Cgil Campania, congresso a Napoli: «L’autonomia afferma disuguaglianze già presenti»

Il racconto struggente di Samira Lofti Khah: «La mia gente continua a morire per difendere la propria libertà»

Il XII congresso della Cgil Campania a Napoli
Il XII congresso della Cgil Campania a Napoli
di Alessio Liberini
Giovedì 2 Febbraio 2023, 17:00 - Ultimo agg. 3 Febbraio, 07:31
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«La mia gente continua a morire per difendere la propria libertà». Parte con il racconto struggente di Samira Lofti Khah - cittadina iraniana, in Italia da undici anni, e componente della segreteria Flai-Cgil Caserta – il XII congresso della Cgil Campania. Al via oggi, ed in scena fino a domani, all’interno degli spazi della Stazione Marittima di Napoli.

Un lungo applauso, dedicato a chi resiste contro il regime degli Ayatollah, ha aperto così i lavori dei circa duecento delegati e delegate sindacali provenienti da ogni provincia della Regione. Al centro della due giorni il tema del lavoro con tutte le sue sfaccettature, a partire dalle condizioni fragili delle crisi industriali in atto (sono numerose le vertenze aperte ed irrisolte su tutto il territorio regionale), ma anche un forte messaggio di uguaglianza sociale e, soprattutto, un secco «No» contro il disegno di legge Calderoli sull'autonomia differenziata. Bocciato, in coro, da tutti i relatori intervenuti durante il primo giorno di congresso. 

«Siamo contrari a dividere il Paese – ha spiegato, in merito, la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi - soprattutto a dividerlo in un momento in cui è necessario mettere in campo un forte intervento, a partire dal Mezzogiorno, sui temi e sui diritti sociali.

Leggeremo la bozza definitiva, ma ci sembra di capire che il Ddl Calderoli faccia sostanzialmente un'operazione di divisione del Paese che arriva nel momento sbagliato, ma anche nel Paese sbagliato». 

«Pensiamo che la partita si gioca in Campania e nel Mezzogiorno – aggiunge il segretario della Cgil di Napoli e Campania, Nicola Ricci – l’autonomia sta sancendo, attraverso la terza bozza Calderoli, una affermazione delle disuguaglianze già presenti: una parte delle tasse resteranno alla Regioni e quelle più virtuose, che sono al Nord, tratteranno le risorse in danno al Meridione. Dove persistono fenomeni di precarietà, lavoro nero ed evasione fiscale”.

A prendere parte al congresso sono state anche tante figure istituzionali, a partire dai segretari regionali dei sindacati confederali di Cisl e Uil, Doriana Buonavita e Giovanni Sgambati, il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola e gli assessori di Palazzo Santa Lucia, Antonio Marchiello (Attività Produttive) e Armida Filippelli (Formazione). 

Se a Roma, in queste ore, si discute di autonomia a Napoli persiste una grave emorragia occupazionale che coinvolge quasi ogni settore produttivo. Dal ramo delle telecomunicazioni, passando per aerospazio e mobilità, fino al campo degli elettrodomestici. Sono numerose – troppe – le vertenze in attesa di risposte concrete che si trascinano da tempo in una sorta di “modalità pronto soccorso”, senza vedere, anche a distanza di anni, risultati efficaci.

Ormai è divenuta simbolica la battaglia delle tute blu della Whirlpool di via Argine - dove solo da qualche giorno è stato pubblicato sul Burc l'avviso pubblico per l'individuazione di investitori a cui trasferire la proprietà dello stabile (che al momento è della Zes Campania) per un possibile rilancio del sito dopo quasi 4 anni di incontri a vuoto al dicastero dello Sviluppo – ma all’ordine del giorno ci sono anche altre spinosissime vertenze: come la Jabil a Marcianise e il destino degli operai del gruppo Dema, dove tra gli stabilimenti di Somma Vesuviana e Paolisi, nel Sannio, resta perenne lo stato di agitazione tra i lavoratori.  «Non si può pensare di rimettere in campo un'idea industriale del Paese senza avere politiche industriali e facendo solo operazioni che sono dei cerotti» ha ribadito la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, citando le grandi crisi industriali in atto nel Mezzogiorno. 

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Nel mentre, sul fronte occupazione, emergono ancora dati allarmanti per l’intera Campania. «La situazione non appare particolarmente rosea – ha spiegato, nel corso della sua relazione, il leader del sindacato campano, Nicola Ricci - il lavoro irregolare rappresenta circa il 18%. Diminuiscono le assunzioni a tempo indeterminato (-16%) e aumentano i contratti stagionali (27%), di somministrazione (16%), i contratti a termine (7%) e quelli denominati intermittenti (21%). Perché parliamo di precarietà? Non solo per la durata a tempo delle diverse tipologie di contratti. Ne consegue che in Campania 332.000 famiglie percepiscono il reddito di cittadinanza con un numero elevato di percettori (890.000); il che rappresenta, nel confronto nazionale, un quinto dei nuclei familiari e un quarto dei percettori».

«La Campania - osserva Ricci - sta correndo il rischio di non agganciarsi a un sistema che sia pronto a un’agognata ripresa. Fino al 2021 eravamo la terza regione del Paese con un sistema d’imprese innovative, circa 1387, dopo Lombardia e Lazio. Nel 2022 siamo scesi di molte posizioni perché nel frattempo Emilia Romagna, Veneto e Liguria hanno avanzato».

Di questo e molto altro si discuterà anche domani dove, in occasione della seconda giornata del congresso, andrà in scena la tavola rotonda dal nome emblematico: «Meridiana/Meridione, l'Italia a pezzi: il Mezzogiorno e l'autonomia differenziata» a cui prenderanno parte: Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, il governatore campano, Vincenzo De Luca ed il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

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