Napoli, trasporti al collasso: bus e metro dimezzati

Napoli, trasporti al collasso: bus e metro dimezzati
di Paolo Barbuto
Lunedì 30 Novembre 2020, 08:30 - Ultimo agg. 11:02
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Oggi a mezzogiorno ci sarà l'ultimo faccia a faccia con i sindacati. Pochi credono che cambierà qualcosa, sicché a partire da domani entrerà in vigore il drastico piano di limitazione del trasporto pubblico a Napoli pensato dai vertici di Anm. Dimezzati i bus in servizio, addio alle corse speciali per i cimiteri, cancellate del tutto le linee notturne, orari ridotti per i mezzi su gomma che smetteranno di muoversi alle 22. Stretta maggiore sugli orari delle funicolari che chiuderanno alle 20 e della Linea 1 della Metro che terminerà le corse alle 21. Addio ai parcheggi gestiti da Anm al Monaldi e al Policlinico, chiusura della metà dei parcheggi del Centro direzionale, riduzione del numero di vigilini in strada, annullamento totale dei controllori dei biglietti per bus e metropolitana.

Poi c'è la porzione di piano che entra direttamente nella carne dei lavoratori.

Niente rinnovo per 40 autisti interinali che nel mese di Natale perderanno il posto, più di seicento dipendenti di Anm spediti in cassa integrazione in attesa che cambi qualcosa. 

Il piano è arrivato come una scudisciata sul tavolo dei sindacati martedì scorso, a una settimana esatta dall'avvio. C'è stato un primo incontro per valutare un possibile rallentamento della procedura ma s'è concluso con un nulla di fatto e un rinvio a mezzogiorno di oggi quando mancheranno solo dodici ore all'avvio del progetto di ridimensionamento e sarà quasi impossibile bloccarne l'attuazione.

I sindacalisti della Usb, però, continuano a sperare di riuscire a portare a casa almeno una parte di risultato positivo. Hanno respinto con vigore la bozza che gli è stata sottoposta (quella che contiene il piano fin qui descritto) e hanno auspicato un mantenimento degli autisti interinali. Stanno cercando soprattutto di rendere meno difficile, sul fronte economico, il futuro dei dipendenti che andranno in cassa integrazione: «Relativamente al fondo bilaterale di solidarietà abbiamo chiesto di attuare importanti modifiche all'accordo, alcune delle quali già ottenute (anticipo fondo e integrazione al 100%), in particolare per quanto riguarda le percentuali applicate di riduzione oraria alle singole categorie interessate e la continuità lavorativa degli interinali - ha spiegato Marco Sansone alla conclusione dell'ultima riunione - Il tavolo di confronto con l'Azienda è ancora aperto, continueremo a lavorare affinché non siano i lavoratori del front line a pagare sulla propria pelle l'emergenza sanitaria ed economica».

Poi l'affondo sul progetto generale di ridimensionamento: «Restiamo perplessi - scrive Sansone - dinanzi alla visione aziendale, figlia di scelte sbagliate nazionali, regionali e comunali, di un servizio con scarsa domanda. Una volta di più abbiamo avuto conferma che chi amministra la cosa pubblica non ha contezza della reale condizione che si vive in strada. L'invito ai dirigenti dell'Anm è quello di scendere in strada ed attendere un mezzo pubblico». 

L'azienda, da parte sua, nel confronto con i sindacati sostiene di essere costretta ad attuare questa politica di ridimensionamento dei servizi perché, nei giorni delle restrizioni per l'emergenza sanitaria, la richiesta di trasporto pubblico si sarebbe ridotta in maniera talmente drastica da generare mancati incassi per circa 2,5 milioni al mese.

La questione del ridimensionamento attuale, però, cozza vigorosamente contro l'entusiasmo di un paio di mesi fa quando l'amministratore dell'azienda e l'assessore al ramo, il vicesindaco Panini, si presentarono in commissione mobilità presentando un articolato piano di assunzioni per l'Anm (dirigenti, tecnici, operai, macchinisti, ingegneri, autisti interinali) spiegando di aver spianato la strada per un futuro senza problemi. Quel giorno il vicesindaco di Napoli sostenne che l'Anm non era un'azienda decotta come in tanti pensavano; il resoconto della commissione del 7 settembre 2020 è chiaro: «Oggi Anm ha la possibilità di guardare al futuro con un piano assunzionale concepito per offrire un migliore servizio alla città - diceva il vicesindaco 83 giorni fa - si tratta di assunzioni che arrivano a 23 anni dalle precedenti... il panorama attuale consente di guardare al futuro con serenità».

Chissà quella serenità dov'è andata a finire. Chissà come è possibile che a nessuno fosse venuto in mente, quando la pandemia già ricominciava a mostrare segnali di crescita, che c'era da pianificare qualcosa per i trasporti in vista della seconda ondata. Forse il progetto già c'era, ed è quello che andrà in vigore da domani: in caso di pandemia dimezzare i trasporti e mandare a casa i lavoratori. Facile e immediato, senza badare alle esigenze dei napoletani e alle difficoltà dei dipendenti.

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