Napoli, allarme in una scuola del Vomero: droga, bullismo e pestaggi

Spacciatori e violenti nell'istituto Giustino Fortunato: scattano le verifiche dei carabinieri

L'istituto Giustino Fortunato
L'istituto Giustino Fortunato
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 23 Maggio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 07:28
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Due episodi apparentemente separati, ma ugualmente allarmanti, riaccendono i riflettori sull’emergenza minori al Vomero. Due casi, legati tuttavia da un unico filo conduttore: la scuola frequentata da protagonisti (e vittime) dei fatti. Nel tranquillo quartiere collinare della buona borghesia cittadina questa escalation di notizie inquietanti ripropongono interrogativi che tornano alla luce con sempre maggiore frequenza: e in questo caso parliamo del pestaggio di un 15enne ad opera di tre coetanei, e l’arresto di un 17enne che spacciava in strada e a casa custodiva qualcosa come mezzo chilo di sostanze stupefacenti.

Su entrambi gli episodi indagano i carabinieri della compagnia Vomero, ai quali non sfugge l’ipotesi che proprio all’esterno dei cancelli dell’Istituto Statale d’Istruzione Superiore Giustino Fortunato possano allungarsi ombre sinistre e oscuri traffici sui quali vale la pena di indagare.

Nei coni d’ombra connotati da gravi comportamenti che violano il codice penale finisce innanzitutto la violenza assurda perpetrata ai danni di un ragazzino vittima di alcuni suoi coetanei. Aldo (nome di fantasia) finisce al pronto soccorso dell’ospedale Cto dopo essere stato circondato e aggredito dal branco composto da tre minorenni - suoi coetanei - che lo massacrano di botte: uno degli aggressori sferra anche i suoi cazzotti alla testa del malcapitato dopo aver indossato un tirapugni metallico. Particolare di non secondaria importanza: la vittima era stata già presa di mira dai baby-bulli proprio all’interno della Giustino Fortunato, e l’episodio non era sfuggito al corpo docente e alla direzione scolastica.

E il linciaggio avviene proprio all’esterno della scuola. I tre aggressori, identificati e segnalati all’autorità giudiziaria dai militari dell’Arma, si arrampicheranno sugli specchi sostenendo di essere stati provocati dalla vittima. 

Secondo episodio: nel corso dei controlli sul territorio una pattuglia della locale compagnia dei carabinieri diretta dal maggiore Luca Leccese nota gli strani movimenti di un 17enne - anch’egli studente dello stesso istituto scolastico di vico Acitillo - che viene avvicinato da altri ragazzi ai quali cede qualcosa in cambio di alcune banconote. A quel punto gli investigatori lo bloccano, e decidono di eseguire una perquisizione nella casa in cui abita. Il ragazzo è incensurato, nessuna macchia nel casellario, nessuna segnalazione: e la sorpresa arriva quando i carabinieri scoprono che nella sua cameretta è nascosta un’ingente quantità di droga: 527 grammi di marijuana e cinque grammi di hashish. E non solo. Nell’armadio viene trovato e sequestrato anche diverso materiale per il confezionamento dello stupefacente, oltre alla somma contante, ritenuta provento del reato, di 200 euro. Stessa sorte per un bilancino di precisione e un telefono cellulare, verosimilmente utilizzato per contattare i clienti. Per il 17enne si aprono i cancelli del centro di prima accoglienza del Tribunale per i minori, ai Colli Aminei. Questo quadro complessivo di eventi spinge ovviamente l’Arma ad avviare un monitoraggio sulla zona in cui si trova la scuola, che peraltro si trova solo a poche centinaia di metri di distanza dalla caserma dei carabinieri. 

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Notizie che non possono non preoccupare i residenti di Vomero e Arenella. «Episodi inquietanti - commenta il capogruppo di Europa Verde alla Quinta Municipalità, Rino Nasti - perché riguardano giovanissimi, per i quali evidentemente la politica deve prestare un’attenzione credibile, basata sui fatti, e non su sterili dichiarazioni tese a minimizzare le emergenze che noi evidenziamo da tempo. Se sul territorio sono inspiegabilmente chiusi la biblioteca, il centro polifunzionale, gli impianti sportivi e i parchi pubblici sono degradati, la degenerazione aumenta. Bisogna rafforzare i presidi di legalità, e non mortificarli, come avvenuto di recente». Per il presidente del Comitato Valori Collinari, Gennaro Capodanno, «i recenti episodi registrati nell’ultimo fine settimana sottolineano come occorra rivedere le norme, magari prendendo ad esempio il modello francese, abbassando la punibilità: nella legge francese non solo è previsto il carcere preventivo a partire dai 13 anni, ma vi è pure la possibilità di comminare sanzioni anche ai bambini di 10 anni».

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