Ragazzo ucciso a Napoli, il killer come un boss: «Davanti alla polizia si è messo a ridere»

Il 16enne spavaldo e senza alcun rimorso. E sui social viene osannato: «Tutto passa»

Un messaggio di sostegno all’assassino
Un messaggio di sostegno all’assassino
di ​Luigi Sabino
Sabato 2 Settembre 2023, 00:04 - Ultimo agg. 16:07
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Nessun segno di rimorso, anzi. Quando gli hanno messo le manette ai polsi, L. B., il sedicenne accusato di aver ucciso Giovanbattista Cutolo, sorrideva. Un atteggiamento particolarmente spavaldo quello del giovanissimo assassino, che ha colpito gli stessi investigatori della Polizia di Stato che, in tempi rapidissimi, hanno chiuso le indagini sull’atroce delitto di piazza Municipio. Così come incredibile appare la reazione di amiche e amici, che quasi lo osannano sui social: «Tutto passa. Ti sto accanto e già mi manchi». «E per la vittima zero parole» attacca il deputato dei Verdi Francesco Borrelli.

Un comportamento quasi da boss, riferiscono gli investigatori, frutto di un contesto sociale particolarmente difficile costellato, soprattutto, da amicizie pericolose. A vederlo, nelle foto pubblicate sui suoi profili social, L. B. sembra un ragazzino assolutamente innocuo. Una passione per l’abbigliamento di lusso, a cominciare dalle scarpe di marca, qualche tatuaggio e, soprattutto, un viso paffuto dove compare solo un’ombra di barba. Immagini a cui si uniscono quelle in compagnia di amici, quasi tutti coetanei, che offrono uno spaccato di vita del sedicenne. Una giornata al mare a Mergellina o in posa in uno dei tanti vicoli dei Quartieri Spagnoli. Una vita, insomma, apparentemente normalissima, come quella di ogni altro adolescente napoletano. L. B., però, non è uno come gli altri e sono proprio le sue amicizie a rivelarlo. Su uno dei profili analizzati dagli investigatori compare una raccolta di immagini dedicate a Ugo Russo, il quindicenne ucciso da un carabiniere cui aveva tentato di rapinare l’orologio.

«Mi manchi tantissimo - scrive L.B. - con te è volato anche un pezzo di me. Rimarrai sempre nel mio cuore, fratello». Tra le foto pubblicate anche una in cui L.B. e Ugo Russo sorridono abbracciati. È una foto di qualche anno fa e i due, in particolar modo il sedicenne, sembrano ancora dei bambini. In un’altra immagine, invece, il ragazzino è in prima fila ad una delle manifestazioni in memoria dell’amico ucciso. Ugo, però, non è l’unico. Tra i compagni di L. B. c’è anche un altro personaggio ben noto alle forze dell’ordine e anche lui poco più che adolescente. Anche in questo caso un collage di fotografie sotto cui compare la scritta “per sempre insieme”. Si tratta di un giovanissimo che compirà diciotto anni solo tra qualche giorno ma che ha già una fedina penale di tutto rispetto. Un ras in erba che, raccontano gli investigatori, era diventato il terrore del centro storico e che, emulo del più noto Emanuele Sibillo, si era messo in testa di sfidare i boss del sistema.

Una lista notevole quelle delle sue imprese criminali in cui non mancano episodi di violenza. A mettere un freno alla sua ascesa, però, ci hanno pensato le forze dell’ordine che, qualche mese fa, lo hanno tratto in arresto con pesanti accuse. 

 

Non solo le amicizie. Anche in casa, riferiscono gli investigatori, L.B. ha respirato sin da piccolissimo l’aria della “strada”. Suo padre fu coinvolto, qualche tempo fa, in una vasta operazione che portò alla disarticolazione di una banda di rapinatori che prendeva di mira soprattutto i turisti. Modelli e punti di riferimento, quindi, che sono stati la stella polare per il sedicenne. Non c’è, quindi, da stupirsi se nonostante la giovanissima età, girasse in piena notte armato di pistola nel cuore di Napoli. Un predatore, come lo hanno definito gli stessi investigatori, tanto più pericoloso perché apparentemente inoffensivo. Invece, quando si è trovato dinanzi Giovanbattista, non ha avuto nessuna esitazione nell’impugnare l’arma e aprire il fuoco, uccidendolo sul colpo. Una storia atroce che ha avuto come epilogo la distruzione di due giovanissime vite ma che, affinché nessuno dimentichi, merita di essere raccontata ancora una volta.

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Giovanbattista è in compagnia della fidanzata e di alcuni amici quando si imbatte nel suo assassino. Hanno da poco lasciato un pub del centro dove hanno trascorso la serata e la loro unica intenzione è quella di tornare a casa. Come siano andate le cose non è ancora chiaro. Quello che è certo è che, ad un certo punto, si imbattono in un altro gruppo di ragazzi, tra cui ci sarebbe stato L. B.. Nasce una discussione, a quanto pare, per uno scooter parcheggiato male. Ed è a questo punto che il sedicenne estrae la pistola e spara. Per Giovanbattista non c’è nulla da fare, muore sul colpo, sotto gli occhi della sua ragazza e degli amici. Il resto è cronaca. La chiamata ai soccorsi, le indagini, la caccia all’uomo e la cattura del sedicenne che, dopo qualche ora in Questura, confesserà il delitto.

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