Napoli, l’ultima sfida del branco con i coltelli: «Se hai le palle vieni in piazza Carlo III»

La rissa nata domenica scorsa dopo un messaggio inviato su WhatsApp: «Vi stiamo già aspettando»

Piazza Carlo III
Piazza Carlo III
Valentino Di Giacomodi Valentino Di Giacomo
Martedì 13 Dicembre 2022, 22:56 - Ultimo agg. 15 Dicembre, 07:21
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«Se avete le palle, allora venite stasera in piazza Carlo III. Noi vi stiamo già aspettando». È nata così, con una sfida lanciata attraverso un messaggio su Whatsapp, la rissa tra adolescenti finita a coltellate domenica scorsa a due passi dall’Albergo dei Poveri. Quattro i minorenni feriti, tutti di età tra i 14 e i 16 anni, due dei quali già dimessi dall’ospedale Pellegrini dove i quattro erano stati accompagnati dai loro stessi amici. I carabinieri hanno già identificato quasi tutti i protagonisti della rissa, sono più di dieci i ragazzini che domenica sera hanno preso parte alla zuffa. I militari dell’Arma stanno conducendo le proprie indagini su un doppio versante: da un lato monitorando le pagine web e i cellulari dei minorenni coinvolti, dall’altro i carabinieri stanno ricostruendo l’intera dinamica grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza a ridosso di piazza Carlo III e anche quelle dell’ospedale Pellegrini dove i quattro feriti sono stati accompagnati. Il branco è stato individuato e ora, anche per mettere a disposizione della Procura per i Minori tutti gli elementi utili, si tratterà di stabilire le responsabilità individuali di ogni singolo minorenne che ha partecipato alla rissa. Sul piano penale fa tutta la differenza del mondo se un ragazzino ha utilizzato i coltelli oppure se si è battuto soltanto a mani nude. Tutti gli adolescenti portati l’altra sera all’ospedale Vecchio Pellegrini avevano infatti ferite da punta e taglio anche se nessuno di loro, anche se solo per circostanze fortunate, rischia la vita.

Dopo aver individuato quasi tutti i ragazzini protagonisti della rissa e degli accoltellamenti, i carabinieri hanno poi passato al setaccio la storia familiare dei minorenni.

I militari dell’Arma escludono che quanto è successo domenica scorsa possa aver a che fare con dinamiche criminali. Nessuno dei genitori dei giovanissimi ha infatti precedenti per associazione a delinquere. Certo, si tratta pur sempre di contesti complessi, almeno per quanto riguarda di due dei ragazzini feriti: il quattordicenne, ad esempio, ha già precedenti per guida senza patente e contraffazione; l’altro ragazzino di 16 anni, anche lui con ferite da coltello, ha a suo carico una denuncia per lesioni. Eppure per la maggior parte si tratta di ragazzini cresciuti in famiglie popolari, non criminali. Dei quattro feriti si sa che arrivano dal quartiere San Lorenzo (Decumani e Borgo Sant’Antonio Abate) e dall’hinterland (Melito e Marianella). Ciò che stanno cercando di comprendere gli investigatori è se sia nata una disfida territoriale tra chi abita al centro e chi in periferia, ma in realtà appare ormai consolidato che tutti i giovanissimi frequentassero abitualmente piazza Carlo III, si conoscevano tutti. Tra gli oltre dieci ragazzini coinvolti la maggior parte frequenta anche le scuole, alcuni - come uno dei ragazzini feriti - persino con un profitto sufficiente. Ma la causa della rissa è da ricercare probabilmente in quei fenomeni ormai conosciutissimi in tutte le grandi metropoli italiane e non solo: prima le minacce via social e sui cellulari, poi si passa alla vie di fatto. Proprio come avvenuto in piazza Carlo III. 

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Dalle prime ricostruzioni effettuate in queste ore dall’Arma emerge poi che uno o più ragazzini coinvolti nella zuffa non hanno neppure compiuto i 14 anni. È l’età che pone il discrimine tra chi può essere imputato e chi no. Riaprendo così il ricorrente dibattito sull’opportunità di abbassare l’età imputabile per i minori di 14 anni.

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