Napoli, corteo contro l'autonomia differenziata

Il raduno in piazza Garibaldi guidato da Marisa Laurito

A Napoli parte il corteo contro l'autonomia differenziata
A Napoli parte il corteo contro l'autonomia differenziata
Sabato 16 Marzo 2024, 15:46 - Ultimo agg. 18:52
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Non solo da Napoli e dalla Campania, ma sono arrivati cittadini e comitati anche dalla Puglia e dalla Calabria per partecipare alla manifestazione contro la riforma dell'autonomia differenziata.

Con il passare dei minuti il raduno in piazza Garibaldi si sta affollando in vista del corteo che dovrebbe arrivare in piazza Plebiscito.

Sul fronte delle istituzioni è presente il vice presidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, il componente della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino e sindaci di alcuni comuni campani, tra cui Bellizzi e Baronissi. Assente il Comune di Napoli.

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A sfilare anche i sindacati, movimenti studenteschi, movimenti civici.

Adesione anche del M5s e Alleanza Verdi Sinistra. Tantissimi gli striscioni esposti tra cui «L'autonomia incatena il Sud», «Con l'autonomia differenziata il Paese è spaccato e il Sud è spacciato». E ancora «L'Italia non si taglia» e «Da Nord a Sud non ci scassate il Paese».

«L'autonomia differenziata sicuramente sarebbe un disastro per il Sud perché l'Italia è unitae non la vogliamo spaccare. Non capisco i ragionamenti della presidente Meloni che per i fondi sviluppo e coesione dice che tutte le Regioni si devono accordare con il Governo e invece per l'autonomia differenziata diventeremo 20 staterelli disuniti e ognuno con una sua economia». Lo ha detto Marisa Laurito, direttrice artistica del teatro Trianon di Napoli, che è alla guida del corteo partito da piazza Garibaldi contro l'autonomia differenziata. «Indovinate chi ci andrà peggio? Sicuramente il Sud - ha aggiunto - Siamo stanchi di essere trattati come la ruota di scorta dell'Italia, abbiamo subito negli anni tante cose. Abbiamo dovuto emigrare, abbiamo accolto qui immondizie venute dal Nord con corruzioni e altro, hanno messo qui fabbriche che inquinano e che sono diventate dei mausolei a cielo aperto che non sappiamo cosa farcene».

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