velocità limitata. Non c’erano ostacoli davanti a me, ma non procedevo in modo spedito. Se avessi rallentato o arrestato la corsa, anche solo per qualche secondo, oggi non sarei qui a raccontare questa storia. Ho sentito un fracasso enorme alle mie spalle e mi sono resa conto che era accaduto qualcosa di grave. Attorno a me, sui marciapiedi, tante persone guardavano in alto, verso l’edificio che era alla mia destra e che mi ero lasciata alle spalle. Se ho visto quelle immagini? Dallo specchietto retrovisore ho visto il crollo dei ponteggi. So di aver ricevuto una grazia».
 

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