Napoli, i lavoratori Dema si incatenano davanti alla Regione Campania

​La singolare mobilitazione alla vigilia di un giorno decisivo per le tute blu della Dema

La lotta degli operai Dema
La lotta degli operai Dema
di Alessio Liberini
Martedì 7 Febbraio 2023, 21:16 - Ultimo agg. 8 Febbraio, 07:45
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«Stiamo per perdere il nostro posto di lavoro. Solo a Somma Vesuviana ci sono 300 famiglie in bilico mentre l’azienda dice di voler dismettere la produzione: vogliono portare il lavoro dal Sud al Nord, visto che le commesse ci sono, e noi a questo non ci stiamo più».

Capello di lana, scaldacollo e guanti per proteggersi dal freddo polare di questi giorni, Corrado D'Avino, 59 anni di cui 35 trascorsi in fabbrica, non nasconde paure e perplessità del momento mentre con alcuni suoi colleghi della Dema, azienda di proprietà di un fondo bancario, è intento ad attorcigliarsi ai polsi una catena da saldare, con un lucchetto, all’esterno di Palazzo Santa Lucia.

Così questa mattina alcuni lavoratori campani, appartenenti all’azienda privata del comparto aeronautico, sono arrivati addirittura ad incatenarsi dinanzi l’ingresso della Regione Campania, invocando a gran voce l’intervento del governatore, Vincenzo De Luca, su una vertenza che nella sola Campania coinvolge quasi 500 lavoratori, tra lo stabilimento di Somma Vesuviana e quello della Cam (sempre gruppo Dema) locato nel comune beneventano di Paolisi. «Dove sono le istituzioni?» si domandano in coro i circa 200 operai in sit-in, rivolti verso Palazzo Santa Lucia, mentre tra cori, bandiere di sindacato e fumogeni scoppia anche qualche petardo, esploso a ridosso dell’ingresso della Regione.

«Vogliamo che De Luca batti un colpo in merito alla nostra vertenza - spiega l’rsu di fabbrica e sindacalista Uilm, Luigi D'avino - perché ci troviamo in una situazione gravissima: siamo all’ultima puntata di una vicenda che va verso un epilogo riprovevole».

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La singolare mobilitazione arriva, infatti, alla vigilia di un giorno decisivo per le tute blu della Dema. Solo domani, 8 febbraio 2023, l’azienda depositerà al Tribunale di Napoli un «concordato in bianco per evitare il fallimento» e, visto anche quanto emerso nel corso dell’ultimo tavolo ministeriale sulla vertenza (andato in scena lo scorso 25 gennaio) dove sono stati già annunciati diversi esuberi (a partire dalla chiusura dei due stabilimenti pugliesi del gruppo), lavoratori e parti sociali ora temono davvero il peggio. Intanto il tempo continua a scorrere e ad avvicinarsi è anche la scadenza degli ammortizzatori sociali. Per i metalmeccanici sanniti della Cam la cassa integrazione straordinaria è già terminata da qualche giorno.

Ed ora «resistono» usufruendo di ferie e permessi al fine di riuscire a coprire le prossime settimane in cui «saremo potenzialmente sprovvisti di salario». Nei prossimi giorni, invece, potrebbe registrarsi una sorte analoga anche per i loro colleghi vesuviani.

Data, ansie e timori che gli stessi operai hanno portato fin dentro Palazzo Santa Lucia. Dove una delegazione sindacale è stata accolta – vista l’assenza per impegni istituzionali del presidente De Luca – dall’assessore alle Attività Produttive e al Lavoro, Antonio Marchiello, che ha ribadito l’impegno della Regione nel trovare una quadra sulla vertenza.

«Sono settimane che insieme alla Regione Campania cerchiamo di capire come dare una spinta, nella direzione giusta, a questa drammatica vertenza – chiarisce Massimiliano Guglielmi, il segretario generale della Fiom Campania – ci sono quasi 450 famiglie coinvolte ed ora rischiamo di veder fallire questa realtà che fa parte di un settore in crescita». «Vorremmo capire – si domanda Guglielmi – dove andranno a finire queste attività se escono dal perimetro della Campania dal momento che sono produzioni che, ad ogni modo, andranno realizzate da qualche parte».

Il paradosso, che alimenta lo sconforto tra gli operai, è proprio derivante dal fatto che il settore aereonautico non è coinvolto in nessun momento di crisi, anzi le stesse maestranze campane della Dema rappresentano una realtà specializzata nella progettazione, costruzione e assemblaggio di componenti del segmento aerostrutture. «Ci troviamo in un settore che sta crescendo in modo esponenziale – osserva amareggiato l’rsu della fabbrica di Somma Vesuviana e sindacalista Fim, Angelo Iacuaniello - non capiamo la volontà di chiudere un sito di eccellenza anche perché è l’unico in Campania che offre un prodotto verticalizzato».

Per il segretario della Fim di Napoli, Biagio Trapani, già questo è di per sé singolare: «In Campania dovremmo parlare di crisi in ogni settore possibile ed immaginabile, ma non in questo – spiega Trapani – si tratta di un’azienda anomala perché non saremmo mai dovuti arrivare ad un momento così». Mentre, per quanto riguarda possibili sviluppi sulla vertenza (dopo la consegna del piano industriale che l’azienda dovrà presentare al giudice nella giornata di domani) la vicenda potrebbe ben presto ritornare a Roma: «Il prossimo 13 febbraio, da quanto ci ha riferito l’assessore Marchiello – fa sapere il segretario della Fim partenopea – potrebbe già essere una data utile per un incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il quale, attraverso il coordinatore della Struttura per le crisi d’impresa, Luca Annibaletti, sta studiando come riuscire a risolvere questa vertenza inverosimile».

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