Ciclone Coppa America. L'intervista | Cesaro: «Decisione politica, soldi spesi bene. Giusto indagare. Chiariremo tutto»

Ciclone Coppa America. L'intervista | Cesaro: «Decisione politica, soldi spesi bene. Giusto indagare. Chiariremo tutto»
di Gerardo Ausiello
Sabato 4 Ottobre 2014, 08:29 - Ultimo agg. 17 Marzo, 19:22
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«Di questa storia della Coppa America ricordo soprattutto una cosa: c'era l'assoluta necessità di cancellare l'immagine della città sommersa dai rifiuti. Così portammo le regate a Napoli». Sono trascorsi due anni dalla prima delle due edizioni dell'America's Cup organizzate all'ombra del Vesuvio. Nel 2012 alla guida della Provincia c'era Luigi Cesaro, che figura tra i diciotto indagati nell'inchiesta della Procura.



Cosa accadde davvero in quelle fasi concitate che precedettero l'organizzazione della kermesse? Fu davvero un'operazione a tavolino come sostengono i magistrati? O fu solo un progetto di rilancio del territorio? Ne parliamo con il deputato di Forza Italia, che di recente ha rischiato l'arresto per un'altra vicenda, relativa ai suoi presunti rapporti con il clan dei Casalesi.



Il reato che le viene contestato è l'abuso d'ufficio, lo stesso che ha portato alla condanna del sindaco de Magistris.

«Ho creduto molto in questo evento da presidente della Provincia anche se l'ente da me guidato in realtà entrò nell'organizzazione della kermesse in una fase molto avanzata. I fondi che stanziammo, circa 3 milioni di euro, furono infatti determinanti per portare le regate a Napoli».



Si fece tutto in fretta. E i ritardi, secondo i pm, furono determinanti per avviare gare con procedure d'urgenza.

«La nostra fu una decisione politica. Eravamo tutti d'accordo sul fatto che bisognava fare qualcosa per il nostro territorio. E infatti, grazie alla Coppa America, il capoluogo partenopeo è tornato alla ribalta agli occhi del mondo».







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