Psichiatria in Campania, boom di trattamenti sanitari obbligatori: «Ma mancano i fondi»

Psichiatria in Campania, boom di trattamenti sanitari obbligatori: «Ma mancano i fondi»
di Ettore Mautone
Domenica 15 Ottobre 2017, 13:55 - Ultimo agg. 13:58
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È nell'eccesso di Tso (Trattamenti sanitari obbligatori,) il 10% oltre la soglia media italiana e e nella grave carenza di strutture residenziali e semiresidenziali (dal 30 al 70% in meno rispetto al resto del Paese) la sintesi della marcata sofferenza dei servizi di cura per la psichiatria in Campania. La Campania inoltre è penultima in Italia, dopo la Basilicata, nella percentuale della spesa sanitaria dedicata alla Salute mentale, col 2,4% del fondo regionale ben lontano dal 5% minimo previsto dal Piano sanitario del 2001 e molto sotto la media del Paese (3,49%).

L'impietosa radiografia proviene dalla Siep, la Società italiana di epidemiologia psichiatrica, guidata da Fabrizio Starace, uno psichiatra napoletano attuale direttore della Salute mentale a Modena. Troppi posti letto in strutture pubbliche e private non ancora convertite e orientate al trattamento personalizzato, carenza di personale (-9,1%), basso numero di diagnosi per schizofrenia, depressione e mania causate dal minor utilizzo dei servizi da parte dei pazienti, il ridotto ricorso a farmaci antipsicotici sono gli altri parametri sotto la lente che compongono un quadro critico su cui andrebbe rifondata tutta l'attività di assistenza. «In Campania l'unico dato in linea con la media nazionale avverte Starace sono i posti letto ospedalieri per acuti cui però fa da contraltare una grave difficoltà di collocare queste persone nel successivo programma di assistenza territoriale. Case alloggio e case famiglia sono pochissime rispetto al centro nord, ma indispensabili per evitare ricadute e ridurre l'impatto sociale in termini di devianza, consumo di alcol e droghe e anche commissione di reati». In generale la dotazione campana di centri di salute mentale è -14% rispetto alla media italiana e più marcata è la riduzione delle strutture semiresidenziali (-34,7%). Considerevolmente ridotta rispetto alla media italiana (-70,8%) anche l'offerta di posti residenziali (forme di ricovero personalizzato in strutture di massimo 20-30 posti letto). Così gli utenti presenti in queste strutture sono -74,4% dalla media e la durata media dei trattamenti sotto soglia del -95,9%. Insufficiente anche la dotazione di personale (-9,1%).


«Questi dati prosegue Starace - spiegano la difficoltà dei servizi di rispondere adeguatamente alla domanda di Salute mentale della popolazione residente e di intercettare nuovi casi.
Molti psicotici (schizofrenici e depressi, affetti da manie) sfuggono a qualunque trattamento e presa in carico che non sia il Tso». A completare un quadro a tinte fosche ci sono la carenza assoluta di offerta per le attività di neuropsichiatria infantile (che riguarda anche la fascia adolescenziale) e per i pazienti affetti da iperattività e deficit dell'attenzione (Adhd) che esordisce rimi mesi di vita e si protrae nell'infanzia, nell'adolescenza e spesso persiste in età adulta con varie forme di devianza. Qualcosa si muove su questo fronte con il recente via libera alla legge regionale sull'autismo che riguarda anche la neuropsichiatria infantile.
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